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Interventi programmati, le lunghe attese dei pontini. La classe politica chiamata ad uno scatto d’orgoglio sulla sanità

Marco Battistini
Significativo il caso della Chirurgia dell’ospedale Dono Svizzero di Formia dove ci sono centinaia di pazienti in lista di attesa, tra i 6 ed i 12 mesi, per effettuare interventi ordinari
Giugno 1, 2022

Gli effetti della pandemia si sono ripercossi sulle lunghe liste di attesa che si sono accumulate a causa dell’impossibilità di eseguire nei tempi previsti gli interventi in regime ordinario. Esemplificativo l’esempio della Neurochirurgia al Goretti di Latina che ad oggi conta quasi 200 pazienti in lista d’attesa, per interventi programmati legati a patologie connesse alla colonna, con tempistiche pari ad 8/12 mesi. Significativo il caso della Chirurgia dell’ospedale Dono Svizzero di Formia dove ci sono centinaia di pazienti in lista di attesa, tra i 6 ed i 12 mesi, per effettuare interventi ordinari, quali ernie inguinali, colecisti, fistole, biopsie a cielo aperto ed interventi APA, varici degli arti inferiori, Fimosi, rimozione cateteri peritoneali. Interventi a cui si aggiungono quelli del reparto di Ortopedia in cui operazioni tempo dipendenti come quello al femore, che di norma dovrebbero essere effettuati entro le 48 ore, non si riescono a svolgere prima di una settimana o quelli programmati per cui le tempistiche sfiorano i 6/12 mesi. 

LE SOLUZIONI NECESSARIE

Le soluzioni ci sono, ma devono essere messe in campo. L’Asl sta facendo il suo. Va nella direzione giusta la stipula di tre convenzioni con strutture private accreditate, quali l’Icot e la Clinica San Marco di Latina e la clinica Casa del Sole di Formia, alle equipe degli ospedali pontini di effettuare sedute operatorie, per interventi programmati nelle discipline di Chirurgia generale, Urologia e la Chirurgia vertebrale.
Per l’Ortopedia che all’ospedale di Formia, e non solo, è in particolare affanno, ad esempio, è possibile ricorrere a medici di libera professione. Gli stessi potrebbero essere impiegati nelle strutture ospedaliere di Fondi o Terracina, effettuando interventi che contribuirebbero a ridurre drasticamente le attese, consentendo di lasciare posti letto e sale operatorie libere nelle altre divisioni per le emergenze urgenze. Siamo di fronte ad un periodo in cui agire ricorrendo anche a misure straordinarie è fondamentale. Possibilmente facendo leva sulle eccellenze a disposizione e sul potenziamento delle strutture esistenti. Ciò dovrebbe essere la priorità proprio nell’ottica di rafforzare il sistema sanitario dell’intera provincia di Latina e del Lazio, vincolando il ricorso a convenzioni con privati.
Insomma, bisogna mettere in campo ogni azione possibile per potenziare i servizi, e quindi l’offerta nel suo complesso, dell’ospedale Fiorini di Terracina e dare attuazione a quanto previsto, sin dal 2017, realizzando e dando piena funzionalità al day surgery multidisciplinare dell’ospedale di Fondi. Soprattutto in considerazione che insieme queste due strutture potrebbero concretamente partecipare alla risoluzione dell’annoso problema del taglio delle liste di attesa.

NON SOLO LATINA, POTENZIARE TERRACINA E FONDI

Non bisogna dimenticare che esistono due strutture ospedaliere nel comprensorio centro della provincia di Latina, quali il Fiorini di Terracina e l’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi, che potrebbero perfettamente supplire alle funzioni ed ai servizi oggi effettuati in convenzione, se solo si desse seguito agli impegni assunti, in termini di potenziamento e valorizzazione, in questi anni. Da una parte, infatti, abbiamo l’ospedale di Terracina che risulta essere fortemente sottoutilizzato e, dall’altra, c’è l’ospedale di Fondi che, dal 2017, attende, nell’ottica di un completamento dell’offerta sanitaria in provincia di Latina, che venga realizzato un Day Surgery multidisciplinare. Dipartimento che potrebbe implementare le attività chirurgiche e decongestionare gli ospedali di Latina e di Formia in difficoltà.
Ma è soprattutto la classe politica che ha il dovere di dare risposte chiare e attuabili alla comunità, perché non è più possibile navigare a vista facendo leva su impegni non mantenuti, perché è inaccettabile spendere risorse pubbliche destinandole a terzi piuttosto che, come sarebbe opportuno, investirli per migliorare l’offerta interna alle strutture della Asl di Latina.

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