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Vagoni pieni di favole e promesse. La stazione dell’alta velocità su un binario morto

Licandro Licantropo
Non prendiamoci in giro. Quell’opera doveva stare nel Piano di Ferrovie dello Stato. Non c’è. Era stato detto che la Stazione sarebbe stata costruita. Il fallimento sta tutto qui. Le pezze a colori non servono a nessuno perché il rattoppo è peggiore del buco. Non sono arrivate risposte su questo punto, l’unico veramente importante e decisivo. Non serve a nulla continuare a rassicurare che la sperimentazione sulle fermate proseguirà.
Maggio 19, 2022
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti (Foto S. Desiato)

Sta tutto a posto: fidatevi, si farà. Se provi a chiedere tempi, progetti e finanziamenti, scatta la pacca sulla spalla con il sorriso bonario di chi non sa cosa rispondere e allora preferisce domandarti: “Che fai, non ti fidi?”.
No, non mi fido. La Ciociaria non si fida.

Sarebbe il caso di dire: “non disturbate il macchinista”. Gli articoli di Politica7 sul fatto che della stazione Tav di Ferentino-Supino non c’è traccia nel Piano industriale decennale (dal 2022 al 2031) di Ferrovie dello Stato ha avuto l’effetto di una scarica di adrenalina, specialmente alla Regione Lazio. E’ intervenuto, con una nota ufficiale, l’assessore ai lavori pubblici, tutela del territorio e mobilità Mauro Alessandri. Se l’obiettivo era quello di rassicurare, non è stato centrato.

COSA DICE LA REGIONE

Alessandri afferma che “il progetto che riguarda la stazione di Ferentino è stato ed è ancora un obiettivo della nostra giunta”. “Siamo infatti al lavoro – aggiunge –  con Ferrovie dello Stato sul progetto di fattibilità per trasformare quella di Supino-Ferentino in una fermata per l’Alta Velocità e abbiamo anche investito risorse consistenti per continuare la sperimentazione per il resto dell’anno”. Scrive: “E’ chiaro a tutti che si tratta di un’opera strategica di grande importanza, la cui realizzazione avrebbe ripercussioni positive e sicure sull’economia e sul tessuto commerciale dell’intera Ciociaria e del Lazio, considerata la sua ubicazione. L’area interessata dal collegamento possiede infatti forti potenzialità anche in termini di turismo e sviluppo industriale, per questo la Regione è al tavolo con FS, con i sindaci e le amministrazioni delle zone coinvolte per poter investire, ancora e al meglio, su questo progetto e soprattutto per vederlo realizzato nei tempi necessari”. Tutto noto, scontato, perfino ovvio. Non ci sono accenni concreti ai tempi e alle risorse con le quali realizzare la Stazione. Non si specifica in quale contenitore rientra un’opera del genere, visto che non fa parte del Piano di Ferrovie, che prevede 16 miliardi per il Lazio. Un Piano che elenca invece nei minimi dettagli il potenziamento di Roma Tiburtina, il quadruplicamento di Capannelle-Ciampino e tutto il resto. La Stazione della Tav di Supino-Ferentino non c’è. La Ciociaria non conta quanto conta Roma e ci sta da sempre. Ma evidentemente adesso anche  le altre province “pesano” più di noi.

L’UNICA VERA QUESTIONE

Continueremo a scriverlo fino allo sfinimento. Il punto riguarda esclusivamente la stazione vera e propria dell’Alta Velocità da realizzare tra i territori di Supino e Ferentino, in un’area delimitata dal fiume Sacco, da via La Mola, via della Farna e via Vado dell’Isola. Abbiamo visto il rendering, dato un’occhiata ai plastici, ascoltato le solenni promesse. Le fermate Tav di Frosinone e Cassino, definite “sperimentazione”, non c’entrano nulla con l’Alta Velocità. I Frecciarossa devono deviare dalla linea Tav e percorrere il tratto ferroviario ordinario (compreso tra Cassino e Sgurgola), provocando un forte rallentamento dei treni superveloci. Inoltre parliamo di una corsa al mattino e una nel pomeriggio. Troppo poco e orari assai scomodi: infatti tanti ciociari il Frecciarossa vanno a prenderlo a Roma. L’inaugurazione in pompa magna del 14 giugno 2020 era fumo negli occhi.

La Ciociaria avrà l’Alta Velocità soltanto con la Stazione di Supino-Ferentino, perché è l’unica sul tracciato. E dovrà essere fruibile sia per i passeggeri che per le merci. In modo da aumentare in maniera esponenziale l’attrattività del territorio. Parliamo di una struttura nel cuore dell’area industriale, a due passi dai caselli autostradali di Ferentino e Frosinone e dall’imbocco della superstrada Ferentino-Frosinone-Sora. Per le aziende sarebbe una svolta logistica  senza precedenti. Inoltre, come detto dall’allora ad di Ferrovie Gianfranco Battisti,  è necessario “un bacino potenziale di un milione di passeggeri”. Impossibile con le fermate di Frosinone e Cassino (che non sono da Tav). La Regione non spiega in che tipo di “pacchetto” è prevista la realizzazione della Stazione. Se è nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, allora vuol dire che non ci sono certezze su nulla: non sui tempi, non sulle modalità, non sul progetto, non sulla fattibilità vera e propria. Non prendiamoci in giro. Quell’opera doveva stare nel Piano di Ferrovie dello Stato. Non c’è. Era stato detto che la Stazione sarebbe stata costruita.

Il fallimento sta tutto qui. Le pezze a colori non servono a nessuno perché il rattoppo è peggiore del buco. Non sono arrivate risposte su questo punto, l’unico veramente importante e decisivo. Non serve a nulla continuare a rassicurare che la sperimentazione sulle fermate proseguirà.

LE REAZIONI POLITICHE

Per il senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) “siamo alle comiche finali”. Ricorda: “Io alla presentazione di quel 14 giugno 2020, unico tra i politici di questo territorio, non ci andai ancorché invitato. Non ci andai perché sentivo puzza di bruciato. Non mi appassionava il pretesto di un treno al giorno deviato dall’Alta Velocità per fermarsi a Cassino e Frosinone utilizzato per presentare quella sì che sarebbe stata un’opera strategica per il territorio, la stazione Tav di Ferentino-Supino. Zingaretti in compagnia dell’allora ad di Ferrovie dello Stato Battisti non disse che si stava studiando la fattibilità, disse che da lì a pochi anni avremmo avuto la stazione Tav sul tracciato della Tav. L’infrastruttura che avrebbe cambiato davvero il destino del nostro territorio”. Attacca Ruspandini: “Con il tramonto del progetto della stazione Tav si chiude definitivamente un’altra possibile via per il futuro di tutta la provincia. Spero lo abbiano capito tutti: le forze politiche e quelle imprenditoriali.

Il senatore Massimo Ruspandini (FdI) membro della Commissione Trasporti del Senato

Con Zingaretti, Buschini e compagni il nostro territorio ha conosciuto solo un treno ad altissima velocità: quello verso la retrocessione”. Il segretario provinciale di Azione Antonello Antonellis, a proposito del Piano di Ferrovie, incalza: “Sono previsti interventi importanti in tutte le zone del territorio regionale, la provincia di Frosinone non viene menzionata. E le nuove stazioni previste tra Cassino, Roccasecca, Frosinone, Ferentino? E l’Alta Velocità che fine farà?”. Dell’argomento si è parlato nell’incontro organizzato da Unindustria Frosinone tra i candidati a sindaco. Mauro Vicano non ha indorato la pillola: “Senza la Stazione di Ferentino-Supino il progetto dell’Alta Velocità non esiste. Sarebbe un disastro”.

I consiglieri provinciali della Lega Andrea Amata e Luca Zaccari affermano: “L’annuncio del Piano industriale 2022-2031 da parte di Ferrovie dello Stato che prevede un investimento di oltre 190 miliardi di euro è la sconfitta delle politiche di Zingaretti per la provincia di Frosinone e soprattutto del consigliere regionale Mauro Buschini: la stazione dell’Alta Velocità Ferentino-Supino annunciata nel 2020 si è dissolta come neve al sole.

Il consigliere provinciale della Lega, Luca Zaccari

E’ sparita dai documenti ufficiali di Ferrovie dello Stato. Ora però il bluff è stato smascherato”. Effettivamente. Non servono rassicurazioni verbali e impegni vaghi e generici, ma fatti, documenti, prospetti economici e cronoprogrammi. Qualcuno può produrli? Silenzio ad altissima velocità.

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