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Giro d’Italia, Jonathan Milan fa collezione di secondi posti

Roberto Mercaldo
Competizione funestata dal Covid, con ritiri che si susseguono a gran ritmo e depauperano la “Corsa Rosa”
Maggio 18, 2023

Il Giro d’Italia 2023 sta scivolando su una buccia di banana nota e imprevista al tempo stesso.
Purtroppo al centro delle cronache e della nostra vita per almeno due anni, ora il Covid sembra diventato un fenomeno marginale e comunque non tale da compromettere le relazioni sociali e il normale andamento delle dinamiche quotidiane, ivi comprese le manifestazioni sportive.
In questo Giro però, sebbene nessun protocollo preveda l’obbligo dell’abbandono per chi dovesse risultare positivo al Covid, si stanno susseguendo i ritiri, con il gruppo d’improvviso assottigliato benché le grandi montagne debbano ancora arrivare.

Il ritiro che ha fatto più male all’interesse della corsa è stato senza dubbio quello di Evenepoel, indicato da tutti, e dai bookmakers in primis, quale principale aspirante al successo finale. Il fenomeno belga aveva conquistato nella cronometro d’apertura il simbolo del primato, riappropriandosene dopo la seconda crono: nel mezzo l’interregno del norvegese Leknessund, carneade ardimentoso e non privo di qualità specifiche.
Proprio la sera della vittoria di Savignano sul Rubicone, la notizia che nessuno avrebbe voluto avere.
Evenepoel ha lasciato il Giro prima delle Dolomiti, delle sfide epiche sulle salite che hanno scritto la favola di questa corsa. Saranno altri a contendersi la gloria: la prima rosa a Milano, se ci sarà, Remco la indosserà in un’altra annata agonistica.

NUOVE PROSPETTIVE PER LA VITTORIA FINALE

Il ventaglio dei possibili vincitori si è così aperto in modo spontaneo, come un fiore al richiamo dei raggi di sole.
Primos Roglic, anzitutto, perché lo sloveno ha ancora gambe e fiato per mettere d’accordo tutti quando la strada si drizza sotto i pedali. Poi l’ineffabile Almeida, che non si vede mai troppo ma quando vai a leggere le classifiche lo trovi lì, a un passo dal sogno e dalla gloria. Sul terzo gradino del podio degli aspiranti l’esperto Geraint Thomas, non foss’altro che per aver vinto un Tour de France. È lui al momento la maglia rosa e non ha certo intenzione di mollarla. E non troppo dietro, ecco Vlasov e il nostro Caruso, che ha già chiuso un Giro al posto d’onore. Purtroppo non già il Covid, ma una bruttissima caduta, ha tolto di mezzo un altro possibile vincitore, Goeghegan Hart, che proprio nella tappa di Tortona a 70 km dall’arrivo, è franato a terra in modo rovinoso.

La volata per il successo di tappa ha visto prevalere al fotofinish Ackermann, tornato al successo, con Milan secondo e Cavendish terzo.
Grande, anzi enorme, il rammarico per il gigante Jonathan, che ha recuperato dieci posizioni negli ultimi 400 metri ed è piombato sul traguardo a velocità supersonica. Solo due centimetri gli hanno impedito di completare una rimonta clamorosa, ma poiché questo per lui è il terzo posto d’onore in questo Giro, il medagliato di Tokyo può legittimamente recriminare per non aver sin qui colto un bottino più sostanzioso della sola vittoria attualmente in archivio.
Oggi la dodicesima tappa porterà i corridori da Bra a Rivoli, con un circuito finale che prevede l’ascesa del Colle Braida. Tappa per finisseur e per uomini comunque capaci di tenere le ruote anche in salita.

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