Due appuntamenti clou per la grande estate dell’atletica leggera: la Coppa Europa a squadre di Chorzow nella sua rivoluzionata formula a tre divisioni e i campionati del mondo di Budapest.
L’Italia deve difendere un blasone esaltato dai cinque ori di Tokyo e affila le armi nei raduni per ripresentare anzitutto i suoi uomini jet.
La prepotente volata di Jacobs e gli incredibili ultimi metri di Tortu in quarta frazione sono ormai incastonati nell’album dei ricordi, ma a Roma i velocisti, col fresco campione europeo dei 60 Ceccarelli inserito nel gruppo, stanno lavorando per aggiornare l’impresa, perché nello sport non si vive di ricordi, ma di legittime aspirazioni.
In Ungheria il quartetto veloce dovrà dimostrare di aver smaltito la delusione continentale, originata in verità da infortuni e “pasticci”, nonché da un oggettivo errore di valutazione.
Riprendersi il posto di preminenza che le compete per qualità e quantità sarà la missione dell’Italia, che sogna medaglie in tutte e tre le gare veloci.
DAI SALTI PUÒ ARRIVARE UN CONTRIBUTO IMPORTANTE
Se è la velocità a creare le maggiori aspettative tra le corsie, con i mezzofondisti attestati però ad immediato ridosso delle eccellenze mondiali, le altre aspirazioni di medaglie iridate sono inevitabilmente associate ai salti. Gian Marco Tamberi è uno che difficilmente fallisce gli appuntamenti clou, ma alla rassegna ungherese stavolta vuole arrivarci senza dover “improvvisare”, come purtroppo gli è toccato fare negli ultimi due anni per fatali intoppi nella fase della preparazione.
Porterà il vento del suo entusiasmo e andrà alla scoperta dei propri limiti Larissa Japichino, dopo un paio di stagioni di assestamento che hanno fatto seguito al suo record mondiale junior.
Il neo italiano Andy Diaz sarà tra i grandi favoriti del triplo e cercherà quella medaglia mondiale sfuggita al suo maestro, Fabrizio Donato. Il record italiano e la medaglia mondiale potrebbero arrivare in una gara sola, sulla pedana ungherese. A contendergli l’oro due ex cubani, ora portoghese e spagnolo, Pichardo e Diaz Fortun.
Da una pedana all’altra, ecco nel lancio del peso i colossi azzurri Weir, Ponzio e Fabbri a caccia di gloria contro il resto del mondo. Una specialità che sorrise ai colori azzurri prima col gigante fiorentino Alessandro Andrei e poi con Paolone Del Soglio, ripropone le eccellenze nazionali ai vertici del movimento.
Contro i giganti Usa e i padroni di casa polacchi non sarà semplice, ma i nostri vogliono prendere a spallate il mondo e le chances di medaglia sembrano consistenti. Dulcis in fondo, la marcia. L’esercizio della pazienza e della tenacia ci ha visti spesso in prima fila e soprattutto da Stano si attendono repliche iridate.
L’Italia che corre, marcia, salta e lancia ha tanta sete di gloria.