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Indian Wells incorona Alcaraz e Rybakina

Roberto Mercaldo
Uno spento Medvedev ferma a 19 la striscia vincente. Sinner guadagna la posizione numero 11 del ranking
Marzo 20, 2023
Elena Rybakina

Si attendevano Medvedev e Swiatek, hanno trionfato Carlos Alcaraz e Elena Rybakina.
Sotto il cielo della California i sorrisi degli outsider di lusso: parliamo del numero uno del mondo Alcaraz e della vincitrice di Wimbledon Rybakina e definirli semplicemente outsider può sembrare una diminutio capitis evidente.
Alla vigilia però ben pochi avrebbero potuto ipotizzare una nuova vittoria di Rybakina su Swiatek e una replica della finale degli AO tra la kazaka e la bielorussa Sabalenka.
Quanto al maschile, era sul “carro armato” Medvedev che si indirizzavano le preferenze degli addetti ai lavori, viste le imprese del russo sul veloce dei campi europei.
E invece il moscovita è arrivato all’ultimo atto svuotato di energie e ha dato inconsapevolmente via libera a Carlos Alcaraz, che lo scoglio più arduo ha dovuto superarlo in semifinale.
Nel penultimo atto, infatti, lo spagnolo ha dovuto cancellare un setball al principino delle Dolomiti, il nostro Jannik Sinner, che intanto ha toccato il numero 11 del ranking ATP, a due sole posizioni dal suo best ranking.
Bravo anche Tiafoe, approdato sino alle semifinali grazie a un tennis brioso ed incisivo.
Rimandato, ma non bocciato, il campione uscente Fritz, arresosi a Sinner nel quarto di finale più bello del torneo.

RYBAKINA, LA PRINCIPESSA DIAFANA COLPISCE ANCORA

Il ciclone Swiatek si è abbattuto sulla California fino ai quarti di finale, poi d’improvviso ha trovato sulla sua strada Rybakina, che già l’aveva sconfitta agli Open d’Australia.
La polacca aveva tutte le intenzioni di prendersi una bella rivincita, ma il campo ha parlato in senso diametralmente opposto, con un doppio 6/2 che la russa naturalizzata kazaka ha imposto alla numero uno del mondo.
Di questo autentico colpo di stato sperava di approfittare Aryna Sabakenka, chiamata a replicare il successo colto su Rybakina nell’ultimo atto degli Australian Open.
Stavolta però Elena la diafana ha punito la tendenza eccessiva ai doppi falli dell’avversaria, riuscendo ad imporsi in un interminabile tiebreak nel primo set e dominando la seconda frazione, al di là di un 6/4 propiziato dal “terrore” di un ottavo gioco non risolutivo.
Dobbiamo prendere atto che le grandi del tennis femminile siano almeno tre: Iga, la macchina perfetta, Aryna, la tigre di Minsk e Elena, la principessa diafana.

BILANCIO IN CASA AZZURRA

E i nostri? Con Sinner saldo nei primi otto della Race e prossimo a rientrare nei 10 ATP (di fatto, considerati i punti da scartare per Miami decimo lo è già), altri motivi per sorridere facciamo fatica a trovarli.
Berrettini ha trovato il modo di perdere anche a Phoenix, in un Challanger che lo ha visto eliminato nei quarti da Shevchenko. Musetti ha perso quattro delle ultime cinque partite giocate e deve capire i perché di questa improvvisa involuzione, almeno nei risultati.
Sonego sembra in ripresa, ma troppo spesso finisce per pagare a caro prezzo i suoi frequenti passaggi a vuoto.
La next gen, leggi Zeppieri, Nardi, Arnaldi e Bellucci, è sempre sul punto di decollare, ma fatica a compiere il balzo decisivo.
Al femminile, Martina Trevisan sente odore di terra battuta e alza il livello in modo confortante. Benino anche Cocciaretto, mentre segnano un po’ il passo Paolini, Bronzetti.
Discorso a parte per Camila Giorgi: lei può battere chiunque e può perdere da tutte. È croce e delizia e sempre lo sarà.
Dietro di loro, per ora, solo Stefanini e la sempiterna Errani. Non è moltissimo, ma è già qualcosa.

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