Novak Djokovic ha scritto la storia del tennis, Jannik Sinner ha mostrato di possedere… carta e penna. Nel confronto diretto, il secondo di sempre, il giovane sfidante, dopo un avvio col silenziatore, ha preso a comandare. Uno spettatore profano avrebbe certamente avuto il diritto di chiedere quale dei due fosse Djokovic, perché quello balbettante e spaesato, incapace di trovare contromisure al gioco dell’avversario, era proprio il serbo, vincitore di 6 Wimbledon e 20 Major. Dopo aver vinto in rimonta il primo set, Jannik ha letteralmente dominato il secondo, autorizzando il sogno di un clamoroso 3/0. Il “golpe” però è stato sventato da un sovrano piccato, che ha chiesto a se stesso un sensibile aumento dell’intensità ed ha sperato che quel ragazzino rosso, fatalmente, diminuisse la propria. Richieste accettate in toto dal “dio del tennis”, che ha accontentato Nole, cambiando bruscamente il copione. Subìto il break in avvio di terzo set, Jannik ha certamente pensato a quel che accadde al suo amico Musetti, quando a Parigi si trovò in una situazione analoga contro il serbo. Avrà certamente pensato a quanto grande potesse essere l’impresa e a tante altre cose cui è impossibile non pensi un ragazzo di 21 anni scarsi al cospetto di uno tra i tennisti più forti di tutti i tempi. Così, qualche scelta intempestiva e qualche gratuito di troppo da parte di Jannik hanno accompagnato l’ascesa prepotente di Djokovic, tarato d’incanto nella modalità “non sbaglio più”. E quando la palla torna sempre, c’è più tempo per pensare, più tempo per quelle lame sottili del dubbio, e il “forse non ce la faccio” può rimbalzare dal cervello alle orecchie come il più sgradevole dei refrain. Dal terzo set è iniziata un’altra partita, non dissimile da quella che i più avevano ipotizzato. All’inizio del quinto, Sinner ha provato a rimettere dinamite nei suoi colpi, a spaccare la pallina come nell’incredibile secondo set, ma dall’altra parte il serbo è stato granitico, capace di ribattere l’ingiocabile. Il break è arrivato al terzo gioco e il ko al settimo, quando Djokovic ha cancellato la palla del 3/4 e poi con un passante strabiliante, rovescio in corsa in risposta a un colpo di Sinner che pareva definitivo, si è guadagnato il vantaggio. Sinner non si è scoraggiato, ha buttato Nole fuori dal campo, ma fuori è andato anche il suo schiaffo al volo. Ed è stata la resa, sancita ufficialmente dal gioco successivo. Restano quasi due ore di gioco e la consapevolezza che i big non siano ora molto distanti. Chissà che tra un paio di Wimbledon non ci tocchi l’imbarazzo della scelta in una finale Berrettini-Sinner… Si è guadagnato la semifinale al quinto set anche l’inglese Cameroon Norrie, che dopo 3 ore e 28 minuti ha sconfitto Goffin e ha regalato una grande gioia al pubblico di casa. Tra le donne, Ons Jabeur e Tatiana Maria hanno staccato il visto per le “semi”, entrambe dopo aver perso il primo set. Combattuta fino alla fine la partita tra la tedesca e Jule Niemeier, a senso unico quella della tunisina, che ha dominato (doppio 6/1) seconda e terza partita contro la ceca Bouzkova. Oggi si completano i quarti di finale di entrambi i tabelloni. Non ci sono più italiani in corsa, ma Wimbledon 2022 ha rafforzato le nostre certezze.