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Un decennio di immobilismo e le macerie lasciate da Zingaretti: tutti i nodi da sciogliere nel Pontino

Marco Battistini
Novembre 20, 2022
Nicola Zingaretti

Meno di tre mesi al voto, fioccano le candidature, ma di programmi se ne parla poco o niente. Le regionali potrebbero essere l’occasione giusta per affrontare e risolvere alla radice problemi cronici (e storici) dei territori. Dopo ben 10 anni di governo Zingaretti, è apparsa evidente un’incapacità di fondo da parte del centrosinistra, di mettere in campo una politica efficiente di programmazione in qualsiasi settore, dalla sanità al turismo, passando per l’economia, il sostegno alle imprese, la riduzione della pressione fiscale.

Le lancette di questa regione sono ferme al 2013 e ciò rischia di condannare le comunità laziali a morire di inerzia e mancanza di scelte.


ECONOMIA E INFRASTRUTTURE, ANNO ZERO

La provincia di latina in particolare deve uscire da un isolamento infrastrutturale ormai acclarato. La carenza di infrastrutture nel Lazio, e soprattutto nel Pontino, rappresenta una strozzatura del sistema di accesso ai mercati nazionali ed europei. L’isolamento, che da decenni costituisce il limite culturale, politico ed economico, di questo territorio può e deve essere superato mediante la realizzazione della Roma-Latina e della Bretella Cisterna Valmontone, che sono il simbolo di quel processo di crescita e rilancio che i cittadini e le imprese auspicano da sempre. In particolare da oltre 20 anni ormai si parla della Cisterna-Valmontone, la strada di collegamento dall’autostrada A1 al mare pontino. La scorsa estate, agli inizi di agosto 2022, sembrava fosse la volta buona. Era stato presentato il progetto ed il cronoprogramma dei lavori e degli espropri a partire da ottobre, fino ad arrivare all’apertura dei cantieri a novembre 2023.
Invece, ad oggi, è ancora tutto fermo perché mancherebbero le risorse. Altrettanto strategica e urgente è la realizzazione della Pedemontana per Formia e l’intero golfo di Gaeta.


INVESTIMENTI AL PALO

Occorre quindi facilitare gli investimenti imprenditoriali nel territorio. Rendere più solida la presenza di importanti aziende strategiche soprattutto sul versante chimico-farmaceutico. Possibilmente alleggerendo il più possibile la pesante pressione fiscale che nella nostra regione è diventata un fardello pesante per chi fa impresa. Stante la situazione c’è bisogno di uno scatto di orgoglio e responsabilità che deve passare, obbligatoriamente, dal taglio delle tasse e delle aliquote Irpef e Irap che restano, nel Lazio, le più alte d’Italia.
Ma per favorire gli investimenti occorre fare di più. La transizione digitale, ecologica e il tema dell’inclusione sociale sono le tre aree strategiche identificate come prioritarie nell’ambito degli interventi del Pnrr nel territorio. In particolare urge una modernizzazione della rete, che comporti grandi investimenti in infrastrutture digitali, oggi purtroppo particolarmente carenti nella provincia di Latina.

SANITA’ RIDIMENSIONATA

Sulla sanità manca la programmazione. Abbiamo liste di attesa che erano e resteranno ingestibili e lunghissime costringendo i cittadini a muoversi in altre regioni pur di ottenere le prestazioni di cui necessitano. Servirebbe definire un modello di sviluppo. Oggi siamo di fatto rimasti al 2007 con un sistema sanitario impoverito sotto i colpi dei ‘tagli’ operati negli anni del commissariamento.
La rete di assistenza territoriale rischia di restare solo un colabrodo con tante aspirazioni tutte non realizzate. Chi governa questa regione non si è accorto che i suoi cittadini, sono alle prese con una delle crisi più cocenti dal dopoguerra. Serve incece una programmazione pluriennale, fatta di investimenti in nuove strutture sanitarie, ulteriori assunzioni per potenziare il personale medico ed infermieristico, rafforzando possibilmente i servizi territoriali, colmando le lacune accumulate in questi anni.  Occorre vigilare sulla realizzazione del nuovo ospedale di Latina. Come ben sappiamo sono stati previsti dalla Regione 240 milioni che andranno a completare i fondi prestabiliti per procedere alla realizzazione dell’opera. Latina merita un grande intervento sia per il bacino d’utenza, sia per la presenza dell’Università e di un comparto chimico e della salute tra i più importanti d’Italia. Stesso monitoraggio dovrà essere svolto per la costruzione del Policlinico del golfo.

AGRICOLTURA

Un altro settore che nel Pontino dovrebbe essere maggiormente tutelato è quello agricolo. A tal riguardo occorrerebbe alleggerire l’attuale sovraccarico burocratico-amministrativo sugli agricoltori e loro imprese, e reindirizzare le risorse disponibili verso le aziende. Promuovere gli investimenti sulla qualità dei prodotti agricoli della tradizione locale, quale eccellenza da valorizzare nella competizione globalizzata. Un’agricoltura moderna, multifunzionale e integrata: partendo dal principio che l’adozione di tecniche moderne e l’apertura ai mercati internazionali non sono una minaccia per l’ambiente, ma processi attuabili garantendo al tempo stesso l’ecosostenibilità. Occorre sostenere l’imprenditoria locale a tutti i livelli e rinnovando il legame con l’agricoltura, che da sempre riveste un ruolo importante in tutta la provincia. Basti pensare a produzioni di eccellenza come il kiwi di Latina, il carciofo di Sezze, il sedano di Sperlonga che vantano il marchio IGP e l’olio DOP delle colline pontine, tanto per fare un esempio si potrebbe valorizzare il contesto rurale e le aziende agricole come segmento economico fatto di eccellenze, favorendo la produzione e la trasformazione di prodotti di qualità, l’agricoltura biologica e la filiera corta.

Insomma, non mancano le idee e forse neanche le risorse. Sui temi soprattutto economici, relativi al futuro del Lazio, si dovrebbe discutere maggiormente. Alla classe politica serve la consapevolezza di dover programmare gli interventi possibili, favorendo l’attuazione dei programmi. i si candida deve avere una visione d’insieme della regione e delle province. Queste regionali metteranno alla prova la loro capacità di essere davvero in sintonia con la gente ed i suoi problemi. Il Pnrr può essere l’occasione giusta per favorire un rilancio dell’economia dei singoli Comuni e chi vuole governare la regione dovrà necessariamente essere in grado di rendere possibili i progetti. E’ su questo terreno che gli schieramenti e gli aspiranti presidenti dovranno misurarsi. Ai cittadini l’opportunità di fare una scelta fondamentale per il loro futuro.

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