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Le spine nel fianco, il fuoco amico e l’autunno complicato di Mastrangeli. A Cassino Tagliaferri contro il cavallo di Troia delle primarie

Massimo Pizzuti
Ottobre 6, 2023
Riccardo Mastrangeli, sindaco di Frosinone (foto S.Desiato)

Da Frosinone a Cassino la situazione è la stessa: Fratelli d’Italia si dimostra il faro del centrodestra, la forza politica maggiormente ancorata al progetto e anche quella più leale. Probabilmente per una struttura di partito che viene da lontanissimo, che ha conservato il valore della militanza e del confronto. Nonostante tutto questo però, è complicato scommettere oggi sull’unità dell’alleanza.

IL MOMENTO DELLE CONCLUSIONI

Al Comune di Frosinone sono trascorsi sedici mesi dall’insediamento di Riccardo Mastrangeli come sindaco dopo il successo al ballottaggio. Ormai la situazione è chiarissima da tempo e i problemi sono noti. Più che convocare verifiche che alla fine si dimostrano interlocutorie e sterili, forse Mastrangeli dovrebbe trarre le conclusioni sia dell’attività della giunta che della maggioranza. Per poi decidere in autonomia le mosse successive. Le uniche due forze politiche che non gli hanno dato problemi sono Fratelli d’Italia e la Lista per Frosinone. Massimo Ruspandini e Fabio Tagliaferri sono due certezze per il primo cittadino da ancora prima che iniziasse la campagna elettorale: dimostrarono un senso di responsabilità fuori dall’ordinario e lo hanno confermato sempre. L’altra sera, dopo la gazzarra in strada a seguito di una seduta da commedia dell’assurdo, Fratelli d’Italia ha fatto capire per l’ennesima volta cosa significhi essere un partito. Nessuna polemica, nessuna sceneggiata. Ma silenzio e senso di coalizione.
La Lista per Frosinone è una certezza, anche se a volte ci sono dei  nervosismi estemporanei. Come quello di Corrado Renzi giovedì sera.

I maggiori problemi a Mastrangeli vengono soprattutto da quell’area ampia (e non più coesa e controllabile) che fa capo a Nicola Ottaviani. Anche se, nel caso del polverone su Massimiliano Tagliaferri (Lista Ottaviani) va aperta una parentesi. A parte alcune esuberanze caratteriali nessuno si è preoccupato, ieri, di rimarcare che quanto detto nei “fuori-onda” sul tema sollevato da Mauro Vicano, andrebbe semplicemente approfondito. Senza crocifiggere nessuno. E se un amministratore tiene alle casse e ai diritti dell’ente che rappresenta non sta facendo crociate. Sta semplicemente svolgendo la propria funzione.
La sensazione è che mettere in discussione un punto di equilibrio che dovrebbe essere rappresentato dal presidente dell’assise comunale serva semplicemente ad indebolire tutta l’amministrazione con l’obiettivo di giungere più velocemente ad un punto di caduta che porterebbe ad un rimpasto.

Dalle parti di Anselmo Pizzutelli (ieri il refrain che circolava dalla parti della maggioranza era il seguente “vuole farsi cacciare dalla maggioranza, fare la vittima e passare a fare il capo dell’opposizione) e Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli) c’è titubanza, è un eufemismo, nel dare la fiducia al sindaco. Pizzutelli è una spina nel fianco da mesi e il suo grado di insoddisfazione è noto a tutti.
Come conficcati nelle costole di questa amministrazione, da un lungo periodo, sono i malumori della Lega (Giovanni Bortone), di Forza Italia (Maurizio Scaccia), di Frosinone Capoluogo (Pasquale Cirillo). Nell’ultima seduta Mauro Vicano si è astenuto sul bilancio per un motivo evidente e valido: siccome è stato presidente della Saf, non poteva smentire quanto fatto in quel ruolo. Lo ha spiegato nell’intervento. Non è una questione politica. Inoltre Mauro Vicano e l’assessore Alessandra Sardellitti continuano a costituire delle certezze per Mastrangeli.
Il sindaco sembra abbia acquisito piena consapevolezza di come stanno le cose: andare avanti in questo modo è impossibile e siccome nessuno troverà il coraggio di dimettersi dal proprio ruolo, non resta che un’analisi politica e amministrativa di quanto successo. Le conseguenze verranno da sole.

CASSINO E L’EQUIVOCO DELLE PRIMARIE

Il centrodestra ha i numeri e gli uomini per poter vincere le comunali a Cassino. Fabio Tagliaferri sta facendo capire agli alleati che Fratelli d’Italia avverte l’onore e l’onere di essere il primo partiti in Italia, nel Lazio e nella città. Il confronto dovrà avvenire sulle proposte, sui progetti, sui valori che tengono insieme partiti diversi. Primarie indistinte ed aperte a tutti sarebbero una specie di cavallo di Troia. Come quelle del Pd che hanno eletto Elly Schlein segretario smentendo le indicazioni degli iscritti. Il centrodestra ha la possibilità di aprire a liste civiche e ad esponenti politici importanti. Può farlo soltanto mantenendo la propria identità e mettendo in campo un modello politico e un candidato autorevole e di spessore. Altre formule avrebbero soltanto l’effetto di aprire la strada al mandato bis del sindaco Enzo Salera. Occorre che Mario Abbruzzese si renda conto che le cose stanno esattamente in questo modo. Il centrodestra è già unito e governa la Regione Lazio, che in campagna elettorale può diventare un formidabile valore aggiunto. Non c’è bisogno di annacquare il quadro politico con le primarie.

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