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L’appello di Camilli dimenticato da Zingaretti Infrastrutture pontine, solo fiumi di parole

Marco Battistini
Si torna a parlare di una messa in sicurezza della Pontina e di un suo adeguamento quale progetto “sostitutivo” della realizzazione del corridoio intermodale Roma-Latina
Maggio 2, 2022
Il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti

Un appello caduto nel vuoto. Giovedì scorso il presidente di Unindustria, Angelo Camilli, nel corso dell’Assemblea generale di Unindustria ha richiamato l’attenzione sui ritardi colpevoli per l’autostrada Roma-Latina, lanciando un appello alle istituzioni, in primis la Regione Lazio ed il governatore Nicola Zingaretti.
“Monitoriamo con attenzione gli 8 miliardi di investimenti del Ministero delle Infrastrutture sulla regione e sulla Capitale, ma facciamo finalmente chiarezza sull’autostrada Roma-Latina attesa da trent’anni -ha sottolineato Camilli –  presidente Zingaretti, usciamo, insieme, da un infinito replay di ripartenze. Sono convinto che il Lazio può trovare proprio nell’impronta industriale una identità in cui riconoscersi”.

Sarebbe stata auspicabile una pronta risposta del presidente Zingaretti, che però è clamorosamente mancata. Non solo sulla Roma-Latina ma anche sulla bretella Cisterna-Valmontone. Stando agli annunci fatti durante l’ultima visita nel capoluogo pontino si sarebbe dovuto tenere già entro aprile presso la Prefettura di Latina un vertice per stabilire la road map dell’opera, accelerare le procedure e definire il piano d’intervento.
E l’iter per completare questa infrastruttura sembrerebbe più in discesa rispetto al più complesso intervento autostradale della Roma-Latina. Ma il passaggio auspicato non c’è stato.

IL SILENZIO DEL GOVERNO

Si sono succedute negli ultimi 2 mesi ben tre interrogazioni parlamentari rivolte al governo sullo stato delle procedure per il cosiddetto Corridoio intermodale Roma – Latina. Con tanto di richieste esplicite al governo di  dirimere questa fase di stallo in cui il progetto è vincolato, assicurando l’entrata in cantiere dell’opera.

Si torna a parlare di una messa in sicurezza della Pontina e di un suo adeguamento quale progetto “sostitutivo” della realizzazione del corridoio intermodale Roma-Latina. Ipotesi inaccettabile perché non risolverebbe in alcun modo il nodo trasporti e collegamenti che rappresentano un gap mai sanato che pesa sulle imprese, sull’economia e sulle comunità del Lazio. Solo la realizzazione della Roma-Latina può risolvere il nodo della competitività delle imprese che hanno bisogno di velocità, sicurezza, innovazione sul piano economico ed infrastrutturale. Gli ostacoli burocratici hanno finora impedito ai  territori di fare un salto qualitativo e alle aziende di entrare in un mercato che è stato precluso. Due decenni sono un tempo assurdo ed insostenibile per arrivare alla realizzazione di un’opera fondamentale. Questo è il momento dei cantieri non di nuove incertezze.

Su tutto grava un percorso accidentato e segnato da ostacoli, di diversa matrice, che in questi anni ha contraddistinto ogni passaggio inerente il progetto. La cronistoria che caratterizza questa opera, da quasi vent’anni, è segnata da corsi e ricorsi nelle aule dei tribunali, discussioni infinite, speculazioni politiche, che hanno mancato di mettere in primo piano il fatto che non si tratta solo un’infrastruttura di trasporto ma di un’opera che risponde alle esigenze reali di spostamento di persone e merci nel Lazio, in Italia e in Europa. Ed è il primo tassello verso un concreto ammodernamento e sviluppo per la provincia di Latina e le sue imprese. La mancata realizzazione dell’opera comporterebbe, infatti, oltre ad una sottrazione dei servizi uno sperpero di denaro pubblico consolidato in tutte le fasi effettuate sinora per rendere il progetto cantierabile, tra studi, ricorsi, revisioni del progetto e indizione di gare d’appalto che non possiamo permetterci. 

LA STRATEGIA PER IL BASSO LAZIO

Il rischio da evitare è quello di lasciare spazio a speculazioni politiche che pesano sui cittadini e lo sviluppo dei territori non meno dell’inerzia operativa che contraddistingue le istituzioni.
Che ci sia la necessità di realizzare una sorta di piano Marshall delle infrastrutture affinché si arrivi al salto di qualità che il territorio pontino attende da decenni non ci sono dubbi. Ma in questo senso non può essere dimenticata tra le urgenze, quella di migliorare anche la rete viaria trasversale fra le due province del basso Lazio

Due realtà territoriali strategiche, Frosinone e Latina, i cui collegamenti di lavoro e commerciali, oltreché turistici, oggi sono assicurati esclusivamente dalla Monti Lepini, una strada sostanzialmente obsoleta che necessità di accorgimenti anche in termini di sicurezza. Nei giorni scorsi l’europarlamentare della Lega Matteo Adinolfi ha parlato di una possibile superstrada al posto dell’attuale arteria. Sarebbe strategica anche ai fini della realizzazione  del polo chimico farmaceutico del basso Lazio, vista la presenza, su entrambe le province, di importanti realtà multinazionali del farmaco, impegnate nella produzione dei vaccini. La classe politica abbia il coraggio di cavalcare questa battaglia rimuovendo gli ostacoli che rendono sostanzialmente ‘scollegate’ due realtà estremamente vicine.

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