Uno, nessuno e centomila: è il Frosinone di Fabio Grosso, che ispirandosi alla commedia di Pirandello è uno per volontà, nessuno per presunzione e centomila per i modi di arrivare vittorioso al traguardo. Lo ribadisce in un soleggiato pomeriggio di gennaio al cospetto del Modena di Tesser, squadra capace di farsi rispettare anche e soprattutto in trasferta. Costretto in parte dalla necessità, ma solleticato non poco dalla voglia di promuovere titolari alcuni dei suoi ragazzi un po’ sacrificati nel girone di andata, il tecnico capitolino mette in campo un Frosinone atipico per modulo e interpreti. Difesa a tre, con Sampirisi, Kalaj e Ravanelli e centrocampo con Oyono e Frabotta sulle corsie per garantire spinta ma anche consistente copertura. In avanti chance dal primo minuto per Borrelli, chiamato ad affiancare Mulattieri, col supporto di Garritano.
Nel cuore del campo Lulic e Rohden, metronomi d’eccezione, viste le concomitanti assenze di Mazzitelli e Boloca. Attenzione, buona volontà, densità e qualche inevitabile corto circuito: questo il primo tempo dei canarini, che attaccano con giudizio, non trovando però sufficiente energia dalle corsie. Buon gioco allora per la difesa emiliana, che solo su un’iniziativa di Borrelli corre un rischio concreto. Dall’altra parte attento Turati su una velenosa conclusione dal limite di Giovannini. Un taccuino poco vergato, si sarebbe detto trenta anni fa. Oggi il fascino dell’appunto manuale con penna su carta è nel cassetto dei ricordi, come la 600 Fiat. Però anche il Pc ha le sue esigenze, e allora Grosso cambia modulo e due degli interpreti. Si torna a quattro dietro, con Sampirisi e Frabotta chiamati a spingere e l’estro di Caso e Insigne gettato subito nella contesa.
UNA RIPRESA CON CAMBIO DI RITMO
Cambia tutto, perché il Frosinone ha una marcia in più nel ribaltare il fronte e quando parte in controffensiva sembra sempre in grado di riscrivere la storia. Avviene, inevitabilmente, grazie al sinistro di Roberto Insigne, dopo l’ennesima azione arrembante. Mulattieri inventa, Caso conclude e il vantaggio si dilata. Mentre lo stadio si colora di passione, entusiasmo, ebbrezza, i ragazzi di Grosso provano a far tris per evitare ogni rischio. La volontà per poco non si traduce in atto, ma è scritto che un po’ di pathos debba esserci anche stavolta. E allora Strizzolo, cui Tesser ha concesso solo uno scampolo di gara, frena cori, tabelle e consuntivi e riapre la gara per i restanti 2 più 4 minuti di match. C’è anche un brivido supplementare prima di celebrare l’ottavo centro casalingo della stagione. In archivio senza danni anche una direzione di gara insufficiente, con un Marinelli permissivo sul pressing modenese e fiscale su quello frusinate: pubblico palesemente e comprensibilmente irritato. La caduta della Reggina porta a 6 i punti di vantaggio sulla seconda, e solo lunedì sera sapremo se il Genoa riuscirà ad affiancare i calabresi sul secondo gradino del podio.
A fine gara un Grosso sorridente, ma pronto a ribadire che l’orizzonte visivo per ora non deve essere allargato oltre la prossima gara. Nella sua testa e in quella dei suoi ragazzi ora c’è soltanto la partita di Brescia. Giusto così, avanti Frosinone!