Poche ore ormai all’apertura delle urne. I sondaggi sono vietati ma gli umori della piazza politica meritano di essere ascoltati, soprattutto in una tornata particolare come quella di questo weekend. La provincia di Latina potrebbe uscire profondamente mutata sul piano politico. L’esito delle elezioni nelle prime tre città dell’area è destinato ad incidere fortemente sui prossimi anni. Nuovi equilibri si creeranno dopo un periodo dominato dal civismo e dal grande radicamento di Forza Italia nelle zone più periferiche della provincia. Questa volta si prevede una forte affermazione della destra. Fratelli d’Italia punta ad essere la prima forza politica nei centri maggiori ed è pronta a rivendicare la leadership anche nelle intese che riguarderanno le partecipate, i servizi pubblici e presumibilmente il nuovo ente provinciale scaturito dalla riforma Calderoli.
APRILIA UNICO REBUS
I pronostici sembrano non dare scampo al centrosinistra a Latina e Terracina. Il divario fra le coalizioni sarebbe abissale, tanto da far ipotizzare una sorta di ‘doppiaggio’ del centrodestra nei confronti degli avversari. Dunque per Matilde Celentano e Francesco Giannetti non resterà che attendere l’ora giusta per festeggiare la vittoria. In particolare nel capoluogo le liste del centrodestra potrebbero raggiungere i due terzi dei votanti. FdI potrebbe portare a casa tra i 10 e i 12 consiglieri, la Lega sarebbe nettamente la seconda forza con una forbice che va da 4 a 6 consiglieri.
Più defilate le altre liste, con FI, lista Celentano e Udc che alla fine potrebbero accontentarsi di due seggi a testa. Rapporti di forza che non saranno molto diversi anche a Terracina, dove il partito di Nicola Procaccini appare destinato ad un dominio incontrastato. L’unico vero punto interrogativo è rappresentato da Aprilia, dove Lanfranco Principi è favorito, ma deve cercare di vincere al primo turno per non rischiare brutte sorprese al ballottaggio. La piazza apriliana è da sempre meno congeniale al centrodestra ed il sistema di potere allestito in questi anni dal gruppo di Antonio Terra non è da sottovalutare.
EGATO ALLE PORTE
All’orizzonte per i partiti ci sarà da discutere del futuro degli Egato, i nuovi ambiti territoriali sui rifiuti, che rischiano di diventare enti utili soprattutto per allungare la carriera politica di ex consiglieri regionali con uno stipendio di tutto rispetto. Se ne riparlerà nel breve, forse già entro il mese di giugno quando il quadro politico elettorale sarà ben più chiaro. Forza Italia rivendicherà la guida dell’ente e alla fine, considerando l’assenza di propri candidati sindaco nei centri principali, gli potrebbe essere concessa la presidenza. Soprattutto se verrà indicato un nome tale da mettere tutti d’accordo. Ricordiamo che ogni Egato oltre al presidente ha un consiglio composto da quattro membri. Il presidente percepisce ottomila euro al mese: l’80% della retribuzione del governatore della Regione. Ciascun consigliere invece prende quattromila euro al mese: il 40% dello stipendio del presidente della giunta regionale. Complessivamente si tratta di 42 posti, compreso il direttore. Gli Egato si occupano di gestire il servizio integrato dei rifiuti: adottano il piano, affidano il servizio della gestione dei rifiuti, determinano le tariffe, organizzano la raccolta differenziata. In pratica esercitano le funzioni regionali sui rifiuti all’interno della propria provincia. Gli Egato sono composti dall’assemblea dei sindaci dei Comuni della propria provincia e da un consiglio direttivo che resta in carica cinque anni ed eletto dai sindaci stessi.