“Se è un sogno, non svegliateci”, l’abusato slogan che fotografa un momento d’inattesa felicità, può ben applicarsi al caso concreto del Frosinone Calcio. Siamo in una fase non troppo matura dei rispettivi campionati. In archivio sono andati solo 9 turni del torneo cadetto e 8 del massimo campionato giovanile. In entrambi ci sono club che hanno organici in grado di cambiare le attuali gerarchie. Però è bello guardare le classifiche e scoprirsi lì su, dove neanche il più ottimista dei tifosi giallazzurri avrebbe sperato di essere. Se la prima squadra non è nuova a tali exploit, avendo già vinto due volte il campionato di B, per la neo promossa formazione di Gorgone è una situazione del tutto imprevedibile e senza precedenti. C’è in verità una storica e recente conquista del settore giovanile giallazzurro, ma riguarda la Berretti. Era il 2012, quando la compagine allenata da Roberto Stellone, superando al Brianteo il Cuneo, si fregiò del titolo italiano di categoria. Di quella squadra facevano parte anche Luca Paganini, Mirko Gori e Daniele Altobelli, che presto trovarono gloria nella formazione maggiore. I primi due, al pari del tecnico Stellone, avrebbero addirittura raggiunto la serie A e scritto pagine importanti nella storia del club. L’attualità racconta invece di un Cesena-Frosinone 0/1, con Maestrelli a griffare un successo che vale il primato solitario. La concomitante caduta della Juventus di Paolo Montero a Bologna (4/2 per i felsinei lo score del match) ha determinato il sorpasso. Ora il Frosinone, coi suoi 19 punti, frutto di 6 vittorie, un pari ed una sola sconfitta, ha due lunghezze di margine su una coppia composta da Roma e Juventus. L’auspicio è che il cammino possa proseguire, ma soprattutto che, come accadde a quella Berretti di 10 anni fa, dal serbatoio possano venir fuori elementi utili a dar vigore alla prima squadra. Cosa accade intanto nel torneo cadetto? Di rilievo la crisi del Como, che a dispetto dei nomi altisonanti, leggi Fabregas, Cutrone e Baselli, si ritrova al penultimo posto di una classifica chiusa dal Perugia, ieri sconfitta nel posticipo dal sorprendente Sudtirol. In difficoltà anche il Pisa, che però con grande orgoglio ha rimontato dall’1/3 al 3 pari sul campo di un Palermo che fatica a trovare equilibri e continuità di risultati. Inattesa anche la posizione di retrovia del Benevento di Fabio Cannavaro, che però ha nelle assenze contingenti una parziale spiegazione al momento di difficoltà. L’eroe dei mondiali 2006 fa parte del nutrito contingente di campioni del mondo che ora guidano compagini di B. Al frusinate Grosso, al reggino Pippo Inzaghi e al citato Cannavaro si è infatti aggiunto Daniele De Rossi, che è da pochi giorni il tecnico della Spal. Il romano ha esordito impattando in bianco contro il Cittadella. L’unica squadra capace finora di star davanti a quella canarina, per un solo punto, è la sorprendente Ternana di Lucarelli, che a Benevento ha rimontato da 0/2 fino al 3/2 che è valso la vetta. Difficile dire se Partipilo e compagni abbiano i mezzi per restare nei quartieri alti fino in fondo, ma il piglio sbarazzino con cui gli umbri affrontano le gare è un certificato di garanzia non trascurabile, visto che in cadetteria l’atteggiamento la voglia giusti sono un patrimonio prezioso. Prezioso è senza dubbio l’apporto che Fabio Grosso riceve settimanalmente dai subentranti. Anche a Venezia, a cambiar la gara sono stati gli innesti, e in specie Frabotta, Mulattieri e Borrelli. Questa panchina lunga dimostra la bontà dell’organico allestito da Angelozzi e la coesione di un gruppo nel cui contesto nessuno è scontento. Dal fischio iniziale o a gara già in parte consumata, fa lo stesso. L’importante è incidere, metterci grinta, corsa e feroce volontà. Il big match con il Bari è già iniziato: nei bar, per le strade, nelle case e sui balconi si parla del Frosinone e delle sue meraviglie. È un déjà vu, ma non per questo è meno bello. I canarini volano alti nel cielo della B.