Barbara Di Rollo non si dimetterà da presidente del consiglio comunale di Cassino e dunque la maggioranza che sostiene il sindaco Enzo Salera dovrà cercare di sfiduciarla. Non è un’operazione semplice considerando il profilo istituzionale della carica rivestita. Sul piano politico però quanto sta accadendo a Cassino è importante. Enzo Salera è il sindaco in carica e si ripresenterà per ottenere il bis. Si tratta dell’amministratore “più alto in grado” del Partito Democratico, visto che guida la seconda città della provincia (a Frosinone c’è il centrodestra, con Riccardo Mastrangeli).
Qualche mese fa era stato Francesco De Angelis, ora presidente regionale del Pd, a dire che Salera andava sostenuto senza subbi e senza divisioni, mettendo da parte le “ruggini” che erano state evidenziate in molteplici occasioni, perfino per l’elezione del presidente della Provincia. Forse però si erano illusi perfino i leader. Barbara Di Rollo non ha intenzione di portare l’acqua al mulino di Enzo Salera, non ha intenzione di mettere una pietra sopra ad anni di divergenze e convivenza politica forzata. Lo ha voluto far capire partecipando ad una cena-riunione con esponenti del centrodestra.
Una candidatura a sindaco di Luigi Maccaro (Demos) in contrapposizione a Salera non è semplicissima e Barbara Di Rollo lo sa benissimo. Il messaggio politico che è passato è forte: la presidente del consiglio comunale di Cassino non vuole essere “recuperata” alla causa di Salera. Per qualche mese ha ricoperto il ruolo di consigliere regionale del Pd e con Sara Battisti (attuale referente di Pensare Democratico di Francesco De Angelis) ha avuto sempre ottimi rapporti. Ma stavolta neppure la diplomazia della Battisti servirà a farla tornare indietro. Dunque la coalizione di centrosinistra a Cassino appare destinata a perdere pezzi importanti, forse addirittura a spaccarsi. Non è una situazione che Daniele Leodori e Francesco De Angelis (segretario e presidente regionali del Pd) possono prendere alla leggera. Cassino non è mai stata una situazione semplice: la volta scorsa a pacificare il quadro fu il compianto Bruno Astorre. Stavolta è perfino più difficile.
Il centrodestra avrebbe l’occasione di provare il “colpaccio”, ma nella coalizione nessuno davvero si sta muovendo per prendere un’iniziativa unitaria.
Il primo settembre riprende l’attività del consiglio regionale. All’ordine del giorno della seduta (convocata per le ore 11) un solo punto: “Dichiarazioni del responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio”. Cioè di Marcello De Angelis. Fin troppo facile prevedere una bagarre senza tregua, con le opposizioni che torneranno alla carica con la richiesta di dimissioni. Pd, Cinque Stelle e Azione sono concordi su questo. Vedremo come risponderà la maggioranza di centrodestra, alla vigilia di una stagione assai impegnativa.
Intanto si tratta di completare il “puzzle” del governo degli enti intermedi. In Ciociaria, per esempio, la Asl è stata commissariata da settimane. Ma si attende la nomina del… commissario. In cima alla lista delle indiscrezioni continua ad esserci il nome della dottoressa Daniela Sgroi. Quindi c’è la presidenza dell’Ater: l’indicazione è quella di Antonello Iannarilli, di Fratelli d’Italia. Mentre alla presidenza del Parco dei Monti Aurunci dovrebbe andare Giuseppe Incocciati (Forza Italia), fedelissimo del vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani. Settembre sarà un mese cruciale anche per la giunta regionale guidata da Francesco Rocca. Si attende la decisione del Ministero sull’ipotesi del commissariamento della sanità, ipotesi che dovrebbe essere scongiurata. Serve però l’ufficializzazione: poi si potrà procedere con una programmazione da cambio di passo. La sanità è la materia più importante di una Regione e in campagna elettorale è su questo tema che Francesco Rocca ha vinto la partita contro Alessio D’Amato. Dai Pronto Soccorso alle liste d’attesa, dall’edilizia sanitaria al personale: Rocca ha più volte detto che su questo argomento è disposto ad andare fino in fondo. Ed è quello che farà.