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Acea non lascia ma raddoppia: il Cda passa da 7 a 13 consiglieri con indennità d’oro

Cesidio Vano
Marzo 31, 2023
Fabrizio Palermo Ad di Acea (foto: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

Sindacati, piccoli azionisti e Consiglio comunale di Roma sul piede di guerra per la decisione annunciata dall’amministratore delegato di Acea, Fabrizio Palermo, di modificare l’art. 15 dello Statuto della società, che finora stabilisce come il consiglio di amministrazione (cda) della multiutility debba essere costituito da non meno di 5 componenti a da non più di 7. Quelli attualmente in carica sono, ovviamente, sette (mai lasciare poltrone vuote!) e, dopo la modifica, probabilmente saliranno a 13 pieni pieni.

Acea, la composizione dell’assemblea dei soci

La assemblea dei soci che tra le altre cose dovrà votare l’aumento delle poltrone nel cda, è convocata per il prossimo 18 aprile ma la polemica è scoppiata per il fatto che Palermo non avrebbe minimamente trattato la cosa preventivamente con l’Assemblea capitolina, che di fatto è l’organo di rappresentanza del socio con in tasca il 51% delle azioni Acea: il Comune di Roma. Gli altri soci importanti sono Suez SA per oltre il 23,33% e Francesco Gaetano Caltagirone per il 5,45%.

Con 13 membri nel Cda, spese su di oltre mezzo milione all’anno

I beninformati sostengono che con l’aggiunta di sei consiglieri, la spesa per le indennità di carica aumenterebbe di oltre mezzo milione di euro all’anno, forse anche più.

Capire infatti quanto ‘guadagna’ un componente del Cda di Acea è opera non facile. La stessa società, nel 2021, ha impiegato ben 56 pagine (!) per argomentare ai soci la propria politica di remunerazione dei componenti del consiglio di amministrazione. E questo perché l’indennità spettante a presidente e componenti del cda (che poi hanno anche altri incarichi remunerati nei vari organismi sotto-consiliari) è composta da voci fisse e voci variabili. Oltre ad una serie di benefit non monetari: piani previdenziali, assicurativi e sanitari, auto aziendale, eventuale alloggio e buoni pasto.

Le ricche indennità del consiglio di amministrazione

Ad ogni componente del cda spetta un’indennità di 26.000 euro all’anno. A chi ha una carica particolare si aggiunge anche un altro importo (ad esempio il presidente del cda ha in più altri 250.000 euro all’anno, i consiglieri con incarichi esecutivi hanno in più ulteriori spettanze, oltre a premi di risultato personali e aziendali).

Inoltre, come accennato, i componenti del consiglio di amministrazione possono avere incarichi nei vari comitati (sotto-Cda): Comitato controlli rischi; Comitato per le operazioni con parti controllate; Comitato per l’etica e la sostenibilità; Comitato esecutivo e nello stesso Comitato per le nomine e la remunerazione. Per tutte le posizioni in questi comitati è prevista un’ulteriore indennità di 15 mila euro (se semplice componente) e di 30.000 euro (se presidente), sempre all’anno.

Le proteste del sindacato

Ieri, la sigla sindacale Usb ha attaccato, accusando il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, di favorire con questa mossa i soci privati che potrebbero contare più consiglieri nel cda e avere quindi più potere, oltre che tentare di scalare il controllo del board: “L’aspetto numerico del CdA, già in sede di redazione dello Statuto, fu oggetto di accese discussioni tra le parti sociali perché trattandosi di un’azienda partecipata dal Comune occorreva preservare la solidità della maggioranza pubblica e scongiurare eventuali tentativi di scalata e di cartello dei soci privati”. Infatti, con la riforma dell’art. 15 dello Statuto, i soci di minoranza invece di presentare due nomi per il cda adesso dovranno redigere una lista con almeno quattro candidati.

I piccoli azionisti Acea lasciati all’oscuro

L’associazione piccoli azionisti, presieduta da Franco Di Grazia, che lo scorso 8 marzo, festa delle donne, ha manifestato sotto la sede di piazzale Ostiense per le note accuse sessiste rivolte all’amministratore delegato, ha sottolineato: “l’ad Palermo ha incredibilmente deciso una modifica dello Statuto senza interpellare il Comune sulla vicenda, contrariamente a come si è sempre fatto. Una scelta scellerata che porterà un aggravio di costi di oltre 500mila euro l’anno nei bilanci del Gruppo Acea Spa”.

Dal Campidoglio cadono dalle nuvole e chiedono spiegazioni a Gualtieri

Dal Palazzo Senatorio, parla il presidente della commissione Lavori Pubblici, Antonio Stampete: “Se questa modifica venisse confermata sarebbe un atto poco rispettoso nei confronti del Campidoglio. Non sapevo nulla della modifica dello Statuto che invece deve passare prima nella commissione che presiedo e poi in Aula. Anche perché vorremmo capire perché si senta la necessità di aumentare il numero dei consiglieri. Acea non può diventare un impero autonomo, anche gli atti dell’audit sui presunti maltrattamenti che abbiamo richiesto non sono stati inviati. Affronteremo anche questa storia in maggioranza e col sindaco Gualtieri».

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