informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

Forza Italia sempre più forte nel sud pontino. La sfida con FdI caratterizzerà l’agenda politica pontina dei prossimi mesi. Riflettori sulla “nuova” Provincia

Marco Battistini
Agosto 11, 2023
Latina, il palazzo della Provincia

Ancora un mese per capire se presto nel territorio pontino si entrerà in una nuova grande campagna elettorale. A Latina come d’altronde in tante altre realtà, si potrebbe tornare al voto diretto per la presidenza della Provincia già tra 10 mesi. I cittadini potrebbero dunque scegliere a distanza di 15 anni dall’ultima volta, il nuovo presidente dell’ente territoriale. Se il testo della riforma sarà confermato almeno nei punti salientiill Consiglio provinciale sarà composto, oltre che dal presidente della provincia, da ventiquattro componenti, dal momento che l’hinterland di Latina una popolazione compresa fra 500.001 e 1.000.000 di abitanti. Nel caso pontino gli assessori potranno essere al massimo 6.

LA SFIDA E’ A DESTRA

Con i numeri di oggi non ci sarebbe partita nell’area pontina. Il centrodestra sarebbe destinato a vincere a mani basse. Il vero problema sarà mettere d’accordo le diverse esigenze delle tre forze politiche. Sul piano locale l’asse FdI-Lega è abbastanza stabile e non dovrebbe subire stravolgimenti. Diverso è invece il rapporto tra Fratelli d’Italia e Forza Italia. Il partito di Fazzone con il suo 22% territoriale difficilmente vorrà fare sconti. In ballo oltre all’ente di via Costa ci saranno gli equilibri sulle partecipate e sui servizi pubblici locali. In particolare l’acqua, con il Cda di Acqualatina che andrà a scadenza proprio nel giugno 2024.

Tutto lascia pensare che Fratelli d’Italia rivendicherà la guida dell’ente, mai ad appannaggio di un esponente della destra. Se si votasse fra meno di un anno lo scenario potrebbe non essere troppo dissimile da quello attuale. I problemi maggiori arrivano dai Comuni del centro-sud pontino, dove le tensioni tra i due principali partiti del centrodestra locale sono sempre più forti. Non tanto da far ipotizzare rotture clamorose, ma certamente il senatore Nicola Calandrini avrà parecchio lavoro davanti a sè. Non sarà un gioco da ragazzi mettere d’accordo personalità forti in contrasto evidente. E soprattutto nei territori del sud che FdI deve evitare una possibile diaspora verso gli azzurri.

La capacità di Fazzone e Mitrano di attrarre esponenti e militanti di destra resta forte e nell’area del golfo potrebbero verificarsi futuri smottamenti sempre interni alla coalizione di centrodestra. L’ingresso degli azzurri al governo nella piccola Itri (la città dell’assessore Elena Palazzo) al posto di Fratelli d’Italia è un segnale da non sottovalutare.

RIFORMA VERSO IL TRAGUARDO

Per la riforma delle Province a Roma sembra più facile trovare l’accordo tra maggioranza e opposizioni, che non il miliardo indispensabile ogni anno al funzionamento gli enti territoriali, archiviando finalmente la nefasta legge Delrio. Se non è tutta una questione di risorse all’origine delle difficoltà attestate dai rallentamenti del lavori in commissione Affari Costituzionali del Senato e il rinvio dei lavori al prossimo 4 settembre, poco ci manca. Una sostanziale convergenza sulla bozza di testo, tra il centrodestra e il Partito democratico (i Cinquestelle si sono detti contrari fin dall’inizio), potrebbe condurre piuttosto agevolmente al varo della riforma in tempo per chiamare i cittadini al voto per gli organi provinciali nella stessa data delle europee e delle amministrative, così come delle regionali nel caso del Piemonte e di altre amministrazioni in scadenza il prossimo anno.

Prima, però, va risolta la questione della copertura finanziaria per le numerose competenze che le Province sono destinate in parte a riottenere dopo la finta abolizione prevista dalla legge che porta il nome dell’ex ministro dem Graziano Delrio, in parte attribuite ex novo trasferendole soprattutto dalle Regioni. Dietro lo spostamento a dopo la pausa estiva del pronunciamento sulle proposte di modifica avanzate dall’opposizione, quest’ultima vede proprio la difficoltà a trovare e mettere nero su bianco quel miliardo da assicurare strutturalmente e quindi ogni anno, necessario a far funzionare le resuscitate Province.

Non sarebbero, infatti, molte le istanze di modifica al testo che reintroduce l’elezione diretta, quindi da parte dei cittadini e non più col voto ponderato dei Comuni, del presidente e dei consiglieri (con un massimo di due voti di preferenza, rispettano la parità di genere), così come la ripartizione del territorio in collegi il cui numero varia a tre a otto in base alla popolazione. Un punto di attrito probabilmente persisterà nella soglia per evitare il ballottaggio indicata nel 40%, mentre dal centrosinistra si punta a mantenere la quota oggi in vigore nei Comuni del 50, intravedendo nella ricerca di evitare il secondo turno la consapevolezza del centrodestra di riportare al voto dopo sue settimane i propri elettori. Questioni che da ambienti del Pd si fa notare come possano essere superabili, mentre il fronte dem resta irremovibile sul tema della copertura finanziaria. La possibilità di arrivare all’election day del 9 giugno 2024 è ancora intatta.  

Luglio 17, 2025

Questa mattina, presso la sala De Pasquale, è stato firmato il protocollo tra Comune di Latina e Ufficio scolastico regionale

Luglio 15, 2025

COMUNICATO STAMPA Fondi regionali al lungomare di Latina: via al progetto di riqualificazione tra Capoportiere e Foceverde Latina è tra

Luglio 14, 2025

“Questo pomeriggio, presso la Regione Lazio, ho preso parte all’incontro con i familiari di Satnam Singh, organizzato dal presidente Francesco

Luglio 14, 2025

Il conto alla rovescia è terminato: domani, martedì 15 luglio, si terrà il Carnevale Estivo sul lungomare di Latina. La

Luglio 11, 2025

Grande successo di pubblico, l’altra sera a Borgo Le Ferriere, per la presentazione del “Parco archeologico di Satricum” da parte

ULTIMI ARTICOLI