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Maura, Savo e Ciacciarelli: i cinque obiettivi da cogliere per cambiare passo

Massimo Pizzuti
Il centrodestra non può ripetere gli errori del passato e non “sfruttare” la filiera governo-regione. In un confronto deciso, forte e leale con i partiti e con la voracità di Roma
Aprile 17, 2023
Daniele Maura, Alessia Savo e Pasquale Ciacciarelli

Sono almeno cinque gli obiettivi che i neo-eletti consiglieri regionali Daniele Maura e Alessia Savo, insieme all’assessore Pasquale Ciacciarelli devono imboccare per un rilancio effettivo del territorio e delle sue potenzialità. Strade che in qualche modo si intrecciano anche tra di loro ma che per una volta farebbero intravedere quel cambiamento di rotta che tutti si aspettano dopo dieci anni di centro-sinistra e dopo l’amaro fallimento della giunta Polverini

Il primo è quello di un’impostazione radicalmente diversa del rapporto politico con i partiti. Non è più tempo di decisioni che piovono dall’alto ma quello di scelte strategiche che vanno condivise. Cinque anni possono sembrare un’eternità ma passano in fretta e questa volta bisogna trovare il modo di mettere a terra una potenza di fuoco che vede il centrodestra al governo e alla guida della Regione.

Il secondo è quello di impegnare Francesco Rocca e il ministro all’Ambiente Pichetto Fratin ad una chiara “road-map” per liberare dagli enormi e spesso insuperabili ostacoli burocratici l’area Sin della Valle del Sacco. Si chiariscano modi e tempi delle bonifiche e si dia agli imprenditori la possibilità di investire e creare occupazione. L’enorme sviluppo della logistica in molte delle nostre aree industriali è un’occasione che va colta per riportare interesse, economie e lavoro in un’area che rischia altrimenti di essere tagliata fuori anche da molte opportunità legate alla transizione ecologica.

E’ paradossale, per esempio, che in un momento storico in cui tutto il mondo chiede la produzione di energia green alcune amministrazioni “ciurlino nel manico” invece di autorizzare parchi fotovoltaici su terreni attualmente inutilizzabili per l’agricoltura. Le “barzellette” che vennero raccontate da Nicola Zingaretti agli industriali in occasione dell’incredibile vicenda Catalent non possono essere dimenticate ed è compito dei nostri nuovi rappresentati riprendere in mano la questione per dare risposte chiare e convincenti. 

E se è vero che la logistica (e non solo) potrebbero costituire il punto di partenza dell’effettivo rilancio delle nostre aree industriali in un’ottica di sostenibilità ambientale, è allarmante come dall’elezione di Rocca in poi, ma soprattutto dall’insediamento del nuovo governo, sia tornata sotto traccia la necessità di dotare la nostra provincia di una fermata Tav. Quella che il solito Zingaretti aveva annunciato in pompa magna con tanto di pre-inaugurazione quando riuscì a spacciare due fermate di treni veloci a Frosinone come l’inizio di un percorso che avrebbe portato di li a poco alla realizzazione di una vera stazione, sul tracciato TAV, a Ferentino.

Quel progetto, con Battisti, il fiuggino allora amministratore delegato, non più alla guida di Trenitalia è stato frettolosamente abbandonato, ma l’asse Ciacciarelli-Ottaviani-Salvini, in un auspicabile gioco di squadra con il responsabile trasporti di Fratelli d’Italia, Massimo Ruspandini e con l’aiuto di Paolo Pulciani e Aldo Mattia, potrebbe fare molto per farlo tornare di attualità. Oggi lo sviluppo dei territori passa per i collegamenti. Non è difficile immaginare, ad esempio, che l’eventuale stazione Tav aprirebbe di fatto la strada ad un aeroporto civile, naturale candidato alla sostituzione di Ciampino e delle sue tante croniche criticità.

Servono nuovi residenti per dare slancio allo sviluppo e l’appeal del territorio può partire solo dall’inserimento infrastrutturale sulla dorsale che collega le maggiori città italiane ed europee. Per una volta l’asse politico naturale di cui sopra, dovrebbe far leva sulla convinzione espressa sul tema da Maurizio Stirpe ora impegnato direttamente nella sfida impegnativa del rilancio di Fiuggi (a cui la fermata Tav non potrebbe che fare bene).

Altro tema scottante: la sanità. I disastri degli ultimi anni sono sotto gli occhi di tutti. Il duo Buschini-Zingaretti ne ha combinate di tutti i colori. L’ex assessore e presidente del Consiglio regionale interessato solo alle questioni di Alatri (dove non ha comunque risolto nulla) si è fatto passare sotto il naso tutta una serie di nomine alla guida della Asl, che alla fine si sono rivelate funzionali solo al lancio e alla progressione di carriere, dorate e lottizzate. Che quando hanno potuto salutare gli uffici di via Armando Fabi non hanno esitato un attimo. La palla è ora in mano ad Alessia Savo e alla Commissione Sanità che è stata chiamata a presiedere (mai scelta fu più calzante, soprattutto in quanto a competenza). Certo la guida, con la delega alla Sanità, è rimasta in mano a Francesco Rocca ma il punto di partenza sul quale Savo dovrà impegnarsi riguarda quello di affidare la guida della nostra azienda più importante a tecnici del territorio, dotati dei necessari requisiti professionali, per evitare tutti gli scempi quotidianamente sotto gli occhi dell’utenza.

A Frosinone le nomine degli ultimi anni sono servite più a creare generose consulenze e incarichi legali dai dubbi criteri di trasparenza che posti letto e migliori condizioni per gli utenti. A partire da quelli del pronto soccorso. Basti pensare a Frosinone dove le emergenze vengono trattate quotidianamente in una specie di “girone dantesco”. Con l’ultimo direttore arrivato, Aliquò, che finora si è fatto notare, nell’ordine, per il tempo dedicato a trovare il modo di trasferire in Ciociaria dalla Sicilia la compagna, per l’impegno dedicato alla scalata elettorale di Sara Battisti e infine per i viaggi a Roma, da Francesco Rocca per farsi confermare al suo posto promettendo fedeltà alla nuova maggioranza.

Sul tema Alessia Savo e con lei Daniele Maura si giocano una “fiches” molto importante. Il governo della più importante azienda del territorio non può ancora una volta sfuggire a favore di dinamiche che ne hanno sempre impedito lo sviluppo e l’autonomia sopratttutto verso il raggiungimento del Dea di II livello promesso da ormai dieci anni. Gli emendamenti brillantemente portati a casa da Claudio Durigon e Nicola Ottaviani (35 milioni di euro) fanno ben sperare in una struttura ospedaliera capace di competere alla pari con le realtà romane. Ma il tema della loro gestione non può rimanere ancorato alle vecchie logiche “romanocentriche”.

La filiera “agricoltura” e il connubio con il turismo. Sabato Giancarlo Righini, l’uomo forte del nuovo governo regionale, ha inaugurato una “Fiera Agricola” a Pontecorvo alla presenza dello stato maggiore di FdI. Anche in questo caso non cogliere le opportunità legate alla possibilità di valorizzare le produzioni locali, sviluppare iniziative per i giovani interessati a fare “imprenditoria” con la terra e i suoi frutti, non mettere a sistema il turismo enogastronomico con le peculiarità delle nostre bellezze artistiche e naturalistiche sarebbe imperdonabile potendo contare sulla vicinanza politica, di tutto il mondo di Fratelli d’Italia, con il ministro Francesco Lollobrigida.

Più forza “politica” con Roma, la sburocratizzazione e le certezze normative per le imprese, la stazione Tav e più in generale il tema dei collegamenti, il tema di una gestione Asl finalmente affidata a professionisti del territorio e l’attenzione al comparto agricolo ed eno-gastronomico in un’ideale connubio con lo sviluppo turistico e il rilancio di Fiuggi sono gli obiettivi sui quali si gioca tutta la credibilità la nostra squadra di governo regionale.

Daniele Maura, Alessia Savo e l’assessore Pasquale Ciacciarelli hanno in mano le carte per fare bene. Ma non potranno permettersi di sbagliare nulla nella consapevolezza che una congiuntura così favorevole difficilmente potrà ripetersi.

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