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Il pericolo fascista sventolato nella Latina ‘colettiana’ impotente davanti alla generazione Atreju

Marco Battistini
In fin dei conti nulla di nuovo se pensiamo che con Berlusconi nel 1994 la ‘gioiosa macchina da guerra’ allestita da Achille Occhetto caratterizzò tutta la propria campagna elettorale sul pericolo rappresentato dal missino Gianfranco Fini e dal Cavaliere nero.
Settembre 14, 2022
Chiara Colosimo

Data ormai per scontata la vittoria della destra alle prossime elezioni politiche, il mainstream sembra concentrare le maggiori attenzioni sui rischi incombenti per la democrazia in Italia. In fin dei conti nulla di nuovo se pensiamo che con Berlusconi nel 1994 la ‘gioiosa macchina da guerra’ allestita da Achille Occhetto caratterizzò tutta la propria campagna elettorale sul pericolo rappresentato dal missino Gianfranco Fini e dal Cavaliere nero.

LA GENERAZIONE ATREJU AL POTERE

In realtà la classe dirigente della destra, soprattutto di Fratelli d’Italia non ha punti di contatto neanche con il vecchio Movimento Sociale italiano. In campo c’è un gruppo che si è formato sotto la spinta di Giorgia Meloni negli anni, creando un nuovo sentiment di destra. Chiara Colosimo, candidata di FdI a Latina è stata perentoria. “Se una vittoria della destra potrebbe essere un ‘pericolo per la democrazia’, come dice qualcuno? -ha detto la Colosimo rispondendo ad una domanda provocatoria- Trovo questa campagna elettorale portata avanti dal Partito democratico ma anche dal Movimento Cinque Stelle molto triste e completamente fuori luogo. Innanzitutto stiamo andando a elezioni democratiche, e quindi laddove Giorgia Meloni, come io mi auguro, dovesse diventare presidente del Consiglio, lo farà con la legittimazione popolare, quella che peraltro fin qui è sempre mancata. Noi come Fratelli d’Italia crediamo che il suo percorso sia garanzia non soltanto di novità ma di competenza, che è quello che in questo momento serve all’Italia”. Chiara Colosimo, da buona militante, ha rivendicato le sue origini ed il suo percorso formativo in politica. ”I giovani non sono una categoria protetta. Vietato passare dalle quote rosa alle quote giovani -ha affermato a Latina- sostenere i giovani vuol dire unicamente dar loro gli strumenti per competere alla pari degli adulti e dei loro coetanei nel mondo. Per i giovani ci vogliono infrastrutture, anche digitali, scuola, università e formazione utili per un veloce e proficuo inserimento nel mondo del lavoro e reali sostegni per chi costruisce una famiglia. Giorgia Meloni si aspetta da me e dalla generazione Atreju lo stesso spirito che ci ha portato a militare da ragazzini, la forza e la risolutezza di combattere sempre e solo le battaglie che riteniamo giuste e utili alla nostre comunità territoriali e nazionali”.

L’ANTIFASCISMO UNICO TRAINO DELLE SINISTRE

La campagna di odio che una certa sinistra porta avanti da decenni contro la destra ha Latina tra i centri prediletti. Dopo alcuni reportage della stampa nazionale sul capoluogo pontino, da sempre vicino alla destra, non sono mancati interventi particolarmente ricchi di astio. Valeria Campagna, capogruppo uscente di Lbc al Comune di Latina, non ha perso l’occasione per prendere di mira Giorgia Meloni.
“Non sarà la voce di pochi a coprire il grido di molti. Un grido di speranza, solidarietà, legalità ed antifascismo -ha dichiarato Valeria Campagna– un grido che trova forza anche a Latina. Soprattutto dopo la rivoluzione della normalità del 2016: Damiano Coletta e Latina Bene Comune hanno avviato un progetto civico, sposato da una città entusiasta, che ha imposto regole e legalità dove non ce n’erano”.
Dalla Campagna arriva una presa di posizione dura nei confronti della leader di Fratelli d’Italia. “Non dovrebbero mai esserci dubbi sull’antifascismo- ha spiegato Campagna– dovrebbe essere un prerequisito per la politica. Un prerequisito sul quale Giorgia Meloni non si è ancora espressa fino in fondo. In questi giorni, in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, la vediamo impegnata a migliorare (a provarci) l’immagine di sé agli occhi dell’Europa e dei partner internazionali. Continua a dire che con lei al Governo non ci sarà nessuna svolta autoritaria o sovversiva ma allo stesso tempo non è mai riuscita a chiarire in maniera inequivocabile la sua posizione nei confronti della matrice fascista del suo partito. Quella fiamma tricolore, eco del Movimento Sociale Italiano, è ancora lì ad ardere all’interno del simbolo di Fratelli d’Italia, ed è una visione che mi (ci) fa rabbrividire. Un simbolo che a Latina e provincia conosciamo bene: qui Giorgia Meloni è stata eletta, qui Fratelli d’Italia è balzato alla cronaca per collusioni con criminalità organizzata ed inchieste giudiziarie. Più e più volte. I nostri sforzi continueranno ad andare, ancora, nella direzione del contrasto di tutto questo”. 
Anche a Latina la sinistra conferma di essere sostanzialmente senza argomenti e si limita a ricompattare il voto antifascista. Che a distanza di 70 anni appare un’arma spuntata. 

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