Ma quanta fretta, ma dove corri, dove vai? Edoardo Bennato canta così nel brano Il Gatto e la Volpe. Il presidente del consiglio Giorgia Meloni ha fatto altrettanto ieri durante gli interventi alla Camera e al Senato. All’indomani dell’indicazione di Fabio Panetta come prossimo Governatore di Bankitalia. La Meloni non usa mai toni paludati, è abituata ad “appassionarsi” alla politica. Ha ribaltato la “narrativa” dominante sul Pnrr, affermando: “Non ci sono ritardi, stiamo lavorando senza fare polemiche. E mi fanno specie le critiche di Gentiloni. Mi fa specie che invece i partiti che hanno steso il Piano su cui oggi si lavora e che in alcuni casi richiede delle modifiche da parte della Commissione Europea siano anche quelli che se la prendono con il Governo.
Mi fa specie che lo faccia anche il commissario Gentiloni che immagino che quel piano lo avesse letto prima e oggi chiama in causa il governo italiano dicendo che bisogna correre e fare di più. Ma, insomma, se si fosse vigilato di più in passato forse si farebbe più velocemente”. Colpito e affondato. Sul Mes Meloni ha detto: “Non è il momento di ratificare il Mes, mi assumerò le mie responsabilità. L’interesse dell’Italia è oggi affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le regole del patto di stabilità, il completamento dell’Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutano nel loro complesso, nel rispetto del nostro interesse nazionale”.
LA LINEA DI PANETTA
A partire dal 1° novembre 2023 Fabio Panetta sarà governatore di Bankitalia. Al termine cioè del mandato naturale di Ignazio Visco, la cui scadenza è fissata al 31 ottobre. Classe 1959, Panetta è stato direttore generale della Banca d’Italia, presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle assicurazioni e, dal 1° gennaio 2020, è membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea. La sua designazione avviene in un momento di rapida corsa dei tassi di interesse. Nel marzo scorso, nel corso di un importante evento economico internazionale, Fabio Panetta aveva detto: “La nostra stretta va calibrata con prudenza perché sta già avendo un forte impatto sulle condizioni finanziarie e perché vogliamo evitare volatilità finanziaria indesiderata. La politica monetaria deve restare pienamente adattabile agli sviluppi data l’incertezza prevalente, i lassi di tempo con cui opera e il rischio di improvvise tensioni finanziarie”. E’ nato a Roma ma ha solide e riconoscibili origini ciociare: è di Pescosolido, Comune del quale il padre, Paolino Panetta, è stato sindaco per decenni. Dal 1964 al 1982 (18 anni consecutivi) e poi dal 1985 al 1993 (altri 8 anni). Il fratello, Giovanni Panetta, è stato un importante e autorevole parlamentare dell’Udr prima e del Ccd dopo: è morto in un tragico incidente stradale il 3 luglio 1999 nei pressi di Anagni.
Classe 1959, laureato in Economia e Commercio presso la Luiss di Roma, Fabio Panetta ha conseguito diversi Master. Tra i quali quello prestigioso presso la London School of Economics. In Bankitalia è entrato nel 1985 ed è stato a capo del Servizio studi di congiuntura e politica monetaria, prima di diventare direttore. Un altro ciociaro alla guida della Banca d’Italia quindi, dopo Antonio Fazio. Quest’ultimo di Alvito. Entrambi quindi provenienti da quell’area est di questa provincia che regala grandi soddisfazioni al Paese.
Ha incrociato Antonio Fazio naturalmente, ma è stato anche uno dei principali e maggiormente ascoltati consiglieri di Mario Draghi. Il nome di Fabio Panetta era circolato con insistenza come possibile ministro del Governo Meloni. Adesso guiderà Bankitalia: la scelta è stata fortemente voluta dal presidente del consiglio dei ministri. Per Il Foglio “è una vittoria della premier sul ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, che gli avrebbe preferito Daniele Franco”. Sempre Il Foglio lo descrive in questo modo: “Seguendo come sherpa Mario Draghi con il quale ha stabilito un rapporto molto stretto. Un tecnico preparato con retroterra famigliare di “pane e politica”. Oggi è membro del board della Bce e si è messo in luce con un crescendo di credibilità che non è sfuggito agli osservatori attenti, sia a Roma sia a Francoforte. Linea morbida sui tassi di interesse, scudo anti spread, un fondo comune europeo per gli investimenti, fermezza nel sostenere l’Ucraina e impegnarsi perché la guerra finisca in fretta” (dichiarazioni non usuali per un esponente della Bce), un euro digitale per rafforzare la moneta unica e contrastare gli attacchi cibernetici”.
Competenza, preparazione, visione: Fabio Panetta ha tutti i requisiti per distinguersi al vertice di Bankitalia: il mandato dura sei anni ed è rinnovabile una sola volta. C’è un pezzo (importante) di Ciociaria nelle stanze dei poteri che contano in questa fase storica dell’Europa e del mondo.
LA SANITA’ DI ROCCA
Il nuovo Piano sanitario regionale sarà ultimato a settembre. Nell’eterno botta e risposta con Alessio D’Amato, Francesco Rocca ha affermato: “Il rischio di un nuovo commissariamento della sanità del Lazio è concreto e il consigliere Alessio D’Amato lo sa meglio di chiunque altro: se c’è questo rischio è perché veniamo da 10 anni di D’Amato. Il tavolo al Mef si è svolto a fine aprile, quindi è ridicolo pensare che sia responsabilità di questa Amministrazione”. Su tutti i temi della sanità il centrosinistra si scaglia contro Francesco Rocca, la sua giunta e la maggioranza. Lo fa Sara Battisti con Alessia Savo. Senza porsi il problema che anche il più sprovveduto degli addetti ai lavoro sa che l’attuale situazione della sanità è riferibile alle scelte della giunta Zingaretti. Da gennaio in poi magari la responsabilità sarà di Rocca.