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La scossa di Pompeo al Pd, i dubbi amletici del Terzo Polo. Solito centrodestra: senza accordo e all’ultimo tuffo

Licandro Licantropo
Domani per Pompeo è un giorno importante: aprirà la campagna elettorale per le Regionale. Interessante vedere quanti amministratori locali del Pd interverranno. E anche quanti non del Partito Democratico.
Ottobre 21, 2022
Antonio Pompeo

Domani Antonio Pompeo chiuderà una fase importante della sua carriera politica, quella di sindaco di Ferentino e presidente della Provincia. Per aprire di fatto la campagna elettorale per le regionali. Avrà il supporto di Dario Nardella e Michele De Pascale, primi cittadini di Firenze e di Ravenna. Ma sarà interessante vedere quanti amministratori locali del Pd interverranno. E anche quanti non del Partito Democratico. Non sarà indifferente verificare se parteciperanno Francesco De Angelis e Sara Battisti (Mauro Buschini farebbe notizia). Quindi il segretario della federazione provinciale Luca Fantini. Anche perché nella recente campagna elettorale per le politiche Fantini ha portato avanti un suo “tour”, mentre Pompeo ne ha fatto un altro. Buschini si è mosso autonomamente. 

Alle regionali ognuno fa corsa sé ma in ogni caso un minimo di gioco di squadra serve. Nelle ultime ore sta avanzando un’idea riguardante i tre leader candidati. Non ci saranno “ticket” fra loro. Mauro Buschini, Sara Battisti e Antonio Pompeo concorreranno in tandem con altri esponenti. Ne dovranno essere indicati tre oltre loro: due donne e un uomo. In questo modo dai blocchi di partenza si scatterebbe con le medesime condizioni.

Francesco De Angelis sta facendo capire in maniera quasi plateale che il suo impegno in questa fase è tutto per il ruolo di presidente del Consorzio industriale regionale. Aspetterà l’evolversi della situazione e soltanto alla fine deciderà se effettuare “endorsement” espliciti. Ma è difficile.

LA RIVENDICAZIONE TARDIVA

Qualche giorno fa, nella riunione della direzione provinciale, il segretario Luca Fantini ha ammesso che tra gli errori commessi c’è stato quello di non rivendicare con abbastanza forza una candidatura eleggibile del territorio. Cioè quella di Francesco De Angelis come capolista nel collegio proporzionale dove poi è stato eletto Matteo Orfini. Un “mea culpa” apprezzabile (meglio tardi che mai) ma irrimediabilmente tardivo. Anche perché è la seconda volta consecutiva che avviene: nel 2018 sempre De Angelis  dovette “scansarsi” per fare posto a Claudio Mancini. Quando sono state decise candidature e caselle il video di Ruberti non era ancora stato diffuso. L’autocritica di Fantini sancisce non soltanto lo scarso peso politico della federazione provinciale sui tavoli regionale e nazionale, ma pure le spaccature interne. A mettersi di traverso sull’indicazione di De Angelis è stata gran parte dell’area cassinate, guidata dal sindaco Enzo Salera, eternamente sospeso tra voglia di “strappare” e tentativi di ricucire. Fantini però dovrebbe riflettere pure su altro: alle comunali il Pd è andato a volte diviso (Cassino), a volte senza simbolo sulla scheda (Ceccano), a volte a rimorchio di altri candidati (Sora), a volte senza alleanze (Frosinone). E’ una questione di linea politica e di candidati. In questo senso un congresso “costituente” servirebbe anche in Ciociaria oltre che sul piano nazionale.

IL LETARGO DEL TERZO POLO

Archiviato il risultato delle politiche, cosa intende fare il Terzo Polo in provincia di Frosinone? Non bastano certo i comunicati stampa di Antonello Antonellis, referente di Azione. Innanzitutto l’alleanza con Italia Viva andrà avanti: Germano Caperna, Valentina Calcagni e Salvatore Fontana sono d’accordo? Potrà esserci o no una candidatura di area alla presidenza della Provincia? Nei mesi scorsi non si è fatto altro che parlare di questo. Il nome era quello di Massimiliano Quadrini, sindaco di Isola del Liri. Ma soprattutto, dove e con chi si collocherà il Terzo Polo alle provinciali? Alle regionali non si capisce francamente se Carlo Calenda vuole far parte del Campo largo oppure no. Indipendentemente da questo però, in provincia di Frosinone servirebbe una strategia concordata e netta. Finora è stata intermittente e fumosa, dopo che nella fase della campagna elettorale Antonellis (solo lui però) era sembrato sponsorizzare la linea dell’accordo con il centrosinistra. Linea naufragata naturalmente. Adesso è arrivato il momento di capire e sapere se e come il Terzo Polo andrà avanti. Coinvolgendo però gli amministratori che hanno preso (loro sì) i voti nei vari Comuni mettendoci la faccia.

IL CENTRODESTRA

Le elezioni politiche hanno confermato che sono due gli uomini forti della coalizione in provincia di Frosinone: Massimo Ruspandini e Nicola Ottaviani. Entrambi deputati, entrambi segretari provinciali dei rispettivi partiti, Fratelli d’Italia e Lega. C’è però un fatto che non può essere ignorato. Anche in Ciociaria il partito di Giorgia Meloni ha il triplo dei consensi di quello di Matteo Salvini, giunto sostanzialmente a pari merito con Forza Italia. Logica vorrebbe che gli alleati riconoscessero un dato di fatto. Ma se non succede a livello nazionale (dove Berlusconi ma pure Salvini “soffrono” il ruolo della Meloni), nessuno si meraviglia delle difficoltà sul piano locale. Tutti i protagonisti concordano sull’importanza di esprimere il presidente della Provincia, per le competenze di un ente strategico e a tratti fondamentale. Quando però si tratta di passare dalle buone intenzioni alle scelte, nessuno si muove. Il centrodestra ancora una volta arriverà all’ultimo istante utile, senza aver preparato le condizioni per una scelta unitaria. La fuga in avanti della Lega ha reso ingarbugliata la situazione: ci riferiamo alla scelta del sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli di fare l’appello al voto per i candidati del Carroccio. Ora rimettere a posto i cocci sarà complicatissimo.

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