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Alta Velocità più aeroporto: è l’ora di insistere 

Licandro Licantropo
Lo sviluppo del territorio passa attraverso progetti impegnativi e tanto coraggio. Le soluzioni al ribasso che circolano sull’utilizzo dell’area del Moscardini vanno rispedite al mittente.
Ottobre 29, 2022
Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle infrastrutture

Ci sono tutta una serie di fake-news che ormai da mesi circolano industurbate nel panorama dell’informazione locale. Veicolate probabilmente da soggetti più o meno titolati che cercano di imporre soluzione a dir poco bizzarre in grado di sviluppare o contribuire in qualche modo alla crescita della nostra provincia.

Insieme a queste, rispetto a qualche anno fa, emerge l’atteggiamento rinunciatario della nostra classe politica che spesso si accontenta del compitino invece di inseguire con forza, tenacia e convinzione progetti che potrebbero davvero cambiare il destino, una volte per tutte, di tutta la provincia. 

Sentir parlare della realizzazione di un impianto di pannelli fotovoltaici nell’area che potrebbe invece essere destinata ad ospitare lo scalo aereoportuale civile del basso Lazio (quando per questo tipo di installazioni la nostra provincia, a norma di legge, potrebbe destinare tutte le aree sottratte alla coltura e all’allevamento del perimetro Sin) senza che nessun sindaco, nessun consigliere regionale e nessun parlamentare si ribelli a un’ipotesi cosi al ribasso da la misura della debolezza che la classe dirigente del territorio rivela quando si tratta di sposare un percorso più impegnativo del solito. Sabato scorso, Antonio Pompeo, nella manifestazione che ha di fatto chiuso i suoi dieci anni come Sindaco e gli otto come presidente della Provincia di Frosinone, ha trattato con sufficienza la questione della fermata Tav dell’alta velocità. Infrastruttura che era stata annunciata con enfasi da Nicola Zingaretti qualche anno fa e che poteva diventare il grimaldello con il quale arrivare alla costruzione dell’aereoporto. Perchè qui nessuno ha ancora capito che l’aereoporto diventerà realizzabile, al di la delle superabili questioni autorizzative, quando le compagnie aeree troveranno le migliori e più performanti  condizioni di collegamento con Roma. Ecco perchè il progetto della Tav andava inseguito senza tentennamenti. E ora che al ministero delle infrastrutture c’è Matteo Salvini (mentore e sponsor dell’elezione in Parlamento dell’ex sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani) il primo dossier che dovrebbe arrivare sulla sua scrivania dalla nostra provincia dovrebbe riguardare proprio quella stazione Tav (Supino-Ferentino) misteriosamente sparita dai radar di Ferrovie dello Stato dopo che l’Ad di allora, Gianfranco Battisti venne qui a presentarla insieme al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

La sensazione è che tutta una serie di stakeholder una volta in prima fila nella promozione del territorio siano del tutto assenti. O in altre faccende affaccendati. Dalla Camera di Commercio a Unindustria, dal Consorzio Industriale del Lazio alle associazioni imprenditoriali la distrazione nei confronti della tematica riguardanti le grandi infrastrutture in questi ultimi anni è stata totale.

Non approfittare delle opportunità offerte dal Pnrr per trasformare l’attrattività del nostro territorio avvicinandolo a Roma e all’Europa potrebbe costituire una condanna senza appello per la provincia di Frosinone e per tutto il basso Lazio.

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