Il Consiglio provinciale di Latina ha dato parere favorevole unanime alla relazione dell’Upi sulla prospettiva di costituire la nuova Provincia, già approvata dall’Assemblea riunitasi a Roma l’11 maggio scorso. Proprio in questa circostanza la Ministra degli Interni Luciana Lamorgese ha annunciato che il Disegno di Legge di riforma del TUEL che interviene a risolvere alcune delle attuali criticità delle Province è stato trasmesso al Consiglio dei ministri: una volta discusso e approvato, inizierà l’iter parlamentare.
La Provincia del prossimo futuro viene ristrutturata (il testo introduce la Giunta provinciale e allinea i mandati di Consiglio e Presidenza a cinque anni) per essere un ente in grado di divenire la sede naturale in cui concentrare la promozione degli investimenti territoriali e i servizi di assistenza ai Comuni, dalla progettazione alla Stazione Unica Appaltante. Gli assessori saranno 3 (o 4 nei territori con oltre un milione di abitanti), potranno essere esterni e saranno pagati. Con un’indennità pari al 50% dei loro omologhi comunali. Di questi tempi un incentivo non da poco.
LATINA CHIEDE PIU’ RISORSE E POTERI
Il prossimo Consiglio Provinciale con un proprio ordine del giorno chiederà all’Upi di predisporre emendamenti da sostenere politicamente in Parlamento sul decreto approvato e in corso di pubblicazione che consentiranno di semplificare le procedure per far fronte al rincaro dei costi delle materie prime; incrementare le risorse per il rincaro dei costi energetici; consentire a tutte le province che abbiano subite negli introiti da tasse automobilistiche di coprire le minori entrate. Contemporaneamente lo stesso organo dovrebbe richiedere al Governo che nella prossima legge di bilancio sia affrontato e risolto in modo duraturo il problema della copertura dei fabbisogni necessari alla gestione delle funzioni fondamentali delle Province, prevedendo quindi maggiori risorse per la parte corrente; l’eliminazione dei tagli della spending review; l’eliminazione dei tagli sui costi della politica previsti dalla legge 56/14. Evitare insomma che l’ente di via Costa sia obbligato a restituire ogni anno allo Stato la somma di 23 milioni di Euro. Allo stesso modo l’ente di via Costa chiede maggiori poteri alla Regione su alcune tematiche come i rifiuti. Gerardo Stefanelli ha chiesto la revoca del commissario provinciale e che sul tema dell’indicazione dei siti per la chiusura del ciclo, decidano gli Ato di prossima istituzione. Con la legge che istituisce gli Egato la Regione affida a quest’ultimi la gestione del ciclo dei rifiuti su scala provinciale.
Ogni provincia avrà un Ato composto dall’Assemblea formata dai sindaci dei comuni, presidente e consiglio direttivo. Tutti resterebbero in carica per cinque anni e potrebbero essere rieletti. Stefanelli è tornato a ribadire la necessità che al vertice delle autorità vadano i presidenti delle province. Un modo per poter incidere direttamente nelle scelte che ricadono sul territorio.
NECESSARIA RIFORMA RADICALE DELL’ENTE
D’altronde la strategia di riforma portata avanti dal Governo e dal Parlamento nel 2014-2015 era quella di un progressivo superamento delle Province che sarebbe dovuto arrivare a compimento con la riforma costituzionale. Quest’ultima è stata bocciata dal referendum costituzionale del 2016; conseguentemente a livello nazionale sono state approvate diverse norme riguardo le possibilità di assunzione, gli equilibri dei bilanci, le possibilità di investimento degli enti locali e delle Province. Di fronte a questo quadro istituzionale appare sempre più forte l’esigenza del riordino del sistema delle autonomie locali nel Lazio nella direzione della chiarezza delle deleghe e delle funzioni e della semplificazione amministrativa. Un’amministrazione vicina ai territori e alle esigenze di cittadini e imprese.
In sostanza la Provincia dovrebbe tornare ad ‘essere la ‘casa dei Comuni’. Come? sostenendo con forza la necessità di garantire un normale funzionamento degli organi, consolidandone le funzioni fondamentali, con l’obiettivo di giungere alla revisione del sistema elettorale, anche in ragione di un rinnovato ruolo strategico che le Province hanno nel rilancio del Paese. Non bisogna dimenticare che i fondi assegnati dal Pnrr agli enti locali, rendono evidente il ruolo di “cerniera istituzionale” delle Province nei confronti dei piccoli Comuni verso le Regioni e lo Stato, offrendo supporto e collaborazione attiva in quella logica di ‘casa dei Comuni’ più volte richiamata da Governo e Parlamento.