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Nuovi carrozzoni crescono: furbetti in agguato. Politica, tra emergenti e meteore di passaggio

Licandro Licantropo
La certezza è che le elezioni regionali del prossimo anno saranno per molti la madre di tutte le battaglie per la propria “sopravvivenza” politica
Maggio 11, 2022
Il capogruppo alla Camera di FdI, Francesco Lollobrigida con il senatore Massimo Ruspandini

Una certezza e un rischio, il cui combinato disposto può rappresentare una “tentazione” ma anche una miccia in grado di far esplodere la polveriera. La certezza è che le elezioni regionali del prossimo anno saranno per molti la madre di tutte le battaglie per la propria “sopravvivenza” politica. Il rischio, come ha già detto più volte l’assessore Massimiliano Valeriani, è che gli Egato (Enti di gestione degli Ambiti Territoriali Ottimali per il servizio integrato dei rifiuti) possano trasformarsi in carrozzoni e poltronifici, sui quali qualcuno già confida di poter impostare la campagna elettorale. Negli ultimi giorni si hanno notizie di grande attivismo di alcuni politici, perfino di qualche consigliere regionale che già prospetta assetti e opportunità. 

La rivoluzione del sistema dei rifiuti ha negli Ambiti Ottimali il fulcro. Il paradosso è che siamo ancora in una fase di proposta di legge, ma evidentemente già si intravedono successivi quanto prossimi sviluppi: nomina di consigli di amministrazione e di tecnici che “accompagnino” il passaggio da una fase all’altra. Giuste le ambizioni degli addetti ai lavori (quelli veri però), inevitabili i tentativi di scorciatoie che qualcuno immagina secondo schemi da paleolitico della Prima Repubblica.

Attenzione però: basta un errore per innescare l’effetto boomerang. Noi di Politica7 vigileremo e informeremo in tempo reale. Postilla da tenere a mente: non sempre ciò che è formalmente legittimo è pure politicamente opportuno. Cosa significa? Significa che siamo allergici ai furbetti. Gli Ambiti Territoriali per la gestione dei rifiuti sono una buona possibilità per gestire unitariamente le fasi della raccolta, del trattamento  e dello smaltimento. Armonizzando al meglio impianti e tariffe. Potranno esserci fasi iniziali simil-commissariali. Nessun problema se prevarranno competenze, terzietà e trasparenza. Quello che non può essere consentito è il rischio di poltronifici utili a dispensare incarichi e gettoni di presenza. Specialmente se in campagna elettorale.

RUSPANDINI E BATTISTI, PRIMA LA POLITICA

Non è vero che non c’è ricambio di classe dirigente in politica. Avviene a fatica e con tempi lunghi, ma qualcosa si è già mosso. Nel Partito Democratico, per esempio, è Sara Battisti l’elemento forte in Ciociaria. Vicesegretario regionale, a contatto diretto con Bruno Astorre e Nicola Zingaretti, ma anche ottimi rapporti con Roberto Gualtieri e Albino Ruberti (potentissimo capo di Gabinetto del sindaco di Roma, dopo esserlo stato del presidente della Regione).

Il consigliere regionale del Pd, Sara Battisti

Sara Battisti ha capito una cosa che in tanti sottovalutano in Ciociaria: la politica si fa a Roma e quindi bisogna stare lì. In consiglio regionale (dove presiede la commissione affari generali) è attiva su tutti i fronti: dai servizi sociali alla sanità. In provincia di Frosinone determina senza essere invadente e si confronta quotidianamente con il segretario Luca Fantini. Con Francesco De Angelis alla guida del Consorzio unico e proiettato a cercare di ottenere una candidatura alla Camera, è Sara Battisti a tessere strategie, alleanze e trame politiche. In Pensare Democratico è ormai lei la numero due. Può perfino permettersi il lusso di scegliere l’eventuale “ticket” alle regionali: nel 2018 lo fece con Mauro Buschini, nel 2023 potrebbe cercarlo con Antonio Pompeo. Gli assetti nel Partito Democratico stanno cambiando velocemente: in autunno le scelte di Enrico Letta (anche su eventuali elezioni politiche anticipate) saranno determinanti. In provincia di Frosinone Sara Battisti avrà un ruolo strategico.

Nel centrodestra il senatore Massimo Ruspandini non sta sbagliando una mossa. All’interno di Fratelli d’Italia, partito del quale è presidente provinciale, ha applicato la sua linea ovunque, in tutti i Comuni dove si è votato. Non cedendo alla tentazione di “imbarcare tutti” per aumentare  i voti senza poi poterli gestire. A Sora, ad Alatri e alla Provincia ha eletto meno consiglieri della Lega, ma sono tutti esponenti di partito. Destinati a rimanere. Inoltre, nessun inciucio.

Alle comunali di Frosinone gli alleati hanno fatto di tutto per costringere Fratelli d’Italia a sbattere la porta. Massimo Ruspandini non lo ha fatto, ha ragionato, la lista sarà fortissima all’interno di un centrodestra guidato dal candidato sindaco Riccardo Mastrangeli. Esattamente come a livello nazionale, Fratelli d’Italia ha il vento in poppa. 

E Ruspandini declina nel territorio nel miglior modo possibile l’idea di politica e di futuro di Giorgia Meloni. Distinto e distante anni luce dalla politica intesa come ricerca della poltrona più comoda per gli amici degli amici. Ma perennemente impegnato a far crescere una “nidiata” di giovani che conoscano prima di tutto valori e doveri per mettersi a servizio delle proprie comunità. 

Tutto questo mentre nella Lega le divisioni sono enormi e palesi: Nicola Ottaviani da una parte, Pasquale Ciacciarelli dall’altra, Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi da un’altra ancora. Senza che il coordinatore regionale Claudio Durigon riesca a  intervenire. Alla Provincia i consiglieri della Lega gestiscono deleghe in un quadro di governo condiviso con il Pd di Antonio Pompeo. Se alle comunali di Frosinone FdI dovesse arrivare davanti al Carroccio, sarebbe impossibile non prenderne atto. Gli equilibri nel centrodestra sono mutati: pochi anni fa dominava Mario Abbruzzese, negli ultimi tempi la Lega non è riuscita a prendere la leadership (deve ancora eleggere un proprio sindaco), ora tocca a Fratelli d’Italia. Sotto la regia di Massimo Ruspandini.

LE MANOVRE DI ILARIA FONTANA

Il Movimento Cinque Stelle non esiste nei Comuni e in provincia di Frosinone non ha alcun peso. Ma nei rapporti interni, quelli che poi determineranno le successive candidature, non c’è dubbio che Ilaria Fontana abbia preso il sopravvento. Come sottosegretario alla transizione ecologica si è opposta (almeno finora) a Zingaretti sul tema della sospensione del decreto di riperimetrazione della Valle del Sacco.

Alle comunali di Frosinone ha messo il veto sulla candidatura a sindaco di Mauro Vicano, costringendo il Pd a cambiare i confini del Campo largo. Il tutto senza avere un voto e questo fa emergere la soggezione psicologica del Pd.

Con Giuseppe Conte dall’inizio e fedelissima di Vito Crimi, Ilaria Fontana ha ormai soppiantato sia Luca Frusone che Enrica Segneri. La prossima volta i Cinque Stelle avranno meno della metà degli attuali parlamentari. Lei però potrà cercare di giocarsi la partita. Battaglie di retroguardia non c’è dubbio, ma in politica contano anche quelle.

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