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Il Napoli gioca al poker anche fuori dai confini

Roberto Mercaldo
Impresa dell’Inter in Catalogna e qualificazione vicinissima.
Ottobre 13, 2022

Due indizi fanno una prova. Quattro la rafforzano e le danno sembianze di certezza. E allora il Napoli può sorridere, perché il quarto successo su altrettante gare europee è arrivato con il conforto dei soliti 4 gol, che hanno portano la differenza reti a un più 13 di assoluto rilievo. In verità l’Ajax ha provato a mettere in discussione il successo dei partenopei, esibendo quella volontà che a certe latitudini è evidentemente nel dna. Per una squadra sotto di due gol in un amen, e bastonata a domicilio nel match di andata, trovare il coraggio di reagire è comunque lodevole. L’Ajax lo ha fatto, ma ha in tal modo ridestato lo spirito guerriero del team di Spalletti. Così, ai gol di Lozano e Raspadori (bellissimo il suo sinistro fulminante), il Napoli si è visto costretto ad aggiungere quello dal dischetto di Kvaratskhelia, che sarà a lungo l’incubo dei giornalisti perché scrivere il suo nome è facile quanto risolvere un’equazione polinomiale, e quello di Osimhen, il cui nome è più semplice ma la cui forma fisica un po’ più lontana. E allora 4/2 e tutti contenti, il Napoli per aver rafforzato il primato nel girone e l’Ajax per aver dimostrato quell’indole pugnace che nel calcio serve eccome, quale che sia la cifra tecnica. Indole guerriera l’ha mostrata anche l’Inter in Catalogna, in 96’ ricchi di gol fatti, di gol divorati, di disattenzioni fatali e di prodezze individuali. Così, nonostante il parere contrario del signor Lewandowski, che quando vede il tricolore scatena la sua proverbiale e mai sazia voglia di far gol, l’Inter ha lasciato il Camp Nou con un pareggio di platino. Il rocambolesco 3/3 non la dice tutta sulla prestazione dei nerazzurri, che avrebbero addirittura meritato l’intera posta, ma spalanca le porte degli ottavi, perché per superare il turno basterà battere a San Siro il Viktoria Plzen. Resta un po’ di rammarico per la colossale occasione del 4/3 sciupata da Asllani, ma il visto è lì, a un passo, e poter essere arbitri del proprio destino è sempre una condizione confortante. Ha ancora intatte possibilità di approdare al secondo turno anche il Milan, sebbene il doppio confronto con il Chelsea abbia complicato le cose. L’eccesso di zelo del signor Siebert, che ha punito con grande severità l’irruenza di Tomori, indirizzando in tal modo il match su un binario favorevole agli inglesi, pesa sul verdetto di San Siro, ma Salisburgo e Dinamo Zagabria non sono avversari di primissima fascia e perciò l’undici di Pioli ha il dovere di crederci ancora. Un Milan formato campionato non dovrebbe avere troppi problemi nel conquistare l’accesso al secondo turno. Paradossalmente, nell’anno in cui le altre stanno per chiudere felicemente i propri gironi eliminatori la Juventus, reduce da 9 qualificazioni nelle ultime 10 partecipazioni, ha praticamente azzerato le sue chance di approdare agli ottavi, perdendo sul campo del Maccabi Haifa. Una squadra senza identità e senza rabbia si è consegnata alle ansie di gloria degli increduli israeliani e ora solo la matematica consegna un’ipotetica possibilità a quota nove. Salvare almeno il terzo posto è l’obiettivo reale, per cercare in Europa League un riscatto che alla luce di quanto visto appare però improbabile.

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