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Kamna e il sogno infranto numero due

Roberto Mercaldo
Tre giorni fa la tappa svanita a 200 metri dall’’arrivo, ieri l’assalto vano alla maglia gialla
Luglio 13, 2022
Lennard Kamna

Si chiama Lennard Kamna e corre con la Bora Hansgrohe. È un ciclista di buona caratura, passista-scalatore, con grande attitudine alle prove contro il tempo. Ha già vinto corse abbastanza importanti, l’ultima delle quali è la tappa del Giro d’Italia con arrivo sull’Etna. In questo Tour 2022 rischia però di diventare il simbolo delle occasioni perse, delle imprese incompiute, che a volte rendono più fama delle vittorie. Chi non conosce la storia di Dorando Petri, caduto stremato a pochi metri dal traguardo di una maratona olimpica o, per restare al ciclismo, la beffa subita da Bitossi nel mondiale di Gap, con il suo compagno di squadra Basso che lo batte di pochi centimetri, cancellando sotto lo striscione del traguardo la sua fuga solitaria? Le “quasi imprese” rapiscono l’immaginario collettivo, colpiscono la sensibilità di ognuno e si consegnano a quel mondo dell’incompiutezza cui tutti, volenti o nolenti, sentiamo di appartenere. Kamna non avrà tra le proprie aspirazioni quella di collezionare altre imprese svanite di un nulla, però è già abbondantemente in testa a una ipotetica classifica specifica. È infatti accaduto che nella settima tappa, quella che ha portato i corridori da Tomblaine a La Super Planche des Belles Filles, il ventiseienne tedesco si sia visto raggiungere a soli 200 metri dal traguardo. Andato in fuga con un drappello di coraggiosi della prima ora, ha salutato la compagnia sulla penultima salita ed ha iniziato la terribile ascesa finale con un vantaggio di quasi un minuto sul gruppo dei migliori. Con elegante posizione in bici, ha praticamente mantenuto inalterato il vantaggio per la prima parte dell’ascesa e ha poi resistito, concedendo solo qualche secondo, al tentativo estremo degli inseguitori. Il problema però, erano gli ultimi 900 metri, che avevano pendenze tali da costringere alcuni dei partecipanti a scendere dalla bicicletta per sospingerla a piedi. Su quel tratto, Lennard ha visto di colpo materializzarsi la paura di non farcela, ma ha continuato a spingere sui pedali facendo appello alla volontà, alla tenacia e a tutto ciò che può soccorrerci quando l’energia ci abbandona. Sarebbe persino riuscito nell’intento di salvare la vittoria di tappa se dal gruppo inseguitore non fosse schizzato via, come una scheggia impazzita, Vingegaard, inseguito ovviamente da Pogacar. E così, a meno di 200 metri dallo striscione, i due che si contendono la maglia gialla, hanno passato a tripla velocità il tedesco, ingobbito sui pedali alla ricerca di quella vittoria impossibile. Ieri Kamna ci ha riprovato, riuscendo a inserirsi in un plotoncino di attaccanti che ha rapidamente guadagnato un vantaggio abissale sui grandi della classifica. Si è capito ben presto che stavolta Pogacar non avrebbe potuto rompere le uova nel paniere di Kamna, che era il più quotato dei 20 attaccanti, poi scremati a 10 dai chilometri e dalle non esasperate pendenze. Tutti attendevano l’affondo di Lennard, ma invece a turno ci hanno provato un po’ tutti gli altri perché lui era sorprendentemente in riserva e ha così dovuto rinunciare al proposito del successo di tappa. L’enorme vantaggio accumulato offriva però a Kamna un’ulteriore e clamorosa possibilità: quella d’indossare, almeno per un giorno, la maglia gialla. Il tedesco aveva un ritardo di poco superiore ai 9 minuti e il gruppo fino all’ultimo km veniva segnalato con un ritardo di 9’08”. Kamna ha atteso, pochi metri oltre la linea d’arrivo, che il cronometro esprimesse il proprio verdetto, ma anche in quest’ottica ha dovuto ingoiare un boccone amaro: Pogacar ha salvato la sua maglia gialla per soli 11”. Il tedesco è ora secondo in classifica, davanti a Vingegaard, ma sa di essere destinato a perdere posizioni, perché non ha il passo dei migliori sulle grandi vette alpine. La seconda quasi impresa è confezionata. Kamna non ha la maglia gialla, non ha vinto tappe, ma forse ha conquistato il trono della simpatia e della solidarietà e almeno quello, per questo Tour, non glielo toglierà nessuno.

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