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Gennaro Borrelli, una zuccata che vale il primato

Roberto Mercaldo
I Canarini superano il Bari all’ultimo assalto e ora comandano la classifica.
Ottobre 23, 2022

Gennaro Borrelli, molisano, professione centravanti e  uno stadio quasi pieno, il Benito Stirpe di Frosinone, in un pomeriggio d’autunno che sa di recrudescenza d’estate, raccontano una storia.
É una storia di sport,  nemmeno troppo originale, perché nello sport sovente si vince all’ultimo assalto. Però ai tifosi della Nord sembra bellissima, ineguagliabile e lo gridano a quel cielo distratto o forse persino un po’ stupito.
L’urlo del gol non ha eguali. É una gioia intonsa e primigenia, è un grido d’amore, un sussulto, una rivoluzione.
E il Frosinone è l’Emiliano Zapata del torneo cadetto, perché nessuno lo attendeva lì, in vetta alla classifica. Invece Gennaro Borrelli, gol a Venezia per chiudere il conto e paziente in panchina fino al “vai e segna” di Grosso, lo aveva immaginato proprio così, quel caldo pomeriggio d’autunno. Tutti quelli che indossano maglietta e pantaloncini sanno che tra i sogni e i responsi del rettangolo di gioco a volte ci passa un oceano. Però Borrelli, professione centravanti, entrando in campo in questo Frosinone-Bari che valeva la vetta, sembrava presagire quel momento di gloria. Al minuto 92 Frabotta, anch’egli chiamato in causa a gara in corso, scodella dalla corsia di competenza un pallone che somiglia a una preghiera. Il nutrito pacchetto arretrato barese ha fatto di necessità virtù, specie dal momento in cui l’improvvido piede alto di Bellomo ha prodotto l’inferiorità numerica dei galletti.
La palla calciata da Frabotta giunge nel cuore dell’area ospite, dove di regola c’è un barese pronto a spazzare, ma stavolta c’è lui, l’uomo del destino. Salta con tempismo perfetto e inzucca potente e preciso. É la ricetta del gol, solo che al 92′ il gol ha un sapore speciale.
Il boato dello stadio copre tutto e tutto cancella. Non hanno più alcun senso i cocciuti e vani tentativi degli instancabili giallazzurri, la difesa ad oltranza degli ospiti, le loro  soste sul terreno di gioco ad ogni contatto. Tutto prescritto, tutto superato da quello scacco matto in due mosse: cross di Frabotta, colpo di testa di Borrelli e gol. Frosinone vince ed ora è primo a braccetto con il Genoa: sette successi in dieci gare e migliore difesa del campionato. Tutto vero, signori. Grosso e i suoi ragazzi vogliono continuare così, senza proclami, gara dopo gara. Spesso decidono i subentrati. È una bella abitudine, ma ogni copione è bello quando porta all’urlo dolce del gol. Avanti così, Frosinone!

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