Il coniglio dal cilindro l’ha tirato fuori il sindaco di Roma Roberto Gualtieri nel corso di un’intervista a Radio24: “Due anni sono troppo pochi ma io penso possa farsi molto più rapidamente dei tempi tradizionali”. Vuol dire che il termovalorizzatore si farà, ma senza fretta. Ma questo basterà a evitare tensioni e strappi tra Pd e Movimento Cinque Stelle, che nei prossimi dodici mesi sembrano non avere alternative a stare dalla stessa parte sia alle politiche che alle regionali?
Il tema è importantissimo, come abbiamo scritto ieri. Della vicenda, negli stessi termini, si è occupato il Corriere della Sera. Perché è vero che il termovalorizzatore di Gualtieri ha già incenerito il Campo largo, nonostante il tentativo di Nicola Zingaretti di far passare il messaggio che tutti sapevano. In realtà forse lo sapeva lui. Però il termovalorizzatore non fa parte del piano rifiuti della Regione Lazio e nemmeno del programma dello stesso Gualtieri.
La situazione tra il gioco delle parti e la voglia di “strappo”
Proprio Il Corriere della Sera scrive della possibile tattica dei giallorossi: “Drammatizzare per impaurire l’avversario”. Però il rischio che la situazione sfugga di mano è alto. David Porrello, dirigente influente tra i pentastellati e vicepresidente del consiglio regionale, ha ammesso che il Movimento non sapeva nulla del progetto di Gualtieri. Un fulmine a ciel sereno quindi.
C’è di più: “Qui rischia di saltare non solo il governo regionale, ma anche l’accordo nazionale tra Pd e Cinque Stelle”. Nei corridoi di Montecitorio e Palazzo Madama si parla apertamente di uno scenario del genere. Anche perché c’è un motivo procedurale che conduce a questo ragionamento. La realizzazione dell’impianto (in grado di smaltire 600.000 tonnellate di rifiuti l’anno) può essere uno degli interventi per il Giubileo 2025, di cui il sindaco Gualtieri è commissario. Il che vuol dire che tutti i poteri speciali per costruire il termovalorizzatore dovrà darglieli, con una norma specifica, il Governo presieduto da Mario Draghi.
Perché? Perché per portare a termine un’opera del genere bisognerà andare in deroga al piano rifiuti regionale. Ha detto al Corriere della Sera il costituzionalista Alfonso Celotto: “E’ più plausibile perché più facile un atto legislativo che amministrativo”. Significa che così si evita il voto in consiglio regionale e quindi si preserva l’alleanza tra Pd e Cinque Stelle nel Lazio. Sulla carta, perché i Cinque Stelle annunciano già battaglia in consiglio dei ministri. Lo ha fatto capire chiaramente l’ex sindaca Virginia Raggi. Contrari alla struttura sono pure altre forze politiche: Europa Verde, Leu. E la Cgil, molto forte a Roma e nel Lazio. Poi c’è Marco Miccoli (Pd): “E’ una scelta che andrebbe prima discussa all’interno del partito”.
Appare chiaro come sull’argomento la mano destra non sappia cosa fa la sinistra
La contraddizione è palese: il Movimento Cinque Stelle al Comune di Roma è all’opposizione del sindaco Roberto Gualtieri (Pd), mentre alla Regione Lazio fa parte della maggioranza di Nicola Zingaretti (Pd). Lo stesso Zingaretti è informatissimo sul progetto dell’inceneritore del Comune di Roma, anche se la struttura non è prevista dal piano rifiuti della Regione. Potenza della retorica politica. La chiave può essere rappresentata dai tempi di realizzazione: probabilmente 4 anni. Potrebbero servire per svelenire il clima e per annacquare le posizioni? Vedremo.
Roberto Gualtieri però è determinato ad andare avanti: “Senza questo impianto – ha spiegato a Radio24- dovrei fare una discarica da 1 milione di tonnellate a Roma ogni due anni e mezzo. E’ questa l’alternativa tecnicamente esistente al termovalorizzatore. Roma è un caso unico in Europa, non esistono altre capitali europei che non dispongano di impianti”. L’assessore regionale alla transizione ecologica Roberta Lombardi (Cinque Stelle) ha risposto a La Repubblica: “Per realizzare un impianto del genere servono dai 4-5 anni fino agli 8-10. Da commissario del Giubileo il sindaco li ridurrà? Non riuscirà a concludere tutto entro 2 anni e mezzo. Poi ci sono i costi. Circa 700 milioni, senza contare che poi l’inceneritore si reggerà sulla tariffa di contenimento e, solo per una parte residuale, sull’energia che rivenderà senza incentivi. Non si sostiene. E non ho finito. In un momento storico in cui le materie prime sono sempre più scarse, bruciamo invece di recuperare. Così resteremo indietro di 20 anni rispetto al resto del mondo”.
Ineccepibile. Dunque anche l’alleanza politica alle regionali è a rischio? Macché. La Lombardi ha affermato tra le altre cose: “Finché lavoreremo così, non ci saranno problemi. Invito i consiglieri Cinque Stelle ad avere un approccio dialogante”. Insomma, divisi su un tema del genere ma avanti insieme. Non siamo sorpresi però.
Centrosinistra a trazione De Angelis, dall’altra parte a tirare il gruppo sono Fratelli d’Italia e Lista Ottaviani
Per le comunali nel centrosinistra finora ha fatto tutto Francesco De Angelis: coalizione, candidato a sindaco, lista del Pd, candidature in altre liste, tattica e strategia. Nel bene o nel male il risultato sarà ascrivibile soprattutto a lui. Non si sottrae e tutti hanno avuto modo di conoscere le capacità motivazionali. Con lui si nota l’attivismo del segretario provinciale Luca Fantini.
Mentre Antonio Pompeo, senza nascondersi, sta cercando di dare una mano a Michele Marini per comporre la lista civica. Sara Battisti, vicesegretario regionale, è impegnata anche su altri fronti e, sul casus-belli della Capitale, la questione termovalorizzatore, è immediatamente uscita allo scoperto, a favore di Gualtieri, dicendosi favorevole. Si è visto pochissimo, invece, Mauro Buschini che fino ad ora ha preferito tenersi al di fuori dalla battaglia del capoluogo. Avrà tempo per recuperare.

Nel centrodestra Nicola Ottaviani sta facendo man bassa di nomi per la sua lista. E ha lasciato a Pasquale Ciacciarelli e Danilo Magliocchetti l’arduo compito di mettere insieme un gruppo di aspiranti consiglieri sotto l’egida della lista della Lega Salvini Premier. Lo stesso Magliocchetti deciderà solo al fotofinish se candidarsi direttamente oppure dedicarsi a spalmare il proprio bottino elettorale su un gruppetto di nuovi aspiranti consiglieri.

Fabio Tagliaferri dopo aver ottenuto la pesantissima adesione alla sua lista di Alessia Savo sta rifinendo la lista di Fratelli d’Italia con la quale cercherà una grande affermazione politica all’interno della coalizione. Al lavoro anche Antonio Scaccia (Lista per Frosinone) e Adriano Piacentini (Forza Italia).
Ieri Mauro Vicano ha fatto partire la propria campagna promozionale mentre nei giorni scorsi ha fatto il suo esordio sui social. Pare stia crescendo la lista di Azione con Alessandra Sardellitti che è in procinto di completare la lista del partito di Carlo Calenda. Ancora top-secret i nomi che supporteranno Vicano nella formazione con il suo nome. Dovrebbero farne parte alcuni medici molto noti in città e tutta una serie di candidati che sin dal primo momento avevano aderito al progetto che avrebbe visto il direttore del distretto di Frosinone della Asl alla guida della coalizione di centrosinistra.