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Beffa in salsa francese, la semifinale svanisce

Roberto Mercaldo
Il quintetto azzurro fallisce i liberi della sicurezza e poi perde all’extra time.
Settembre 15, 2022
Simone Fontecchio

Brucia. Tra i mille modi di perdere una partita l’Italbasket di coach Pozzecco ha scelto quello più doloroso. Una partita giocata in modo magistrale e praticamente vinta cancellata da un harakiri inatteso e doloroso. “Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore” dovremmo trasformarlo in “Simone non aver paura di tirare i liberi decisivi”. Eh già, uno dei principali artefici di questo bellissimo Europeo ha avuto in sorte l’errore che non si cancella. A 19” dalla fine l’Italia è a più due, 77/75. Era a più sette a 2’ dall’ultima sirena, ma la gestione non ottimale degli ultimi attacchi ha portato la Francia a un dipresso, infida come un dardo avvelenato. Il fischio arbitrale premia Simone Fontecchio, come sempre tra i migliori, forse addirittura il migliore degli azzurri. Simone va in lunetta, consapevole che un 2 su 2 chiuderebbe i giochi. Il primo tiro rimbalza sul secondo ferro e non entra. Nel secondo Simone d’improvviso sente le braccia pesanti e il cuore in gola. Lui è forte come un toro e ha coraggio da vendere, come ha mostrato mettendo la tripla da fantascienza del 75/68. Però quella rimonta dei galletti, improvvisa e quasi illogica mei secondi finali, è una mosca fastidiosa che ronza nel cuore. Il secondo libero arriva appena al primo ferro: rimbalzo francese, palla a Huertel che riscrive la parità a 5 secondi dalla fine. Time out per l’ultimo attacco Italia e la responsabilità del tiro la prende ancora lui: un tiro non semplice, che il ferro respinge ancora. Over time. In teoria è tutto ancora possibile ma chi sa di sport ha già capito come finirà. C’è una squadra al galoppo e l’altra a terra, disarcionata. E non è un film di quelli che a un certo punto “arrivano i nostri”. È una contesa sportiva, dove l’entusiasmo dell’uno e le certezze sgretolate dell’altro scavano un abisso. Due minuti di ulteriore equilibrio, il tecnico a Poz, Spissu che non si arrende, poi la notte. Piange Nick Melli, piange il coach. Il sogno si era avverato, perché l’Italia, dopo un primo tempo complicato, aveva giocato il terzo quarto dei sogni. Francia seppellita di canestri, sul tabellone un 62/56 dal 31/38 dell’intervallo lungo. Trentuno punti confezionati nel terzo quarto e un’Italia identica a quella che aveva schiaffeggiato la Serbia. Bene per 7-8 minuti dell’ultimo quarto, poi l’Huertel che non ti aspetti e i centimetri di Gobert a riscrivere il finale. E quei liberi che Simone rivedrà ancora nei suoi incubi. Verdetto ingiusto, reso ancor più amaro dal ko della Slovenia di Doncic. In semi avremmo trovato la Polonia. La mente torna ai due attacchi un po’ troppo frenetici di Mannion quando sembravamo in controllo, a quel 64/56 scritto da Pippo Ricci, a Spissu che penetra nella difesa dei giganti. La mente torna al terzo quarto dei sogni e all’esultanza guascona di Polonara quando sembrava che… L’Italbasket c’è, in barba a quei liberi maledetti. “Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”. La rivincita ce la prenderemo a casa loro, firmata Polonara, Fontecchio, Spissu e… Gallo. Ma stavolta hanno vinto… i galletti.

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