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Regionali, partito il gioco delle candidature: ressa nel centrodestra. Stefanelli-Fazzone verso il braccio di ferro

Marco Battistini
Dentro Fratelli d’Italia e Lega tutto sembra ruotare attorno alle due figure principali, ovvero Enrico Tiero e Orlando Angelo Tripodi. Espressione del capoluogo vengono considerati nettamente favoriti nella corsa ad un posto in Consiglio regionale.
Novembre 2, 2022
Gerardo Stefanelli vs Claudio Fazzone

Archiviato il capitolo dei sottosegretari i riflettori della politica si vanno concentrando sulle regionali del Lazio. In attesa di conoscere i candidati governatori, a livello locale si registrano movimenti importanti sulla composizione delle liste. Forza Italia ha da tempo deciso di puntare su Cosmo Mitrano, ex sindaco di Gaeta. 

Sempre dal sud pontino potrebbero emergere altri due profili femminili per Forza Italia: Eleonora Zangrillo, assessore a Formia e Tania Forte, sorella di Salvatore Forte, vice presidente del Consorzio industriale del Lazio. Nel nord della provincia avanza il nome di Roberta Dellapietà, consigliere comunale uscente a Latina.

Dentro Fratelli d’Italia e Lega tutto sembra ruotare attorno alle due figure principali, ovvero Enrico Tiero e Orlando Angelo Tripodi. Entrambi espressione del capoluogo (anche se il primo originario di Castelforte) vengono considerati nettamente favoriti nella corsa ad un posto in Consiglio regionale. Eppure anche in questi due partiti dal sud potrebbero arrivare delle sorprese. Il portavoce di FdI a Minturno, Vincenzo Fedele, potrebbe essere della partita, come pure il consigliere comunale di Fondi Stefano Marcucci. Ma attenzione alla quota rosa, dove sarebbe in pole position Ilaria Marangoni, consigliera comunale uscente a Terracina.
La prospettiva di avere 2 eletti rende interessante la partita dentro Fratelli d’Italia.
Nella Lega invece gli occhi sono puntati sul capogruppo di Formia Antonio Di Rocco, molto vicino a Claudio Durigon e Nicola Ottaviani. Di Rocco viene considerato come il vero candidato di punta del Carroccio nel sud pontino con possibilità concreta di elezione.
Per quanto concerne il Pd dal golfo viene preannunciata la discesa in campo di Carmela Cassetta, presidente dell’ente parco Riviera d’Ulisse. Non si esclude che un altro posto in lista possa provenire dalla stessa area geografica. Tra i papabili ci sarebbe Giovanni Costa, formiano e molto vicino all’onorevole Paolo Ciani, in quota Demos.

Dal M5S potrebbe uscire un nome importante. Paola Villa, ex sindaco di Formia, sarebbe la figura su cui si vanno concentrando le maggiori attenzioni. Per lei si è speso poco meno di una anno fa l’ex premier e leader pentastellato Giuseppe Conte. Inoltre avrà una rivale in meno dal momento che Gaia Pernarella, consigliera attuale del M5S in provincia di Latina, una volta terminato il secondo mandato non potrà ricandidarsi.

STEFANELLI-FAZZONE, FINE DELLA LIAISON?

 Particolarmente complesso è il quadro politico nel Terzo polo. Gerardo Stefanelli, sindaco di Minturno e presidente della Provincia di Latina vorrebbe scendere in campo e la richiesta di 15 milioni inoltrata ad Acqualatina per vecchie pendenze potrebbe preludere l’avvio della sua campagna elettorale. Il leader dei renziani pontini sa bene che a quel punto farebbe fatica a mantenere solidi gli equilibri a via Costa. Claudio Fazzone non gli consentirebbe di giocare in un campo avverso e peraltro minoritario sul piano elettorale. Al momento la sua candidatura è solo un’ipotesi. Il mandato da sindaco e presidente della Provincia scade nel 2026, ma entrambe le cariche stanno strette ad un politico di spessore come Stefanelli, da troppo tempo considerato pronto per un ruolo in un’assise regionale o nazionale. Il Terzo polo dovrebbe mantenere la sua autonomia rispetto alle due coalizioni principali e l’obiettivo del 10% su scala regionale appare a portata di mano, stando anche ai sondaggi post elezioni politiche.
Naturalmente Stefanelli avrà ancora tempo per riflettere sulla scelta, ma da ambienti romani il suo inserimento nella lista relativa alla circoscrizione di Latina viene data quasi per scontata.

CENTROSINISTRA, ADDIO CAMPO LARGO

L’area di centrosinistra sembra ben lontana dal convergere su un profilo comune per il candidato da opporre alla destra. Di qui l’accorato appello del governatore uscente. “Dopo Ignazio La Russa, Lorenzo Fontana e Giorgia Meloni che ha ricevuto la fiducia, faccio un ennesimo appello a Enrico Letta, Giuseppe Conte, Carlo Calenda e Matteo Renzi: non create le condizioni per dare alla destra la quarta figura monocratica in Italia: il presidente della Regione Lazio”. Zingaretti ricorda che si tratta di forze che hanno governato insieme nel Lazio “dimostrando che con spirito innovativo e unitario, ascoltandosi, si possono fare grandi cose. Nel Lazio, innanzitutto le persone, gli elettori che si riconoscono nell’attuale maggioranza, vogliono questo. Raccogliete questo orientamento per fare davvero di tutto per combattere uniti e vincere”.

Da Carlo Calenda è arrivato, fino ad ora, un segnale di apertura sul nome dell’attuale assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. Fonti di Azione, tuttavia, escludono che ci possa essere un ‘campo largo’ laziale: “E’ impensabile”. Ma sono anche i Cinque Stelle a frenare. Se, infatti, Roberta Lombardi e il M5s laziale hanno fatto capire chiaramente di essere pronti a discutere su un candidato unitario, il presidente Giuseppe Conte boccia l’ipotesi e chiede una figura istituzionale. Non Ignazio Marino. Il nome dell’ex sindaco di Roma era circolato nelle ultime ore, ma l’ipotesi è stata smentita dallo stesso Conte. Marino si dice, tuttavia, “non impreparato”, dato che il suo nome “viene fatto ad ogni scadenza elettorale”, confida in una intervista a Repubblica. Potrebbe prendere quota, allora, il nome di Enrico Gasbarra che fonti dem confidano poter schierare per evitare una corsa fratricida fra i due esponenti di spicco della segreteria Pd, il vice presidente della Giunta Zingaretti, Daniele Leodori, e Alessio D’Amato. Il quadro, affermano fonti Pd, si definirà meglio a fine settimana o inizio della prossima, dopo le dimissioni di Zingaretti. Il presidente uscente sta attendendo che venga approvato un importante collegato alla legge regionale di bilancio contenente risorse per imprese e famiglie, aiuti contro il caro vita e il caro bollette e uno storico trasferimento di competenze urbanistiche a Roma, importante anche per la vicenda dello stadio della Roma il collegato, approvato dalla giunta, ha cominciato il suo percorso in commissione ed entro fine settimana dovrebbe essere approvato. Portato a casa il provvedimento, Zingaretti si dimetterà e da quel momento, è la speranza dei dem, la partita sulle candidature si farà seria.

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