La stampa mainstream portatrice di valori Liberal progressisti non è certo una scoperta. E quando vede i Conservatori, prova ad assumere un ruolo politico di sostegno all’arcipelago delle sinistre. Lo si vede in ogni piccolo dettaglio. Soprattutto quando si manifesta altresì sotto forma di orientamento del pensiero. E allora accade che a volte se non le notizie, almeno i titoli, vengono sostanzialmente inventati o comunque non corrispondono a verità. Sempre più spesso nell’immaginario collettivo il “giornale” non costituisce più una fotografia della realtà, corredata di analisi e inchieste sugli accadimenti quotidiani, ma semplicemente una sorta di spot pubblicitario, attraverso il quale si tenta di orientare la sensibilità del lettore nella direzione voluta, enfatizzando o nascondendo le notizie alla bisogna, quando non persino creando delle vere e proprie fake news che possano servire allo scopo.
PROCACCINI E MELONI
Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo ECR, esponente di Fratelli d’Italia, è dovuto intervenire con una breve dichiarazione per chiarire una posizione già espressa con tutta evidenza in un’intervista apparsa sui quotidiani Repubblica e La Stampa sabato 2 settembre. “Titoli di Repubblica e La Stampa infondati e fuorvianti -ha detto Procaccini– In una intervista con i quotidiani Repubblica e La Stampa a domanda della giornalista se Giorgia Meloni resterà presidente dell’ECR anche dopo le europee del giugno 2024, ho risposto che si vedrà, per l’appunto, solo dopo le elezioni europee. Come si possa da questa mia risposta, effettivamente in po’ banale, tirare fuori un titolo del genere è davvero un mistero”.
I titoli sono stati effettivamente fuorvianti. “Ecr party, Meloni verso il passo indietro: mollerà la guida dei Conservatori in Europa” ha scritto ‘Repubblica’, “Meloni lascerà la presidenza dei Conservatori dopo le Europee: in pole per la successione c’è il premier ceco Petr Fiala” ha invece titolato ‘La Stampa’. Tutte conclusioni inventate e basate su affermazioni mai fatte.
Una vicenda che rischia di rappresentare solo il prologo di una lunga campagna elettorale per le Europee, dove la solita stampa mainstream proverà ad assumere un ruolo politico di sostegno per non dire di orientamento della linea delle forze progressiste.
LE DIFFERENZE CON TAJANI E SALVINI
Semmai nell’intervista a Procaccini emergono altri aspetti interessanti, che giornalisticamente andrebbero approfonditi. Nell’intervista Procaccini ha elogiato la determinazione e l’impegno di Giorgia Meloni, sottolineando come, oltre ai suoi ruoli politici, sia anche una madre devota. Tuttavia, resta un punto di riferimento solido e rispettato, non solo in Italia, ma anche a livello europeo. L’obiettivo rimane chiaro: rafforzare il messaggio politico dell’ECR e confrontarsi con le altre forze politiche, in particolare con Salvini e Tajani. Procaccini ha peraltro sottolineato la differenza tra le posizioni dell’FdI e quelle di Salvini, in particolare riguardo l’Ucraina e le regole di bilancio europee. In particolare viene vista da Procaccini come ‘una forzatura’ quella di Antonio Tajani di “mettere dei paletti, escludendo fin da ora possibili alleanze con il Front National di Marine Le Pen e con i tedeschi di Alternative für Deutschland”. Anche perché al Parlamento europeo le maggioranze sono sempre molto fluide, se si esclude il voto con cui si elegge la presidenza della Commissione Ue. “E la Lega soffre il cordone sanitario che le è stato messo attorno. Un cordone molto forte e molto ingiusto, soprattutto all’inizio, quando il gruppo di Salvini è stato escluso dalle vicepresidenze delle commissioni che gli spettavano”.
Poi, certo, “con Le Pen e Afd – ammette il copresidente di Ecr – ci sono delle differenze forti sul futuro europeo nella Nato, così come sul sostegno alla guerra in Ucraina o su questioni di bilancio europeo, ma su tanti altri temi abbiamo spesso votato insieme”. Ecco su queste differenze si giocherà la partita tutta interna al centrodestra italiano in vista del voto europeo. Su questi aspetti si misurerà la capacità di FdI di sapere aggregare tutte le forze conservatrici e la volontà di creare un grande partito europeo conservatore sul modello del GOP americano. E’ questa la vera sfida. Ed è su questo che si dovrebbe concentrare il dibattito politico. Non certo sulle ‘fake’ del mainstream.