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Ferragosto di fuoco. Giorgia Meloni parla da capo a… giornali unificati. Comunali di Cassino: stavolta chi rompe l’unità del centrodestra dovrà raccogliere i cocci 

Massimo Pizzuti
Agosto 14, 2023
Giorgia Meloni

Nella lunga intervista pre-ferragostana a Il Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa Giorgia Meloni ha dimostrato di essere il capo del centrodestra. Soprattutto quando si è assunta in pieno la responsabilità della misura sugli extraprofitti degli istituti di credito. Ha detto: “E’ un’iniziativa che ho voluto io perché ritengo che si debba mandare un messaggio rispetto all’idea di uno Stato giusto, che fa le cose che si devono fare senza tempi punitivi. Ho massimo rispetto del sistema bancario e non ho intenzione di colpire le banche. Ma c’era una situazione di squilibrio. Con il consistente e prolungato aumento dei tassi da parte della Bce si rischia di penalizzare famiglie e imprese. Il sistema bancario è stato veloce ad alzare i tassi dei mutui, ma ha lasciato invariati i tassi che venivano riconosciuti ai risparmiatori e si è creata una distorsione”.

Il presidente del consiglio ha detto pure altre cose: il ministro Giancarlo Giorgetti è stato pienamente coinvolto nell’adozione del provvedimento, non c’è alcun veto da parte sua su Marine Le Pen in vista delle europee, comprende la reazione di Tajani sul metodo usato per tassare gli extraprofitti ma in quel momento non bisognava far girare la notizia.  Affermazioni che dimostrano come Giorgia Meloni non si sottragga ai suoi onori ma anche ai suoi oneri. Il rapporto con gli alleati della Lega e di Forza Italia è diretto e trasparente, ma la leadership di Fratelli d’Italia è nei numeri, nelle percentuali, nei voti e nelle preferenze. Lo stesso schema viene applicato da Francesco Rocca alla Regione Lazio. Nell’intervista rilasciata ai tre quotidiani più diffusi nel Paese, Giorgia Meloni ha voluto sottolineare una situazione oggettiva più che dei concetti: il centrodestra è forza di governo in maniera totale. Nel Paese, nella maggioranza delle Regioni, in tanti Comuni. Le differenze tra i partiti ci sono, ma vanno superate, composte, armonizzate. Perché, ha spiegato il premier, le grandi intese non funzionano né in Italia né in Europa. Ovviamente la dimensione dove riesce più difficile applicare questo schema è quella locale. In Ciociaria, per esempio, il Carroccio nega l’evidenza: Fratelli d’Italia è (di gran lunga) il primo partito. Una situazione paradossale che alla lunga non potrà essere ignorata.

Alla ripresa autunnale il Governo avrà sul tavolo questioni come la riforma del Fisco e i temi del lavoro, a cominciare dal salario minimo. La Regione dovrà procedere con la Sanità e con il Piano dei Rifiuti. Rocca ha già disposizioni di preparare i relativi dossier. In Ciociaria l’iniziativa l’ha presa il presidente della Provincia Luca Di Stefano, convocando per il 28 settembre gli Stati Generali. Sarà interessante verificare la risposta: chi sarà presente e chi assente, chi avanzerà proposte e chi si limiterà a guardare. L’elenco delle ipotesi è lungo: si può andare dalla passerella al vertice più operativo possibile. Su un punto sono tutti d’accordo: senza la definizione della situazione della Valle del Sacco la Ciociaria non può nemmeno immaginare ipotesi di sviluppo.  Le associazioni di categoria potrebbero dare un input fortissimo se avanzassero una proposta unitaria, fattibile, concreta. Tra i Comuni che andranno al voto nella primavera del 2024 c’è Cassino, la seconda città della provincia.

Nel 2019 Enzo Salera venne eletto sindaco in un clima di scontro interno al Pd. Adesso sembra essere diventato l’elemento unificante ed è normale considerando che per il partito sarebbe una catastrofe perdere a Cassino. Dopo le tre sconfitte consecutive di Frosinone, le due di Ceccano e le situazioni di irrilevanza assoluta ad Alatri e ad Anagni. Il centrodestra, qualora dovesse espugnare Cassino, metterebbe un’ipoteca politica sull’intero quadro locale. Però siamo alle solite: la mancanza di unità, la difficoltà a trovare un candidato sindaco di coalizione. Stavolta però chi determinerà la sconfitta dovrà assumersi una responsabilità politica che arriverà sui tavoli regionali e forse nazionali.

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