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Il primo mille di Rune, lo scivolone di Nole Djokovic

Roberto Mercaldo
Il serbo per una volta non è glaciale nella fase finale del match.
Novembre 7, 2022
Holger Rune

Il ragazzino danese può far festa. Un finale al galoppo, nel contesto di una stagione non semplicissima, ed ecco che d’improvviso la top ten si spalanca. Con la vittoria nel mille di Parigi Bercy, Holger Rune, classe 2003, ha raggiunto una serie di traguardi importanti. Uscito al primo turno agli Open d’Australia, a Wimbledon e in altri tornei del circuito, era arrivato agli ultimi fuochi di questa stagione con la necessità di risollevare un bilancio non esaltante. Lo ha fatto in modo eclatante e d’improvviso tutto è cambiato. Possibile, anzi probabile, che giochi le Finals di Torino, nel cui contesto finora è riserva. Dopo il forfait del coetaneo Alcaraz è il nono della fila, ma va detto che anche Rafa Nadal non è al meglio, per gli evidenti problemi fisici riemersi nel corso del torneo parigino. Niente più Milano, allora, per il rampante danese, che trasferisce armi e bagagli nella rassegna dei grandi, all’insegna del non si sa mai.

Il successo di Parigi è stato davvero sorprendente, se si pensa che Wawrinka è stato a un passo dal toglierlo di scena già nel turno inaugurale. Da quel 7/6 al terzo del primo turno, il giovane Holger, che dal personaggio di Salinger dista assai più di due consonanti, ha preso coscienza dei propri mezzi, producendosi in un crescendo rossiniano che lo ha portato a battere re Nole. Un re un po’ malinconico e non in linea con l’abituale ferocia che ne caratterizza i game da dentro o fuori. Nessuno avrebbe scommesso un penny sul giovanotto del Nord Europa, dopo un primo set condotto da Djokovic in assoluta sicurezza. E il secondo set perso sembrava solo una concessione al pubblico, al giovane rivale e all’incertezza. Invece, al momento di chiudere i conti, Nole Diokovic è inciampato in un undicesimo gioco problematico. Poi ha provato a rimettere le cose a posto ed ha avuto un numero impressionante di palle per il controbreak. Il giovane uomo che viene dal freddo ha però mantenuto la sua calma glaciale e affidandosi all’ardore agonistico ha cancellato una dopo l’altra le occasioni del serbo, per suo conto sciupone in controtendenza con la sua storia. Ora le finali, a Torino e Milano, con i nostri massicciamente presenti alla rassegna lombarda. Ci saranno infatti Musetti, che stavolta punta senza mezzi termini al successo finale, ci sarà Francesco Passaro, che esordirà contro Lehecka e in extremis anche Arnaldi, favorito dalla rinuncia di Rune. Per lui subito Nakashima, avversario di rango.

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