Tradizione rispettata. Anche il super campionato, quello con presenze così nobili da meritarsi l’appellativo di A2, ha ribadito l’imprevedibilità del torneo cadetto. Sei giornate sono davvero poche per avventurarsi in analisi e giudizi che non abbiano l’inquinante requisito dell’approssimazione. La partenza però ha una sua valenza, non tanto aritmetica, quanto psicologica. È ovvio che i ritardi generati da questo primo scorcio di torneo non siano incolmabili, ma rappresentano un indice che non può essere ignorato. I primi a pensarla così sono i presidenti, visto che alcune panchine hanno già cambiato padrone. Altro che panettone, i tecnici meno abili e fortunati in avvio non sono arrivati neanche alle… caldarroste o al vino novello. Il primo avvicendamento era avvenuto a Palermo, dove Baldini aveva detto addio al club rosanero rassegnando le dimissioni addirittura prima del via, con panchina affidata ad Eugenio Corini. Esonero lampo per Leandro Greco al Sudtirol, che già a fine agosto ha ritenuto di dover imprimere una svolta chiamando Pierpaolo Bisoli. Ora, in coincidenza con la sosta del campionato, ben 4 club hanno deciso di cambiare il condottiero, sebbene 6 gare rappresentino meno di un sesto dell’intero torneo. Il Perugia, sconfitto nel derby umbro al Liberati, ha rimosso il sergente di ferro Fabrizio Castori affidando la squadra proprio a quel Silvio Baldini che aveva iniziato il valzer con il suo rifiuto di proseguire nel capoluogo siciliano. In arrivo anche il nome del nuovo tecnico del Como, dopo che Gennaro Gattuso si è fatto da parte per motivi di salute. Sembra ormai certo l’approdo sulle rive del Lario di Moreno Longo, il tecnico della seconda promozione in A del Frosinone. Altra panchina che cambia padrone è quella del Pisa, con Maran esonerato dopo l’avvio davvero poco brillante. Richiamato Luca D’Angelo, che alla guida dei toscani aveva fatto benissimo, prima di essere sorprendentemente rimosso dall’incarico. A completare il piccolo terremoto, ecco l’avvicendamento tecnico nel Benevento: sussurrato, smentito ed ora in dirittura d’arrivo. Caserta ha visto scadere la fiducia a tempo accordatagli dal patron Vigorito e si attende in giornata il sì di Fabio Cannavaro, che sta definendo i dettagli con il diesse beneventano Pasquale Foggia. In questo tourbillon di avvicendamenti, chi invece lavora con grande serenità è Fabio Grosso: tre vittorie casalinghe in altrettante gare e il successo in avvio a Modena, che in qualche modo compensa le infruttuose e sfortunate trasferte di Benevento e Cittadella. Il club giallazzurro, che ieri ha compiuto 94 anni, veleggia nelle zone nobili della graduatoria, a tre soli punti dalla coppia regina, formata da una squadra attesa, il Brescia, e da un’altra decisamente meno pronosticata, la Reggina. Le rondinelle lombarde hanno perso un solo match, proprio a Frosinone ed in modo sonoro. I calabresi sono caduti a Terni, alla seconda giornata, perdendo però di misura. Delle grandi annunciate, Genoa e Cagliari sembrano ancora un po’ in difficoltà nel trovare il giusto approccio con la categoria, mentre Parma, Benevento e soprattutto Venezia per ora annaspano nel mare agitato della B. La pausa servirà a tutti, perché riordinare le idee di deve e si può, dopo questo frenetico e sorprendente avvio.