Ha vinto 2/1 il Benevento e al Frosinone restano legittime e consistenti recriminazioni. Al Vigorito è accaduto di tutto: tre gol realizzati, quattro (due per parte) annullati, un rigore sbagliato e due non sanzionati da un arbitro insufficiente e da una sala Var… ancora in vacanza. Ai microfoni mister Grosso ha preferito porre l’accento sulle note tecnico tattiche del match, ma stavolta una piccola concessione a qualche decisione penalizzante c’è stata. Due episodi in cui l’incongruità della decisione è stata davvero imbarazzante hanno un po’ oscurato le variegate situazioni che il match ha regalato, nel rispetto di un copione che vuole Benevento e Frosinone avversarie fiere e tenaci. I giallazzurri hanno palesato qualche incertezza di troppo in fase difensiva, con Lucioni per una volta non impeccabile ma travolto anch’egli da una certa frenesia, che di rado paga e sovente fa danni. Quando Forte ha calciato tra le braccia di Turati il rigore del possibile vantaggio sannita, dopo un inizio a forti tinte giallazzurre, un po’ tutti hanno pensato che il Frosinone avrebbe ripreso a comandare, ma non è stato così. Il gol del Benevento è arrivato poco dopo, con Forte bravo a riscattare il fatale errore dagli undici metri e la difesa canarina colpevolmente immobile. Prima del riposo due consulti in sala Var hanno portato ad altrettanti gol annullati per fuorigioco millimetrici. I ragazzi terribili di Fabio Grosso hanno provato a rimetterla in piedi nella ripresa, con meno lucidità rispetto ai match precedenti, ma con identico furore agonistico. Dal piede sublime di Caso, l’invito a Garritano per l’1/1, stavolta blindato dal regolamento, perché lo scatto del 16 giallazzurro è avvenuto nei tempi giusti e la conclusione è stata perfetta. Un pari effimero, ahimè, perché la difesa pasticciona di una serata un po’ così, ha trovato il modo di esaltare ancora le virtù “bombarole” del centravanti sannita: respinta non impeccabile di Turati e ancora un Forte scaltro e rapace a far male al Frosinone. Tra le mille emozioni di un confronto vivace si sono insinuati, con forza prorompente, i due annullamenti dei possibili 3/1 e 2/2 e le… malefatte di Barba, impunite. Una scivolata improvvida che non trova il pallone ma le gambe di un avversario, poi un braccio malandrino che resta largo e impediente la corsa del pallone, a dispetto di un estremo tentativo di sottrarsi all’impatto. Per Pairetto nulla di rilevante, nemmeno l’ombra del dubbio, visto che in entrambi i casi il consulto è stato molto somigliante ad un amore consumato in fretta e il gioco è ripreso molto rapidamente, quasi a liberarsi dall’imbarazzo di un’analisi più approfondita. E così la sbarazzina compagine frusinate ha conosciuto l’amaro sapore della prima sconfitta, con supplemento di rabbia per le vicende non fortunate appena esposte. Dal punto di vista della prestazione, un piccolo passo indietro rispetto a Modena e al match col Brescia, per via di sbavature difensive e di qualche trama abbozzata con tanta volontà e non eguale lucidità. Contro una big, peraltro arrabbiata per la falsa partenza, ci può stare. Con Mazzitelli, Sampirisi e Roberto Insigne, il trainer Grosso potrà provare soluzioni ulteriori e dare alla squadra un pizzico di esperienza in più. Con il Como si giocherà per dimenticare in fretta Forte, il Vigorito e Pairetto. Domani è un altro giorno.