Il derby tra i tennisti rampanti del Bel Paese non ci sarà. Ad impedire che Jannik Sinner e Lorenzo Musetti si affrontassero in un ottavo di finale di Flushingh Meadows è stato Ilya Ivashka, bielorusso. Il “bombardiere” di Minsk, che in carriera non era mai andato oltre il terzo turno della competizione americana, ha giocato un match di grande sostanza, ma ha anche approfittato di un Musetti condizionato dalle vesciche alla mano, che fin da inizio match hanno richiesto medical timeout. Senza la problematica presentatagli, il toscano avrebbe contrastato meglio le bordate del bielorusso, ma è impossibile ipotizzare quanto meglio. Il verdetto del campo è stato amaro, a dispetto di un secondo set in cui Musetti ha mostrato buone cose e ha vinto con merito il parziale. A inizio terzo set però le cose hanno ripreso ad andar male, perché il pallino del gioco è stato sempre in mano al biondo di Bielorussia, frangetta anni 80, servizio solido come un badile, colpi da fondo pesanti. Sembrava un tacito “Ti spiezzo in due” quello sguardo di sfida ad ogni cambio campo. Lorenzo però non è ancora un “Rocky” e nella battaglia resa ardua dalle piaghette ha finito col soccombere inesorabilmente, benché abbia tentato di salvare il quarto set con controbreak al settimo gioco, poi però non confermato nel successivo. Le velleità ulteriori di “Ilya che viene dal freddo” passeranno al vaglio di un ragazzo nato tra le montagne della nostra bella Italia. Il ciuffo rosso di Jannik e il suo sorriso compiaciuto dopo la fatica con Nakashima sono l’immagine copertina di 2 ore e 59 di lotta relativa. In realtà la vera lotta ha riguardato la prima metà dell’incontro. Dopo il primo set, perso, Sinner ha provato a rimettere subito le cose a posto, ma Nakashima operando un controbreak ha prolungato la fase di incertezza e ingigantito i dubbi nella testa di Jannik. In chiusura di set però l’altoatesino ha chiuso i giochi e da quel momento la partita è finita, per lasciar posto a un’esibizione di efficienza dei colpi al rimbalzo. Davvero superlativa la capacità di condurre lo scambio su ritmi impressionanti, con in saldo ampiamente attivo tra vincenti e gratuiti. È arrivata anche la prima a supportare le ansie di vittoria di Jannik, che ha realizzato 16 ace, mettendo in campo oltre il 64% di primi servizi, col 72% di produttività. E allora, niente partita, perché Brandon Nakashima si è arrampicato sulle vette della buona volontà, ma non ne ha colto i fiori sperati. Sinner ha tagliato il traguardo a braccia alzate, con un dritto che ha demolito ogni forma di resistenza del pur bravo americano. Come l’anno scorso, a difendere i colori azzurri negli ottavi saranno pertanto Berrettini e Sinner. Comincia oggi Matteo, nel pomeriggio italiano, contro lo scorbutico Davidovich Fokina. Match difficile, ma pur sempre un buon match per un ottavo di Major. Berrettini deve crescere rispetto ai primi tre turni, per limitare al minimo i rischi. Negli altri match di ieri nessuna clamorosa sorpresa. Avanti Rublev, dopo una lotta infinita con Shapovalov, nella gara più bella e combattutta dell’intero torneo. Tutto facile per Rafa Nadal contro Gasquet e per Iga Swiatek contro Lauren Davis.