Una rivoluzione. La massima serie del campionato italiano di calcio arriva alla pausa col botto. Per ritrovare una caduta concomitante di Juventus, Milan, Inter e Roma bisogna infatti tornare indietro di quasi 70 anni. Era il 13 febbraio del 1955. Allo Stadio dei Centomila la Lazio del duo Raynor e Copernico battè la Juventus per 2/1, con doppietta di Bredesen. Per i bianconeri, che nella circostanza patirono l’espulsione di Giampiero Boniperti, segnò il momentaneo 1-1 Montico. Ancora più clamorosa la caduta del Milan, che quell’anno vinse il campionato. Bela Guttmann, nonostante il primo posto occupato in classifica, fu esonerato e sostituito da Ettore Puricelli. In quel 13 febbraio Nordahl e compagni furono sconfitti in casa per 3/1 dalla Sampdoria, a segno con Ronzon, Conti e Mari. Per il Milan in gol Vicariotto e anche in questo caso per un momentaneo 1/1. E i cugini nerazzurri? Quella allenata da Alfredo Foni non era una squadra di vertice, ma la sconfitta al Comunale di Ferrara contro la Spal, con reti nel finale di Olivieri e Morin a scrivere il 2/0 dei ferraresi, fu comunque sorprendente. Decisamente contro pronostico fu la caduta della Roma a Genova, contro il Genoa. I capitolini, che avevano acquistato Bertuccelli dalla Juve e Nyers dall’Inter, chiusero quel campionato al terzo posto. La gara del Ferraris la decise Frizzi, al minuto 83. Dopo 67 anni e 7 mesi, riecco le tre grandi del calcio e la Roma che cadono in modo concomitante. Somiglia a un tonfo la caduta della Juventus, sconfitta a Monza da una squadra che per sei giornate aveva cercato invano il primo sorriso della sua storia in massima serie. Una squadra in clamorosa difficoltà sul piano del gioco, ha lasciato che fosse il Monza a fare la partita. Quando Di Maria si è fatto espellere per un fallo di reazione su Izzo, benché fossero le 15,40 ed il sole inondasse il Brianteo, per i bianconeri è scesa la notte. Nella ripresa l’epilogo più logico, con Gytkjaer a punire l’incapacità degli storditi ospiti. Una delle sconfitte più pesanti della storia, non già nelle proporzioni, ma nella sostanza di una Juve che ha smarrito la propria identità. Caduta fragorosa anche per l’Inter, che a differenza dei bianconeri ha provato con tenacia ad opporsi alle voglie di un’Udinese irresistibile in ripartenza. In vantaggio al pronti via, grazie a una prodezza di Barella, l’undici di Inzaghi ha scoperto strada facendo quante e quali risorse avesse il team friulano. Devastante nel finale, la sbarazzina banda di Sottil, ma per l’Inter affiorano punti di domanda perché tre sconfitte in sette gare sono troppe. Il Milan ha perso in casa, ma ha giocato una buona gara contro il Napoli. Grande calcio a San Siro tra le due squadre migliori (almeno in questo momento) del nostro campionato. L’ha decisa il Cholito Simeone, dopo che Giroud aveva dato un senso compiuto alla rincorsa rossonera. Ad aprire le danze di una scoppiettante ripresa era stato il rigore di Politano. A completare il poker dei nobili capitomboli, ecco il ko casalingo della Roma, contro un’Atalanta cinica e fortunata. I giallorossi si sono confermati Dybala-dipendenti, perché a dispetto di una gara ben giocata non sono riusciti a concretizzare nemmeno un’occasione. La sensazione è che il tasso di praticità dell’attacco giallorosso sia prerogativa quasi esclusiva dell’argentino, fermatosi in riscaldamento per un fastidio al flessore. In vetta Napoli e Atalanta, un punto dietro l’Udinese. In Germania comanda l’Union Berlino, in Premier l’Arsenal. In Europa spirano venti di cambiamento, ma a garantire la tradizione c’è la Liga. Lì comanda il Real Madrid.