Senza nasconderci dietro un dito, la sfida di Bari rappresenta per il Frosinone di Fabio Grosso il primo match ball per la serie A. Vincendo in casa dei galletti pugliesi, i canarini porterebbero infatti a quindici punti il margine attivo sui diretti avversari. La matematica si guarda bene dal considerarlo un verdetto, la logica invece va in tutt’altra direzione e induce a ritenere che un simile responso avrebbe il carattere della definitività.
Mister Grosso non palesa ansie o particolari frenesie. Per lui vale tre punti, come le altre, e serve a confortare quel lavoro certosino che in settimana i ragazzi conducono, con spirito di sacrificio e voglia indomabili. Di tabelle, statistiche e calcolo di probabilità il club del capoluogo ciociaro non ha voglia di parlare. Che il Bari però sia avversario tra i più temibili e tra i più in forma non è un mistero, né in Ciociaria, né altrove.
Le attenzioni degli addetti ai lavori sono perciò tutte indirizzate alla sfida di Bari, che il Frosinone dovrà affrontare con un centrocampo dimezzato. All’assenza di Lulic, che si protrarrà fino a fine torneo, si aggiungeranno nella circostanza quelle di Mazzitelli, che non ha ancora recuperato l’ordinaria efficienza, e di Kone, fermatosi in allenamento per un nuovo problema muscolare, speriamo di lieve entità.
Possibile che la scelta del tecnico romano possa privilegiare i tre titolari del match col Venezia, vale a dire Rohden, Gelli e Boloca, ma non è nemmeno escluso che Grosso possa ricorrere a un cambio modulo, con scelte consequenziali.
La sola certezza della vigilia è che per uscire imbattuti dal San Nicola i ragazzi giallazzurri dovranno fornire una prestazione di spessore, senza pause di concentrazione e senza regali. Occorrono corsa, determinazione e un pizzico di cinismo, che consenta di trasformare in oro le opportunità che la gara offrirà.
CASO E MULATTIERI ATTESI ALLA CONFERMA NEL MATCH PIÙ IMPORTANTE
Il meraviglioso percorso compiuto dal Frosinone è stato possibile solo grazie al sacrificio e all’impegno severo di tutti gli elementi della rosa. Tra i segreti che poi così segreti non sono c’è questa straordinaria unità di intenti, questo perseguire l’obiettivo con una tenacia straordinaria e senza disparità d’impegno. Nel Frosinone anche chi entra all’85’ si sente importante ed essenziale e non lesina energie pur di fornire il contributo alla causa.
Ciò premesso, va però evidenziato che alcuni giocatori hanno messo in evidenza delle potenzialità eccezionali e con esse la capacità di imprimere alle partite svolte improvvise. A lungo il ruolo di leader involontario l’ha svolto Boloca, autentico uomo ovunque del centrocampo canarino. Per alcune gare l’elemento in grado di spostare gli equilibri è stato Insigne, le cui doti tecniche sono palesi e i cui estri son diventati costanti.
In questo momento però, a determinare con grande facilità, quasi fosse compito agevole e di routine è spesso Caso, il giocatore in più quando si tratta di saltar l’uomo e di cambiar passo.
Con il trequartista calabrese, anche Mulattieri, centravanti atipico, sembra essere un elemento centrale per le attuali fortune del club. Saranno loro a traghettare il Frosinone anche al di là dell’ostacolo Bari? Possibile, ma nel calcio non esistono certezze, solo eventualità più o meno probabili.
Tra le evidenze di questa stagione c’è anche la prolificità di Cheddira, osservato speciale per la difesa ciociara. È lui il bomber del campionato cadetto, nonostante la forzata assenza durante il campionato del mondo per nazioni. Non è la sola individualità di spicco di una squadra che, da neopromossa, sta già lottando per il doppio salto di categoria. Finora negli scontri diretti il Bari non ha fatto benissimo, ma questo non è particolarmente indicativo, anzi rappresenta a livello statistico una minaccia in più.
Fischia Aureliano, non proprio caro ai tifosi frusinati per il precedente di Frosinone-Entella del lontano 2015. Quel campionato però finì con la promozione dei ciociari in A, la prima della storia.
