Le nomine in Parlamento hanno finito per rafforzare le leadership locali del centrodestra pontino. Se Claudio Durigon aveva ‘bruciato’ tutti sull’incarico di governo, non c’è dubbio che in termini di ‘peso’ politico, l’elezione di Nicola Calandrini a presidente della commissione Bilancio, l’organismo ‘principe’ di palazzo Madama, rappresenta una svolta storica per la provincia di Latina. Il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, già scelto come presidente della commissione Speciale, dimostra di essere un punto di riferimento nazionale del partito, ma soprattutto attraverso il suo nuovo ruolo potrà davvero incidere sulle scelte strategiche dell’area pontina. Era dai tempi dell’on.Riccardo Pedrizzi che un esponente della provincia di Latina non ricopriva un incarico di tale portata in Parlamento. Dopo quasi un ventennio dunque il territorio può sentirsi davvero rappresentato a livelli importanti. Discorso simile anche per Claudio Fazzone, che a sorpresa è riuscito ad ottenere il posto di presidente della commissione Ambiente, Lavori pubblici, Energia e innovazione tecnologica. Dinanzi alla prospettiva di una sua uscita da Forza Italia, i vertici del partito non hanno potuto fare altro che accontentare il senatore di Fondi, che a questo punto potrà mantenere una sfera d’influenza importante anche nello scacchiere politico regionale.
Ed infatti la priorità rappresentata dalle imminenti elezioni nel Lazio impone un’altra agenda politica, quella legata alla proposta di un rilancio del territorio pontino su scala regionale. Un candidato governatore espressione di Fratelli d’Italia renderà ancora più centrale il partito che a livello locale ha come principali punti di riferimento Nicola Procaccini, Nicola Calandrini ed Enrico Tiero. Nessuno dei tre è disposto a concedere sconti a Claudio Fazzone. Nè per la Regione, né tantomeno per le comunali della prossima primavera.
Soprattutto in una fase come quella attuale, caratterizzata da un’espansione di FdI anche in chiave pontina. Più marginale per il momento il ruolo della Lega, che ad ogni modo non sembra in grado di porre veti o lanciare diktat in vista dell’appuntamento amministrativo.
Ovviamente seppure la scelta dei candidati sindaci è destinata ad essere rinviata al nuovo anno, le due campagne elettorali cammineranno in modo parallelo. E chi è fuori dagli schieramenti potrà iniziare già a correre, magari anche a fari spenti.
L’OPZIONE CIVICA
Per il Comune di Latina resta decisamente in campo la soluzione civica, impersonificata da Annalisa Muzio, che firmando le dimissioni dal notaio Coppola ha di fatto compiuto una scelta di campo netta: quella della coalizione di centrodestra. Il gesto apprezzato dai vertici locali la mette in buona posizione in vista delle trattative per il candidato sindaco. Soprattutto per Forza Italia sarebbe un’opzione praticabile. Fazzone vuole un sindaco politico possibilmente di FI, ma sapendo di non poterla spuntare, accetterebbe di buon grado l’avvocato latinense, peraltro eletta un anno fa in Provincia sotto il simbolo azzurro. La linea tracciata dalla Muzio è da tempo in sintonia con quella del senatore di Fondi. Per la scelta di Stefanelli alla guida dell’ente di via Costa ha dato un contributo importante. Un atteggiamento propositivo da parte dell’avvocato Muzio nato e maturato anche dalla conoscenza e dall’apprezzamento per l’operato di Gerardo Stefanelli, sindaco di Minturno.
Ma la Muzio può fare leva sulla provenienza della sua squadra, sostanzialmente di destra. A partire dal coordinatore di Fare Latina, quel Fabio Bianchi che è stato l’ultimo presidente provinciale di Alleanza Nazionale, prima dello scioglimento nel Pdl. Quest’ultimo rappresenta un elemento chiave nella possibile scalata della Muzio verso la guida di piazza del Popolo.
Se i partiti del centrodestra non troveranno un minimo di denominatore comune da qui a novembre, aumenteranno le chance di chi è di fatto già in campo. Un film d’altronde già visto nelle recenti amministrative del 2021.
LA CARTA MANAGERIALE
Se dovesse persistere una situazione di sostanziale stallo nel centrodestra, tornerebbe a riaffacciarsi l’ipotesi di una terza scelta, orientata su un profilo civico moderato. Sullo sfondo intanto si fa spazio la figura di Fausto Bianchi, big di Unindustria a livello regionale. Una personalità che avrebbe tutte le carte in regola per ambire alla successione di Coletta. Attorno ai palazzi della politica latinense sono sempre più insistenti i rumors secondo cui il padre, l’ex deputato Vincenzo Bianchi, possa sostenere in prima linea la corsa del figlio Fausto. Solo il tempo ci dirà se l’ipotesi si rivelerà fondata.La carriera politica di Vincenzo Bianchi è stata caratterizzata da un’adesione coerente ai principi liberali che nel 1994, anno della sua elezione alla Camera dei deputati coincidevano con i valori di Forza Italia. Parlamentare per due legislature Bianchi ha poi continuato la sua attività politica amministrativa al Comune di Latina, ricoprendo prima il ruolo di vicesindaco (prima amministrazione Zaccheo) e poi di presidente della società Latina Ambiente. Uscito di scena con la fine di quest’ultima esperienza, Bianchi è rimasto nelle retrovie, cambiando però la collocazione politica. Già nel 2016 è noto il suo sostegno al candidato sindaco Nicola Calandrini e la vicinanza a Giorgia Meloni. Durante l’ultima campagna elettorale il cambio di campo a sorpresa. Bianchi ha infatti deciso di appoggiare Damiano Coletta ed i suoi voti hanno finito per pesare. Un capitolo che ormai appartiene al passato. Gli steccati tradizionali sono ormai superati. Soprattutto nel capoluogo pontino. E Bianchi sembra voler interpretare questo disagio con lo scopo di avviare un nuovo percorso che metta insieme le forze produttive al servizio della città, attraverso la sua associazione Latina Futura.