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Non solo Salvini. Le ambizioni di Zicchieri frenate da Durigon. La Lega pontina ormai è un campo di battaglia

Marco Battistini
Nel mirino di Zicchieri è finito proprio il leader regionale Claudio Durigon, peraltro a sua volta messo sotto accusa da altri compagni di partito. Il nodo è la gestione territoriale. Nel pontino a Durigon si imputa che sia riuscito, in un momento di grande debolezza del centrosinistra in provincia, a perdere il capoluogo alle scorse comunali.
Maggio 13, 2022
Da sinistra: Francesco Zicchieri, Matteo Salvini e Claudio Durigon

Bugie, promesse non mantenute, giochi di basso profilo: la Lega sta implodendo sul piano locale. Zicchieri ha lasciato il partito e si è iscritto al gruppo misto della Camera. Deluso da Salvini. Ma non solo. Voleva guidare il dipartimento dello sport ma il segretario del partito gli ha preferito il campione del volley Luigi Mastrangelo. “Sono rimasto di stucco, Salvini ha presentato il nuovo dipartimento dello Sport, affidato all’ex campione di volley Mastrangelo, io in quel dipartimento avevo speso tanto lavoro, ma nessuno mi ha riconosciuto nulla, sono prima di tutto colpito dal punto di vista umano” ha detto a caldo Zicchieri. Nella chat del gruppo il messaggio di saluto: “Sono a ringraziare innanzitutto un amico e un fantastico presidente del gruppo come Riccardo (Molinari, ndr) al quale mi lega affetto e stima. Non è uno stipendio da parlamentare o una rielezione che mi tengono legato a qualcosa. Un saluto a tutti e vi auguro di cuore buon lavoro” .

IL FESTIVAL DELL’IPOCRISIA

Sul finire del 2020 di fatto Salvini aveva iniziato a depotenziare Zicchieri, nominandolo responsabile federale della gestione e dell’ampliamento delle sedi territoriali della Lega nel centrosud. Con questa formula il deputato di Terracina era stato congedato dall’incarico di coordinatore regionale, finito nelle mani di Durigon.
“Grazie a Zicchieri per l’ottimo lavoro sul territorio, che ha permesso alla Lega di crescere in consenso e in amministratori locali -aveva dichiarato il leader Matteo Salvini– la sua esperienza sarà preziosa per radicare ancora di più il partito”.  
In quella circostanza Zicchieri aveva fatto buon gioco a cattiva sorte, accettando la nuova destinazione, ringraziando almeno pubblicamente il segretario federale. “Ho avuto la fortuna di avere accanto una squadra di persone uniche che mi hanno dato un contributo straordinario. Grazie a loro la Lega Lazio ha ottenuto grandi risultati -affermò Zicchieri– Ringrazio di cuore l’amico Matteo, al quale devo tutta la mia crescita. Ora mi ha voluto nel nazionale con un ruolo che mi stimola molto e al quale dedicherò tutto me stesso. Per me servire la Lega e i militanti della Lega è un onore grandissimo, spero di essere all’altezza”. Quindi fece seguito “un augurio particolare al mio fraterno amico Claudio Durigon. Sono sempre a sua disposizione e a disposizione della Lega con la certezza che Claudio, con la sua capacità e competenza, farà un grandissimo lavoro”.  

UNA ROTTURA CHE PARTE DA LONTANO

In realtà la resa dei conti era appena cominciata. Nel mirino di Zicchieri è finito proprio il leader regionale Claudio Durigon, peraltro a sua volta messo sotto accusa da altri compagni di partito. Il nodo è la gestione territoriale. Nel pontino a Durigon si imputa che sia riuscito, in un momento di grande debolezza del centrosinistra in provincia, a perdere il capoluogo alle scorse comunali. Durigon è stato accusato di aver appoggiato candidature ritenute inopportune o di sostenere condannati in Tribunale o persone coinvolte in vicende giudiziarie. Un forte campanello d’allarme era arrivato dal capogruppo a Latina, Massimiliano Carnevale: “Abbiamo dovuto accettare candidature ‘imposte’, gestite male e che alla fine hanno fatto vincere, in un Comune dove il centrodestra è maggioranza assoluta, un sindaco di estrema sinistra. Abbiamo atteso mesi un’analisi obiettiva del voto che ha avuto il primato di vedere la Lega perdente in 10 Comuni”.
Da diverse settimane, se non mesi a livello pontino è in atto uno scollamento nella Lega. Fra Zicchieri e Durigon la rottura era già avvenuta ed è stata resa pubblica attraverso una presa di posizione molto dura all’inizio di questo 2022. Francesco Zicchieri aveva contestato senza mezzi termini l’esclusione dei suoi uomini dall’esecutivo della Lega. Il parlamentare ha fatto ricorso al social network principale per criticare duramente le scelte fatte. “Non è concesso a nessuno di governare con ruoli regionali apicali questo partito con bugie, promesse, giochetti di basso profilo e garantire amici degli amici”.
Dunque l’uscita di Zicchieri dal Carroccio non deve sorprendere. Il dipartimento dello sport ha rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. La lenta erosione dei consensi a livello nazionale rischia di accentuare le divisioni in ambito locale. I posti ‘buoni’ per le politiche e le regionali del 2023 diminuiscono con il passare del tempo. Le possibilità di rielezione di parlamentari e consiglieri regionali sono ridotte al lumicino.
In molti pensano a fuggire verso lidi nuovi o a rimettersi sul mercato in attesa di tempi (e partiti) migliori.

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