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Frosinone, fuochi d’artificio per il primo pareggio

Roberto Mercaldo
In uno Stirpe gremito i ragazzi di Grosso vanno sotto, la ribaltano, poi vengono raggiunti al 95’. Il Var evita l’incredibile 2/3.
Novembre 28, 2022
Marcus Rohden

In 95’ emozioni a non finire per i 13292 spettatori accorsi allo stadio Stirpe per Frosinone – Cagliari. La classifica parlava chiaramente ciociaro: 30 punti contro 17, miglior difesa per distacco con sole 7 reti subite e una serie aperta di 6 successi. Uno dei tanti primati di questo Frosinone dei sogni è però caduto presto, perché Zito Luvumbo, angolano ventenne dallo scatto bruciante, dopo soli 13 minuti ha posto fine alla lunga imbattibilità casalinga di Turati. Scattato sul filo del fuorigioco, ha passato a doppia velocità Ravanelli, giovandosi poi dell’uscita pentita del portiere frusinate e depositando nella porta sguarnita. Uno schiaffo in pieno viso e una conferma di quel che Grosso aveva detto alla vigilia sulla pericolosità estrema del team rossoblù. Situazione nuova per il Frosinone, costretto per la prima volta in stagione ad inseguire sul campo amico. Senza frenesie, ma con la giusta determinazione, la squadra di Grosso ha spostato decisamente il baricentro, costringendo i sardi a una difesa resa vana dal bel cross di Garritano, che ha trovato un Rohden capace di avvitarsi come un centravanti consumato. Al minuto 32’ la fuga del Cagliari era già finita. I ciociari, per nulla appagati dal ritrovato equilibrio, hanno continuato a spingere con grande incisività. Peccato che Moro, perfettamente servito da Mulattieri, abbia sprecato una palla gol calciando verso la curva Sud: corpo troppo all’indietro al momento dell’impatto con la sfera, disperazione e tanta voglia di rifarsi. Al rientro in campo non ci è voluto molto per capire quale delle due squadre gradisse di più il pareggio. Gli uomini di Liverani hanno infatti abbassato di tanto la loro posizione in campo, costretti sulla difensiva da un Frosinone arrembante ed ispirato, con Boloca dinamico ed imprendibile e Mazzitelli saggio gestore delle verticalizzazioni. Il gol sembrava potesse arrivare da un momento all’altro, ma i tiri verso la porta difesa da Radunovic risultavano ora strozzati, ora imprecisi e i sardi guardavano con crescente soddisfazione il cronometro. A sconvolgere gli equilibri, come sovente è accaduto in stagione, sono stati i cambi. Roberto Insigne, fratello d’arte, ha pennellato un tiro a giro forte e preciso, che ha beffato Radunovic e ha fatto impazzire di gioia i 13mila di fede frusinate. Le notizie provenienti da Perugia regalavano un +10 sulla terza in classifica, tutto era così bello e perfetto che buttarla dentro una terza volta sembrava quasi un maramaldeggiare. Forse per questo i canarini hanno sciupato un paio di ghiotte occasioni, ignari di quanto stesse per accadere. Allo scoccare del quinto ed ultimo minuto di recupero lo zelante Fabbri (pessima la sua direzione di gara) ha premiato con un calcio di rigore il manrovescio furbescamente subito da Lapadula, che di meglio non poteva attendersi, visto che il pallone spedito a centro area era stato controllato senza patemi da Lucioni. L’improvvido braccio largo di Mazzitelli ha però fornito all’attaccante peruviano un buon motivo per stramazzare al suolo. Un rigore così al 95’ è un’offesa all’armonia, ma Fabbri ha indicato senza indugi il dischetto e Gianluca Lapadula, che a Frosinone passò senza lasciar traccia, ha trasformato inesorabilmente: Turati da una parte e sfera a mezza altezza dall’altra. I singhiozzi di malinconia per il successo sfumato avrebbero potuto trasformarsi in pianto disperato, perché il Cagliari, sulle ali del recuperato e immeritato pareggio, aveva trovato il modo di far di nuovo male. Personaggi e interpreti Lapadula assist man e Pavoletti killer di Turati, dei sogni e di una prova eccellente. Stavolta però il Var ha fatto giustizia, evidenziando i centimetri malandrini del peruviano al momento dello scatto. E allora? E allora due a due e tutti contenti, più o meno… Il più 8 sulla terza val bene un sorriso.

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