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Da Vicano a D’Amato: Francesco Boccia straparla ancora. Il modello Ceccano e la scalata Fratelli d’Italia

Licandro Licantropo
Giugno 20, 2023
Francesco Boccia

Francesco Boccia, senatore del Pd ultragovernativo (nel senso che sta con chi governa il partito), intervistato da Lilli Gruber a Otto e Mezzo, ha detto che Alessio D’Amato dovrebbe essere grato al Partito Democratico che lo ha candidato alla presidenza della Regione Lazio. Senza che il diretto interessato avesse una storia di militanza all’interno dei Democrat. “All’inizio stava con Cossutta”, ha spiegato Boccia. Tutto questo per contestare la scelta dell’ex assessore regionale alla sanità di dimettersi dall’assemblea nazionale in seguito alla decisione di Elly Schlein di partecipare alla manifestazione dei Cinque Stelle.

Nel Pd è in atto uno strano (e maldestro) tentativo di ridimensionare l’aspetto politico della vicenda. 

Quando Beppe Grillo parlava di Brigate (di cittadinanza) e di passamontagna stava semplicemente scherzando, era tornato al suo primo amore (il comico), la frase va contestualizzata in un discorso di leggerezza e non di impegno politico. In realtà le cose non stanno affatto così. Da quando parlare di Brigate e di passamontagna fa ridere?

Grillo non è soltanto il garante dei Cinque Stelle, è il fondatore e il leader.  Sta al Movimento come Berlusconi stava a Forza Italia. Elly Schlein è stata invitata affinché assistesse alla manifestazione dei pentastellati, che però non si è limitata a trattare del lavoro e del precariato. Si è discusso anche della guerra in Ucraina, in attesa dello show di Beppe Grillo. Alessio D’Amato in campagna elettorale ha avuto i Cinque Stelle “contro” dopo la distruzione del Campo largo di Nicola Zingaretti. Francesco Boccia si arrampica sugli specchi. Non è nuovo a certe prese di posizione. Lo fece anche in occasione della candidatura a sindaco di Frosinone poco più di un anno fa. Quando il Pd aveva deciso di puntare su Mauro Vicano per poi costruire una coalizione di centrosinistra ampia e fortemente civica. Senza i Cinque Stelle. Fu proprio Boccia, dopo un consulto con Enrico Letta e Nicola Zingaretti, a sentenziare che il Pd nel capoluogo ciociaro doveva costruire un Campo largo con il Movimento Cinque Stelle. Risultato: defenestramento di Mauro Vicano, candidatura di Domenico Marzi, vittoria del centrodestra di Riccardo Mastrangeli al ballottaggio anche grazie ad un accordo con Mauro Vicano.

Un capolavoro al contrario. Alessio D’Amato ha dato voce ad una insoddisfazione ampia che c’è nel Pd, dal quale in diversi sono andati via perché in contrasto con la linea della Schlein: Carlo Cottarelli, Beppe Fioroni, tanto per citare due casi. Quello che Francesco Boccia salta completamente è che l’elettorato del Pd non si sente in sintonia con i Cinque Stelle. Perché è un elettorato anche cattolico, moderato, che da tempo guarda alla borghesia. Elly Schlein ribalta il ragionamento: neppure i partiti del centrodestra vanno d’accordo, ma in campagna elettorale non si dividono. Vincono e governano. Perché nel centrosinistra Pd, Cinque Stelle, Renzi e Calenda, Bonelli e Fratoianni non possono fare altrettanto? Perché a non essere amalgamati sono gli elettorati.

Daniele Leodori ha stravinto nel Lazio e in Ciociaria Francesco De Angelis ha avuto un risultato straordinario (come sempre).  De Angelis vince negli enti intermedi e in qualche caso alle comunali con un modello di alleanza con le civiche e con liste trasversali. A livello nazionale non può essere la stessa cosa, ma il principio è che bisognerebbe provare a scomporre il fronte degli avversari.
Nelle prossime ore (forse oggi, al massimo domani), Fratelli d’Italia dovrebbe incassare due nomine fondamentali: Antonello Iannarilli alla guida di LazioCrea, Gabriele Picano dell’Ater di Frosinone. Dopo l’elezione di tre parlamentari (Massimo Ruspandini, Paolo Pulciani, Aldo Mattia) e due consiglieri regionali (Daniele Maura, Alessia Savo), il partito del premier Giorgia Meloni continua a crescere in provincia di Frosinone. Anche grazie a sindaci, assessori e consiglieri comunali. Merito delle strategie inclusive di Massimo Ruspandini, il coordinatore provinciale. C’è un momento  nel quale tutto è iniziato: la prima vittoria di Roberto Caligiore a Ceccano, roccaforte rossa per decenni. Fu Massimo Ruspandini ad effettuare un passo indietro costruendo una coalizione civica, con all’interno persone di centrodestra naturalmente. Da quell’esperimento è partito tutto. Non va dimenticato perché evidenzia un modo di vedere la politica che parte dal basso e da lontano.

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