Non abbiamo dovuto attendere molto per cogliere il primo successo di tappa al Giro 2023.
Se l’è preso, con una volata imperiale, Jonathan Milan, velocista della Bahrain, al termine di una frazione pianeggiante corsa in terra d’Abruzzo.
Milan è del 2000 e già aveva mostrato cose sensazionali in pista, vincendo la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo nell’inseguimento su pista a squadre.
La volata di San Salvo è stata un piccolo capolavoro di abilità e potenza, che gli ha consentito di lasciarsi alle spalle tutti gli specialisti dello sprint, o almeno tutti quelli che erano rimasti nel gruppo di testa dopo la caduta che a tre chilometri e mezzo dal traguardo ha coinvolto cinque o sei corridori, provocando una spaccatura nel plotone che marciava a 60 all’ora verso il traguardo di San Salvo.
Dekker e Groves hanno completato un podio di prestigio, dal quale sono rimasti fuori Fernando Gaviria, solo settimo, il canguro Matthews, decimo, ed il nostro Bonifazio, buon ottavo.
La tappa è stata caratterizzata dalla fuga di cinque coraggiosi, che hanno tentato invano di sottrarsi all’epilogo abbastanza scontato del volatone finale.
Lo sforzo non è stato però vano per Gandin, che si è aggiudicato i due traguardi volanti di giornata e per Lapeira, che ha vinto sui due GPM, prendendosi così la maglia di leader degli scalatori.
EVENEPOEL È GIÀ PADRONE DELLA CORSA
La crono di sabato, vinta in modo netto da Remco Evenepoel, favorito principale della corsa rosa, della quale già detiene il simbolo del primato, ha lanciato un interrogativo intrigante: riuscirà il fenomeno belga ad eguagliare Girardengo, Binda, Merckx e Gianni Bugno, che nel 90 fu l’ultimo a riuscire nell’impresa di indossare la maglia rosa dalla prima all’ultima tappa?
Se dovessimo rispondere sulla base di quel che abbiamo visto sabato, davvero avremmo pochi dubbi, perché la prova del giovane fenomeno è stata davvero sbalorditiva. Rifilare 22” a un Ganna tornato ai suoi massimi livelli non è impresa che si possa derubricare a exploit di giornata, e se il rendimento sulle grandi salite sarà analogo, lo spazio per gli avversari potrà essere solo residuale.
Le corse di tre settimane presentano però talmente tante insidie da indurre alla prudenza, anche se per Roglic, Almeida e Vlasov il compito sembra davvero molto arduo.
Oggi in programma la terza tappa, che porterà i corridori da Vasto a Melfi, con un paio di gran premi della montagna che potrebbero scremare il gruppo ed evitare l’arrivo a ranghi compatti.
Il terreno si presta a fughe ardimentose, e ipotizzare un gruppetto che dia scacco matto al plotone non è ipotesi azzardata. Quanto a impensierire Remco, il solo proposito per ora risulta ai limiti della blasfemia.