Un Piano da 1 miliardo e 171 milioni di euro di investimenti che hanno come l’obiettivo di cambiare strutturalmente il volto della sanità regionale. Il Governatore del Lazio Francesco Rocca lo ha illustrato nei minimi dettagli. Al suo fianco Alessia Savo, consigliere di Fratelli d’Italia eletta in Ciociaria e presidente della commissione Sanità. Politica7 ha descritto ieri i singoli interventi nei dettagli.
Sul piano politico Francesco Rocca ha deciso di cambiare marcia, puntando sull’edilizia sanitaria, sulla digitalizzazione, sulla sicurezza, sull’ammodernamento dei macchinari. Ha voluto farlo in un momento particolarmente delicato perché sul Lazio continua ad incombere il rischio del commissariamento della sanità per la situazione economico-finanziaria che il centrodestra ha trovato al momento dell’insediamento. Nonostante tutto questo Francesco Rocca ha voluto dimostrare che la sanità è materia da investimenti. Il suo cavallo di battaglia, più di chiunque altro. C’è tantissimo da fare, ma da qualche parte bisognava cominciare e il presidente della Regione lo ha fatto. Ha detto Rocca: “Questo Piano si aggiunge e va completare gli 86 milioni sempre in conto capitale approvati ad aprile, insieme ad altri 868 milioni dell’Inail, i 210 già accantonati per il Policlinico Umberto Primo e i 150 per gli interventi straordinari per essere pronti per il Giubileo del 2025. Un lavoro senza precedenti”.
Francesco Rocca ha dimostrato ancora una volta di avere le idee chiare su tutto. Presto toccherà al Piano dei rifiuti, ma la linea è emersa chiaramente sulla situazione dell’Egato di Frosinone. Per non parlare dell’attenzione che la giunta regionale sta dimostrando su eventi come il Giubileo e l’Expo. Esiste una visione politica e programmatica precisa che mette il Lazio al centro e che guarda a tutti i settori che possono migliorare la qualità della vita dei cittadini. C’è anche un modus operandi chiaro: gli assessori regionali lavorano rispettando le specifiche competenze, non si avventurano sui terreni delle polemiche che non portano a nulla. Francesco Rocca interpreta alla perfezione quel modello di centrodestra di governo che piace a Giorgia Meloni.
I NODI VENGONO AL PETTINE
Alessio D’Amato, candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra, ha definitivamente rotto i ponti con il Pd, passando ad Azione di Carlo Calenda. Lo ha fatto dicendo quello che da mesi era chiaro. Ha dichiarato D’Amato: “Con il Pd ho sollevato una questione di subalternità rispetto al Movimento Cinque Stelle. Ho pubblicamente detto che non condividevo alcune iniziative intraprese e prendo atto che non ci sono state risposte né chiamate. Lo faccio dolorosamente ma in maniera consapevole. Ecco perché ho scelto di aderire ad Azione. Penso che nei prossimi mesi ci saranno altre scelte come la mia”. Carlo Calenda ha dato naturalmente il benvenuto all’ex assessore regionale alla sanità. Questa vicenda politica dimostra diverse cose. Intanto che esiste un obiettivo malessere nel Pd a guida Elly Schlein: un malessere che riguarda l’ala riformista del partito ma anche quella centrista e cattolica. Lo spostamento dell’asse a sinistra ha determinato problemi forti. Poi c’è il “tormentone” dei rapporti con il Movimento Cinque Stelle: nel Lazio c’è stato il primo e unico serio laboratorio politico. Ma è finito quando Giuseppe Conte ha preso la guida dei pentastellati. Non potrà essere ricostruito. Infine bisognerà capire cosa intende fare davvero Calenda. Il continuo ripetere di voler interpretare una politica riformista lontano dai due schieramenti principali si scontra con alleanze che cambiano secondo la latitudine e spesso anche secondo il momento. L’esperienza del Terzo Polo insieme a Italia Viva di Matteo Renzi poteva rappresentare un punto di svolta vero, ma l’errore di fondo è stato quello di appiattirsi a ricasco delle posizioni del Partito Democratico.
Perfino quando si sono consumate delle rotture. Azione di Carlo Calenda aveva tutto per incidere sul quadro politico nazionale e regionale. Non lo ha fatto e oggi è complicato immaginare uno scatto in grado di fare la differenza. Anche perché il Pd di Daniele Leodori nel Lazio si sta riorganizzando.