Manca ancora Empoli-Sampdoria per chiudere i giochi della penultima di andata di Serie A, ma gli attesi verdetti sono arrivati, pesanti come macigni.
Il venerdì 13 ha regalato al Napoli una cinquina regale, un risultato che entra prepotentemente nella storia del calcio, perché la Juve 5 gol in 90’ li prende ogni 15 anni e perché questa Juve, brutta o cinica fate un po’ voi, non ne prendeva uno da quasi 700 minuti. Se c’era un modo per gridare al resto della compagnia che stavolta all’ombra del Vesuvio tornerà il tricolore, il Napoli lo ha trovato.
La sberla inflitta alla Juve sembra aver spaventato anche le altre grandi tradizionali, perché il Milan ha rischiato di buscarle dal Lecce, salvando poi un punticino che vale il secondo posto solitario mentre l’Inter, trovato un repentino vantaggio, non ha saputo dargli seguito, chiudendo con il minimo scarto e col fiatone il match casalingo con il Verona. La produzione offensiva del Napoli è spaventosa, e non è un caso che anche alcuni grandi club europei siano stati travolti dalla valanga azzurra. Nel venerdì italico ad agevolare le giocate funamboliche di Kvaratskhelia e compagni un Bremer mai così incerto e un trio difensivo “made in Brasile” che è un controsenso iniziale, giacché è noto che i brasiliani non prediligano l’esercizio della difesa.
SERIE A: QUATTRO DOPPIETTE PER AVVICINARE I RISPETTIVI TRAGUARDI
La diciottesima ha posto sotto i riflettori alcuni giocatori simbolo, che una volta di più hanno ribadito quanto siano importanti per i rispettivi club. Nel Napoli delle meraviglie c’è un Osihmen tarantolato, che abbina qualità della corsa, senso del gol e una condizione atletica eccellente. Due gol da centravanti di razza, due sberle alla Signora, che non appagano il galateo ma fan volare in alto i sogni di un popolo ancora fermo alle prodezze del 10 più famoso di sempre. Non deve certo vincere il campionato il Monza di Galliani e di mister Palladino, però quell’obiettivo di chiudere nella pancia della classifica per una esordiente assoluta è davvero ambizioso. A dargli corpo e sostanza ci sta pensando un bomber mai troppo celebrato, ma sempre presente, tenace e con doti tecniche forse una po’ sottovalutate dagli addetti ai lavori. Gianluca Caprari se ne duole il giusto e continua a sfornare giocate ad effetto e gol importanti, come quelli segnati a Cremona che hanno proiettato il suo Monza verso il centro classifica. Ha segnato i due gol del successo giallorosso sulla viola Paolino Dybala, che a dispetto di una certa fragilità muscolare, continua ad essere il più forte giocatore del nostro campionato quanto a tecnica pura.
Lui disegna calcio, cuce il gioco con sapienza da sarto consumato e quando è dalle parti della porta avversaria è letale, perché conclude di esterno, d’interno, a giro, in mezza girata o in acrobazia con la stessa apparente facilità. Si chiama tecnica, più semplicemente. Alcuni ce l’hanno eccelsa e tra essi c’e Paolino. Se la Roma è lì, a 4 punti dalla seconda piazza, lo deve soprattutto a lui. Chiusura per Lookman e la sua Atalanta. Alla Dea qualcuno aveva recitato un de prufundis precoce e inopportuno, ma i bergamaschi hanno ricordato a tutti, e in particolare alla malcapitata Salernitana, che l’idea di gioco ed il potenziale tecnico non sono da squadra di seconda fascia. E il nigeriano con cittadinanza inglese ha fatto la parte del leone, prima trasformando un rigore col brivido, poi trovando un gol di pregevole fattura. Quattro doppiette per altrettanti obiettivi, quattro volti più o meno noti per inseguire sogni e speranze. E le altre? Ha vinto con autorità la Lazio a Reggio Emilia, contro un Sassuolo sempre più in crisi d’identità. Hanno vinto fuori casa anche Bologna e Spezia, i felsinei in rimonta sull’Udinese e i liguri contro un Torino che in casa è spesso Hyde, con buona pace del Jeckill da trasferta. Stasera chiudono Empoli e Sampdoria, poi l’ultima giornata per arrivare al giro di boa.