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Aria di proporzionale a Roma. La candidatura in parlamento diventa l’exit strategy di Coletta

Marco Battistini
Il quadro politico sempre più frammentato, i veti incrociati fra i leader, le coalizioni sempre più somiglianti a ‘gabbie’ insostenibili, potrebbero favorire un nuovo cambio delle regole del gioco, a meno di un anno dal voto politico.
Luglio 2, 2022
Damiano Coletta, sindaco di Latina

I risultati delle recenti amministrative sembrano aver creato le condizioni per un nuovo assalto, questa volta molto più deciso, dei sostenitori della riforma in senso proporzionale della legge elettorale. Il quadro politico sempre più frammentato, i veti incrociati fra i leader, le coalizioni sempre più somiglianti a ‘gabbie’ insostenibili, potrebbero favorire un nuovo cambio delle regole del gioco, a meno di un anno dal voto politico. In questa direzione sembra andare il leader del Pd Enrico Letta che proprio nella direzione del partito ha lanciato un messaggio chiaro: “Noi non proponiamo di cambiare la legge elettorale per avere una legge elettorale che ci avvantaggi, noi siamo pronti a discutere di qualunque ipotesi di cambiamento in modo libero, aperto. Con l’attuale legge elettorale, figlia di leggi elettorali che hanno sempre costruito intorno al sistema delle liste bloccate un meccanismo di rapporto con gli elettori arido, penso che la necessità di avere una legge elettorale che superi i limiti di quella attuale sia una priorità per tutti”. Nel centrosinistra si guarda con favore al cambio della legge elettorale. Il Pd innanzitutto, ma anche il M5S sempre più alla deriva e bisognoso di ‘ritagliarsi’ un nuovo ruolo e riscoprire l’identità perduta, come pure l’arcipelago neocentrista, che con il proporzionale farebbe valere ancor di più il proprio peso specifico. Nel centrodestra i leader si sono schierati per il maggioritario. Ma solo a parole. L’unica davvero convinta è Giorgia Meloni. A rigor di logica, d’altronde, chi ha lo stesso interesse a massimizzare i propri risultati è Fratelli d’Italia. Piuttosto articolata è la situazione che si respira dentro Forza Italia. In questo momento il ragionamento che si fa dentro Fi è vincere a tutti i costi per ottimizzare la presenza di forzisti nelle aule, attraverso un patto con gli altri leader, piuttosto che rischiare una ‘Caporetto’ andando da soli. Almeno così la pensano Antonio Tajani e Isabella Ronzulli, i veri ‘registi’ del partito di Berlusconi. Il problema è che i parlamentari azzurri non sono per nulla convinti di questa posizione e molti, a partire dall’ala governista, sarebbero pronti a cambiare lo schema di gioco per le prossime politiche. C’è poi la Lega. Salvini ha detto che sarebbe “irrispettoso cambiarla prima del voto” ma forti parlamentari dicono che il leader del Carroccio è contrario più per paura di passare per chi fa l’inciucio con la sinistra che non per convinzione politica. Anzi, tra i veri temi su cui si consuma la spaccatura interna della Lega, c’è proprio il cambio della legge elettorale. La parte dei governisti sarebbe allineata con Letta. Per loro l’esperimento della Lega nazionale ha fallito. Le comunali lo hanno certificato e ora potrebbe partire un pressing su Salvini per tornare a conquistare l’elettorato tradizionale del Carroccio. Dunque i numeri per una riforma ci sarebbero. Così come i tempi, dal momento che con ogni probabilità si andrà alle urne nel maggio 2023. Molto probabilmente in autunno si metterà in moto l’iter che porterà ad un’ennesima riforma.

LA TENTAZIONE DI COLETTA

La modifica in senso proporzionale favorirebbe anche le piccole formazioni politiche in cerca della sopravvivenza. Soprattutto a sinistra si va formando un’area civico-progressista, con Europa Verde nucleo centrale, che potrebbe formarsi nell’arco di poco tempo. In quest’ambito dovrebbe conquistarsi uno spazio importante Damiano Coletta, uomo di sinistra, civico e da mesi ormai corteggiato proprio da quest’area politica. L’avvicinamento di Europa Verde a Damiano Coletta procede da tempo. Dopo il sostegno dato dal partito ambientalista al sindaco di Latina in occasione della recente campagna elettorale amministrativa dell’ottobre scorso, a marzo è arrivato l’invito a partecipare alla conferenza programmatica dai vertici nazionali di Europa Verde. Una partecipazione da ospite ‘vicino’ al movimento ecologista a testimonianza di un’intensificazione dei rapporti ormai avviati da tempo.

Filiberto Zaratti ed Eleonora Evi, rispettivamente coordinatore e portavoce nazionale di Europa Verde già nel settembre 2021 organizzarono a Latina un incontro per parlare di impegno per il clima e di politiche per la sostenibilità ambientale, ma soprattutto per dare un forte sostegno alla rielezione di Damiano Coletta alla carica di sindaco.
Non sfuggì ai più attenti osservatori politici, il fatto che in quella circostanza avvenne anche la presentazione del progetto politico ‘Movimento Latina Bene Comune’ , a dimostrazione di una vicinanza di idee e di obiettivi fra Europa Verde e la civica del sindaco di Latina. Un legame peraltro confermato anche dalla nomina di un uomo vicino a Europa Verde, Gustavo Giorgi (già presidente del circolo Arcobaleno e di Legambiente), al vertice di Abc, la società che gestisce il servizio di igiene urbana nel Comune di Latina.

Insomma la via appare tracciata sul piano politico. Occorre semplicemente capire quali saranno i modi e i tempi di questa scelta. Damiano Coletta è consapevole che non potrà reggere a lungo con una maggioranza sin troppo risicata e soprattutto non sarà in grado di portare avanti un programma di governo condizionato dalle scelte di altri (Forza Italia e Fare Latina). Per il sindaco la vera exit-strategy è la candidatura in Parlamento, magari dopo aver ottenuto (relative) rassicurazioni sulla possibilità di essere eletto.

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