Secondo Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato del Movimento Cinque Stelle, è necessario reintrodurre “il finanziamento pubblico ai partiti”. Avete capito bene: uno dei più importanti esponenti politici grillini ritiene, come ha riportato il Corriere della Sera, “che i cittadini devono sapere quale nodo da sciogliere sta dietro il finanziamento: bisogna garantire alle forze politiche l’esercizio delle loro funzioni democratiche”. Aggiunge che forse c’è stata confusione, che magari si è buttato il bambino insieme all’acqua sporca e che bisogna distinguere tra costi della politica e costi della democrazia. Rivendica il ruolo dei Cinque Stelle in questi anni per quanto riguarda la lotta ai privilegi della politica. Sicuramente le parole di Patuanelli, comunque verranno accolte da Giuseppe Conte, fanno cadere l’ultimo tabù pentastellato. Però è necessario fare una riflessione su una lunga stagione caratterizzata dal pensiero dominante dei Cinque Stelle. Cosa ha prodotto? Il taglio di alcuni seggi parlamentari, che ha avuto l’effetto di squilibrare molti meccanismi previsti nella Costituzione e di falcidiare ulteriormente la rappresentanza dei territori. Risparmi per lo Stato? La legge Delrio ha abolito le Province nel momento in cui il Parlamento decise di lisciare il pelo al Movimento. Enti fondamentali come le Province sono state mutilate nella rappresentanza, nelle risorse, nelle competenze. Oggi ci stiamo accorgendo di quanto siano importanti. I Cinque Stelle sono quelli che anni fa hanno annunciato, su un balcone, di aver abolito la povertà per decreto. Sono quelli di un reddito di cittadinanza sbagliato e assistenziale. Sono quelli (vedi Virginia Raggi a Roma) del no a tutto, perfino alle Olimpiadi. Stefano Patuanelli si accorge (finalmente) che magari il mondo è diverso da come loro lo avevano raccontato. Il Parlamento da aprire come una scatola di tonno li ha fagocitati. L’aspetto più negativo della loro visione politica è stato però quello di aver demonizzato i costi della democrazia e anche della politica. Mentre invece il merito andrebbe sempre premiato (e pagato). Certamente ci sono stati eccessi, privilegi e perfino abusi. Ma il sistema andava difeso, sanato e rilanciato. Molte altre forze politiche, a cominciare dal Pd, hanno avuto un atteggiamento di sudditanza psicologica. E’ arrivato il momento di archiviare definitivamente quella stagione.
DA ZINGARETTI A BONACCINI
La nomina di Nicola Zingaretti al vertice della Fondazione del partito sta provocando mal di pancia e malumori. E’ stata voluta direttamente dalla segretaria Elly Schlein, che in questo modo ha sollevato dall’incarico Gianni Cuperlo. Per tanti militanti del Partito Democratico è stata una vendetta politica della Schlein nei confronti di Cuperlo. Per Zingaretti un esordio da dimenticare per il clima che si è creato. Intanto Stefano Bonaccini ha fondato la sua corrente, anche se naturalmente lui non vuole che si chiami così. Però tale è: si chiama Energia Popolare e stando a quanto riporta il quotidiano La Repubblica, applaude ad esponenti come Bettino Craxi e Matteo Renzi. Sembra una risposta a Rete Democratica, che nel Lazio vede insieme Roberto Gualtieri, Claudio Mancini, Francesco De Angelis e tanti altri che hanno eletto in maniera plebiscitaria Daniele Leodori alla segreteria regionale del partito. Nel Pd è sempre tempo di correnti.
AMMUCCHIATA PERDENTE
Al Teatro Manzoni di Cassino ieri sera si sono ritrovato in tanti per costruire una coalizione alternativa a quella del sindaco Enzo Salera. Per giorni è stata fatta circolare la fake news che si dovevano stabilire le primarie del centrodestra. Peccato che l’evento è stato disertato da Gabriele Picano e Angela Abbatecola, i quali sono i rappresentanti di Fratelli d’Italia, il primo partito della coalizione in Italia, nel Lazio, in Ciociaria, a Cassino. Un dettaglio evidentemente per alleati che in realtà vogliono mettere insieme tutto e il contrario di tutto. Nello stile di un’ammucchiata che non potrà andare lontano. Gli esponenti del centrodestra si sono guardati bene dal dire che il partito di FdI non c’era e che comunque è contrario alle primarie. C’è perfino chi ha citato quanto successo alla Saf per dire che a questo punto ognuno è libero di fare ciò che vuole. Ragionamento banale, semplicistico e soprattutto senza capo né coda. La Saf è un ente di secondo livello che va amministrato e dove sono i sindaci a scegliere. Le elezioni comunali di Cassino sono un appuntamento politico. Il solito tentativo “cambiamo-leghista” di provare a mischiare le pere con le mele. Dopo l’incontro al Manzoni di ieri sera Enzo Salera pare abbia cominciato a programmare i festeggiamenti per il bis… Solo Fratelli d’Italia, se Ruspandini & Co. decidessero di prendere in mano la regia della prossima competizione elettorale, può ribaltare il tavolo. Superando le antiche contrapposizioni interne nella città di San Benedetto.