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In Italia un minore su tre è sfruttato, primato negativo per Latina. Il caso dei braccianti. D’Amato chiede una commissione d’indagine

Marco Battistini
Luglio 31, 2023

Un minore su tre in Italia e nel mondo è vittima di sfruttamento o della tratta. Lo dice il rapporto di Save The Children dal titolo ‘Piccoli Schiavi Invisibili’. Bambini figli di genitori sfruttanti nel lavoro agricolo in alcuni territori d’Italia, a grave rischio nell’accesso alla scuola e alle cure sanitarie. Latina e la sua provincia detengono l’imbarazzante primato nazionale negativo.

CONDIZIONI INACCETTABILI

Quest’anno, il lavoro è dedicato alla denuncia di un sistema che di fatto viola il diritto alla salute e all’educazione di bambine, bambini e adolescenti figli di braccianti in due tra le aree italiane a maggior rischio di sfruttamento lavorativo agricolo, come la provincia di Latina e la Fascia Trasformata di Ragusa. La maggior parte delle vittime di tratta e sfruttamento nel mondo restano invisibili: quelle identificate nel periodo 2017-2020 a livello globale non hanno superato i 190.000 casi. Chi ha sofferto di più per mano dei trafficanti, secondo gli ultimi dati, sono state le donne (42%) e i minori (35%), mentre le principali forme di sfruttamento sono state di tipo lavorativo o sessuale, in proporzioni praticamente identiche, rispettivamente 38,8% e 38,7%. Se, per la prima volta e a causa del Covid, l’emersione dei casi ha avuto una contrazione dell’11% tra il 2019 e il 2020, il numero delle persone che migrano senza poter contare su canali di accesso legali invece, è aumentato, per effetto di crisi climatica, disuguaglianze e conflitti in corso, che costringono milioni di persone a sfollare e vivere in condizioni di vulnerabilita’ e poverta’ estrema, soprattutto nel caso di donne, bambine e bambini. Si tratta di persone potenzialmente esposte al rischio di tratta e sfruttamento. Piccoli Schiavi Invisibili accende un faro sulla condizione dei minori che vivono nei territori caratterizzati dallo sfruttamento del lavoro agricolo, e, nello specifico, di due tra le aree a maggior rischio, la provincia di Latina, nel Lazio, e la Fascia Trasformata di Ragusa in Sicilia.Quella che emerge è la fotografia di bambine e bambini figli di braccianti sfruttati che spesso trascorrono l’infanzia in alloggi di fortuna nei terreni agricoli, in condizioni di forte isolamento, con un difficile accesso alla scuola e ai servizi sanitari e sociali. Sono tantissimi e, nonostante alcuni sforzi specifici messi in campo, sono per lo più “invisibili” per le istituzioni di riferimento, non censiti all’anagrafe, ed è quindi difficile anche riuscire ad avere un quadro completo della loro presenza sul territorio. Il rapporto raccoglie testimonianze dirette di chi ha subito o subisce lo sfruttamento.

I NUMERI DELLO SFRUTTAMENTO

Secondo una stima del 2021, gli occupati irregolari nel settore dell’agricoltura in Italia erano circa 230 mila, con una massiccia presenza di stranieri non residenti e un numero consistente di donne coinvolte (55 mila). Il fenomeno si concentra dove c’è più lavoro, come nel caso di alcuni distretti strategici per l’agroalimentare italiano, proprio come la zona di Latina, dove ci sono terreni che consentono la coltivazione intensiva, e che richiedono una forte presenza di manodopera anche per la raccolta e l’imballaggio dei prodotti agricoli, dove è sorto uno dei mercati ortofrutticoli più importanti del Paese, il MOF – Centro Agroalimentare all’Ingrosso di Fondi. Nella provincia di Latina, ad esempio, più della meta’ degli operai agricoli censiti/regolari (13.000 su un totale di 20.000), sono di origine straniera, in prevalenza indiana, una proporzione che si rispecchia anche tra gli studenti di alcune scuole primarie nelle aree dove è stata svolta questa ricerca, Bella Farnia, Borgo Hermada, Borgo San Donato, Pontinia e Borgo Montenero, dove la meta’ circa è di origine straniera e la mancanza di un adeguato sostegno linguistico è un grave ostacolo per studenti, famiglie e insegnanti. Nello scorso anno scolastico, nell’area di Bella Farnia, ad esempio, la mediazione culturale in affiancamento ai docenti era un servizio comunale, ma si limitava a 8 ore al mese, troppo poco per bambine e bambini che non hanno nè tempo pieno nè doposcuola gratuito, e non possono essere accompagnati nello studio dai genitori, ostaggio del lavoro dall’alba a notte fonda per poter sopravvivere.

D’AMATO ALL’ATTACCO

Il  report accende i riflettori sulla condizione di  bambine e bambini figli di braccianti sfruttati che spesso trascorrono l’infanzia in alloggi di fortuna nei terreni agricoli, in condizioni di forte isolamento, con un difficile accesso alla scuola e ai servizi sanitari e sociali. E proprio ieri è arrivata la richiesta da parte di Alessio D’Amato esponenti di minoranza al consiglio regionale del Lazio di istituire una commissione d’indagine sulle condizioni dei lavoratori agricoli in provincia di Latina alla luce dei dati di Save the Children davvero preoccupanti”. Ha affidato a Twitter la sua richiesta con l’impegno di perorare la causa anche alla Pisana. L’esponente di Azione è convinto che sia necessario vederci chiaro sia sulle condizioni di sfruttamento dei tanti lavoratori stranieri nel pontino che sulle condizioni di vita dei loro piccoli.

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