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Nadal, cinque set per crederci ancora

Roberto Mercaldo
Kyrgios spazza via Garin, tra le donne avanzano Rybakina e Halep
Luglio 7, 2022
Rafa Nadal

Non esalta. Non somiglia al giocatore invincibile che sfrutta ogni occasione, non manda fuori giri gli avversari con le sue rotazioni impossibili. Il Rafa Nadal di Wimbledon 2022 è prigioniero dei propri acciacchi e sovente sembra chiamato a risolvere rebus insolubili. Però vince, a dispetto delle incertezze e di tutto quello che gl’impedisce di essere il solito Rafa Nadal. Anche ieri, contro un Taylor Fritz che sembra finalmente aver trovato il punto di equilibrio tra talento, corsa e buona volontà, il mancino di Manacor ha dovuto attingere al serbatoio infinito della tenacia per evitare di salutare anzitempo il torneo inglese. Quando, sotto di un set e a metà di un secondo parziale sostanzialmente in equilibrio (3/4), ha dovuto fare i conti con un forte dolore agli addominali, dal suo angolo lo hanno invitato a non protrarre oltre la sofferenza. Se c’è una parola che però manca nel vocabolario del maiorchino, quella parola è resa. Più forte della logica, più forte del dolore e cominciando a servire a 150 all’ora, Nadal dopo il medical timeout ha ripreso la battaglia. Vinto il secondo, ha però dovuto cedere il successivo, perché quel guerriero dimezzato non era sufficiente a frenare l’irruenza e l’eccellente gestione dei turni di servizio dell’americano. A un passo dal ko, Rafa ha brekkato Fritz, ha subito il controbreak ma ancora con un 7:5 ha rimesso in equilibrio il confronto. Nel quinto set ancora una fuga dello spagnolo cancellata dallo statunitense e verdetto rinviato al tiebreak lungo. E qui la differenza di spessore tra i due ha pesato come un macigno sul braccio e sui riflessi del buon Fritz. Rafa al tiebreak del quinto puoi batterlo solo… cambiando sport, ma purtroppo per Taylor si è giocato a tennis fino al 10/4 che ha certificato l’impresa. In semifinale Nadal troverà Kyrgios, che dopo una carriera vissuta nel segno dell’incompiutezza, ha improvvisamente preso gusto a vincere e ad esprimere compiutamente il proprio elevatissimo potenziale. Il cileno Garin, ritrovatosi nei quarti per indubbi meriti, incanalati in congiunzioni astrali decisamente favorevoli, ha fatto da comparsa, provando compiutamente solo nel terzo set a contrastare il gioco incisivo e a tratti spettacolare dell’australiano. Per l’acciaccato Nadal la sfida sembra ricca di insidie, ma chi potrebbe stupirsi se lo spagnolo dovesse uscirne indenne? Completati anche i quarti del tabellone femminile, con Tomljanovic costretta ad ammainar bandiera, a dispetto di un primo set ben giocato e vinto, al cospetto della Ribakina. La tennista kazaka ha trovato per strada i meccanismi utili a neutralizzare il gioco potente ma abbastanza prevedibile dell’avversaria. Ha vinto invece senza troppi patemi Simona Halep, la sola tra le atlete rimaste in gara ad aver già trionfato a Wimbledon. Una Anisimova decisamente in difficoltà negli spostamenti, da sempre il suo tallone d’Achille, ha provato invano ad opporsi alla rumena, che ora divide con Jabeur i favori del pronostico per il successo finale.

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