La due giorni di Champions ha espresso i suoi verdetti, nel segno della continuità. La quinta giornata ha infatti ribadito che tre italiane meritano l’approdo agli ottavi e stavolta è arrivato il conforto della matematica anche per l’Inter, mentre il Milan dovrà almeno pareggiare in casa col Salisburgo per ottenere il visto. La sola infelice del nostro quartetto è la Juventus, e questa è una bocciatura pesante, perché fa seguito a 8 qualificazioni di fila, sei delle quali arrivate con il primo posto nel girone. Finisce un ciclo, che ha portato a due finali e a tante gare recitate da protagonista ad ogni latitudine. Quel che spaventa e mortifica i tifosi juventini è però il come, visto che la Signora, da martedì un po’ più vecchia e acciaccata, ha perso 4 delle cinque gare giocate. Il solo bagliore è rappresentato dalla vittoria casalinga contro il Maccabi Haifa, che avendo vinto il ritorno in Israele ancora minaccia il terzo posto e l’ingresso in Europa League. Alla Juve, che ha una differenza reti nettamente migliore, basterà fare lo stesso risultato degli israeliani nell’ultimo turno. Al “Da Luz” la Juve ha rischiato però di subire una sconfitta di proporzioni epocali, perché sul 4/1 sembrava proprio che i lusitani volessero maramaldeggiare. Fallito il quinto centro in un paio di occasioni, il Benfica ha probabilmente interpretato come un atto di resa l’ingresso di Miretti, Soulé e Iling Junior. E invece proprio i classe 2003 hanno ridato corsa e voglia di lottare ai bianconeri, in gol con Milik e McKenney su iniziative di Iling Junior sul settore di sinistra dell’attacco juventino. E quando un colpo di testa di Gatti ha mandato la sfera a lambire il palo della porta lusitana, dando persino la sensazione del gol, stava per completarsi una delle rimonte più clamorose di sempre. Il frizzante finale non può però cancellare 70 minuti vergognosi, con alcuni storici giocatori come Cuadrado e Bonucci che hanno commesso scelleratezze di ogni tipo fino alla liberatoria sostituzione. Chiamato per ricostruire, Allegri ha preteso per la sua seconda stagione giocatori affidabili e dalla cifra tecnica incontestabile. Peccato però che Di Maria si sia visto poco e Pogba nulla. In tutto ciò i giovani vengono utilizzati col contagocce, al punto che il tecnico livornese affida la maglia da titolare a giocatori fuori ruolo (Alex Sandro centrale difensivo, Danilo interno di centrocampo), pur di non schierare giocatori dall’esperienza relativa. Fuori dalla Champions e ottava in campionato, la Juve ha bisogno di una svolta, fermo restando che i ritorni di Di Maria, Pogba e Chiesa potranno aggiungere tanta qualità. La qualità di Leao e del Milan di Pioli sembra certificata da un campionato fin qui eccellente e da una Champions condotta con piglio sbarazzino. Il modo in cui i rossoneri hanno violato il campo della Dinamo Zagabria è stato convincente, persino al di là del largo risultato di 4/0. Ora non resta che lo sforzo conclusivo: con il conforto del pubblico amico e con due risultati su tre a disposizione, il Salisburgo sembra ostacolo tutt’altro che invalicabile. Ha chiuso il discorso qualificazione l’Inter, che per non essere da meno ai cugini ha segnato quattro gol al modesto Viktoria Plzen. Tutto perfetto nella gara di San Siro, con ritorno in campo e ritorno al gol di Lukaku. E il Napoli delle meraviglie? Un 3/0 d’ordinanza ai Rangers di Glasgow, con il Cholito Simeone in bella evidenza e 20 gol segnati in 5 gare. Mai nessuna squadra italiana era riuscita in una simile impresa. Per conquistare il primo posto del girone il Napoli può permettersi di perdere fino a tre gol di scarto sul campo del Liverpool. E con questo Napoli spumeggiante può ben dirsi un primato in cassaforte.