“Per la prossima seduta convocherò, come è stato richiesto oggi, l’assessore regionale al ciclo dei rifiuti Massimiliano Valeriani per un’audizione sulla materia”. Annalisa Muzio preannuncia una seduta cruciale sul tema dei rifiuti in Provincia. La presidente della commissione Sviluppo e Tutela del territorio di via Costa ha ufficialmente aperto la stagione del confronto fra amministrazione provinciale e Regione Lazio. E sarà molto probabilmente un appuntamento cruciale nei rapporti fra i due enti. Le premesse non fanno presagire un dialogo semplice. Anzi, il rischio di uno scontro più acceso appare dietro l’angolo.
“E’ emersa con ancora maggiore chiarezza – hanno sottolineato il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli e la presidente della Commissione Annalisa Muzio al termine della scorsa seduta– la necessità di approvare quanto prima la legge regionale sugli Egato, strumento necessario ad attribuire alle singole Province compiti e poteri nella gestione del ciclo dei rifiuti”.
CORSA VERSO L’EGATO
Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha impresso un’accelerazione sugli egato, gli enti di gestione integrata che si occuperanno del ciclo rifiuti nel Lazio. La proposta di legge per istituirli, licenziata dalla giunta lo scorso aprile, sarebbe dovuta passare dall’ok in commissione Bilancio, ma dato lo stallo che la blocca da mesi tra centinaia di emendamenti e diverse visioni all’interno della sua stessa maggioranza, il governatore ha scritto una lettera al presidente dell’aula Marco Vincenzi, attivando la procedura d’urgenza. La legge andrà direttamente in Consiglio regionale per la discussione finale, a partire da lunedì 4 luglio.
Gli enti di gestione dovrebbero occuparsi dei rifiuti dentro precisi ambiti territoriali con autonomia organizzativa, amministrativa, contabile e tecnica: dalla esclusiva gestione della differenziata si è passati alla proposta regionale che allargherebbe le competenze degli Egato all’organizzazione generale del servizio integrato dei rifiuti, all’adozione del piano d’ambito, agli affidamenti del servizio, alla determinazione delle tariffe, alla stipula degli accordi di programma. Proprio Stefanelli ha ammonito la Regione chiedendo che siano gli egato ad assumere le decisioni in tema di rifiuti nei singoli ambiti territoriali ottimali. Nello specifico il presidente Stefanelli si augura che siano i nuovi organismi a prendere le decisioni sulla mini-discarica della provincia.
“Credo che vista la prossima entrata in vigore della legge che istituisce gli Egato e affida a loro la gestione del ciclo dei rifiuti su scala provinciale, forse bisognerebbe revocare la nomina del commissario regionale e lasciare agli organismi deputati il potere di decidere l’organizzazione del sistema rifiuti inclusa la localizzazione dei diversi impianti, soluzione che consentirebbe agli amministratori di mettere in campo un piano efficace e condiviso”. Questa la posizione di Stefanelli, che seppur legittima vista il suo ruolo di presidente della Provincia, rischia di scontrarsi con le scelte dell’amministrazione regionale.
BONSIGNORE NON CONVINCE I SINDACI
Nell’audizione di lunedì il commissario provinciale sui rifiuti Illuminato Bonsignore è stato chiamato a spiegare i motivi che hanno portato alla scelta di tre siti per la mini-discarica. In particolare il commissario è partito dal dettagliato studio elaborato dai tecnici della Provincia, effettuando sopralluoghi tecnici in ciascuno di questi e calcolando i fattori escludenti per alcuni siti sia arrivato alla decisione finale. Secondo i numeri forniti da oggi al 2025 le previsioni sono quelle di circa 50.000 tonnellate di rifiuti annui da trattare e i siti indicati, in particolare quello della Scavilava, soddisferebbero tale esigenza appieno e garantirebbero un’autonomia di circa sei anni per il territorio pontino.Come era nelle previsioni il sindaco di Cisterna Valentino Mantini e i rappresentanti del Comune di Aprilia, hanno contestato le indicazioni del commissario regionale per il forte impatto ambientale che un impianto avrebbe sui loro territori e hanno preannunciato un ricorso contro tale scelta.
Anche qui fra i Comuni del nord pontino e la Regione Lazio, dal confronto politico si potrebbe presto passare alle carte bollate e ai ricorsi amministrativi.