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Termovalorizzatore e Ato, il piano rifiuti sarà modificato. Ma ora anche a Latina serve una svolta

Marco Battistini
Il Ministero della Transizione ecologica nel rapporto preliminare che accompagna il nuovo Programma nazionale per la Gestione dei Rifiuti in fase di approvazione delinea le linee portanti di quella che sarà la riforma strutturale del settore
Aprile 22, 2022

Dunque Roma ha deciso. Finalmente la Capitale esce dall’immobilismo sui rifiuti. Un termovalorizzatore sarà realizzato entro il Giubileo del 2025. Questa la promessa del sindaco Roberto Gualtieri. Le aree dove realizzarlo ancora non sono state annunciate ma le indiscrezioni parlano della zona di Santa Palomba, nel Municipio IX. La decisione del sindaco di Roma potrebbe portare ad una necessaria modifica al Piano rifiuti regionale. Nel frattempo anche alla Pisana finalmente qualcosa si muove.

Una proposta di legge prevede la nascita di 5 Ato sui rifiuti: uno della Città Metropolitana di Roma e uno ciascuno per le Province di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Ieri è iniziato il percorso di discussione in commissione Bilancio del Consiglio regionale del Lazio. L’istituzione degli Ato porta con sé l’individuazione tramite gara del soggetto gestore unico di tutto il servizio integrato e questo ha messo in apprensione sindaci e lavoratori di quelle realtà dove sono presenti società in house alle quali è stata affidata la raccolta.

Entro due mesi dall’entrata in vigore della legge, la giunta regionale definirà i criteri per determinare la quota di rappresentanza dei Comuni all’interno degli Ato e il riparto dei conferimenti patrimoniali. 

BASTA IMMOBILISMO, SERVE SVOLTA ANCHE NEL PONTINO

L’istituzione degli Ato d’altronde era stata auspicata da molto tempo. Una richiesta esplicita venne avanzata proprio dal presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli
Ma se a Roma, sia sul fronte Comune che in Regione, si inizia ad intravedere l’avvio di una nuova stagione sul versante dei rifiuti, non altrettanto si può dire per la provincia di Latina. Mancano ad oggi le decisioni coraggiose. Innanzitutto in tema di impianti. In particolare occorre migliorare il fabbisogno dell’umido che attualmente non è soddisfatto.

Questo lo si può fare attraverso la realizzazione di due impianti per i rifiuti organici. Inoltre bisogna individuare una discarica di servizio per ospitare il materiale già depurato dopo il trattamento meccanico biologico, al momento assente in provincia. Il territorio pontino deve determinare l’impiantistica necessaria a soddisfare il proprio fabbisogno senza scaricare su altri eventuali proprie incapacità e irresponsabilità.

Ecco perché occorre andare nella direzione del principio dell’autosufficienza, con l’imprescindibile esigenza di chiudere il ciclo sul territorio in cui i rifiuti vengono prodotti. C’è quindi la necessità di organizzare l’intera materia in un’ottica prettamente provinciale individuando i siti di trattamento e potenziando al massimo la raccolta differenziata. Soltanto in questo modo il territorio pontino sarà in grado di gestire in maniera autonoma i rifiuti in un’ottica nuova. 

Anche in tema di impianti si deve prendere in considerazione qualsiasi soluzione che porti alla chiusura definitiva del ciclo dei rifiuti. Più in generale, gli impianti di trattamento rifiuti, realizzati secondo le migliori tecnologie disponibili, non solo rappresentano una concreta opportunità per il territorio, ma generano posti di lavoro e consentono il riutilizzo intelligente dei rifiuti, che si riverbera a favore dei cittadini attraverso un contenimento della tassa di smaltimento dei rifiuti.

TERMOVALORIZZATORI, OK DAL GOVERNO

Insomma guai a demonizzare i termovalorizzatori. Soprattutto alla luce delle ultime indicazioni provenienti dal governo. Il Ministero della Transizione ecologica nel rapporto preliminare che accompagna il nuovo Programma nazionale per la Gestione dei Rifiuti in fase di approvazione delinea le linee portanti di quella che sarà la riforma strutturale del settore. Il Programma conferma gli obiettivi introdotti a seguito del recepimento delle direttive UE che fissano al 65% la quota dei rifiuti urbani da avviare a riciclo e recupero e un tetto massimo del 10% per il conferimento a discarica nel 2035.

Per quanto riguarda l’impiantistica necessaria per assicurare la corretta gestione dei rifiuti, il programma privilegia alcune soluzioni per la gestione dei rifiuti che hanno dimostrato performance ambientali migliori rispetto alle alternative oggi possibili. È il caso della digestione anaerobica con produzione di biometano, preferita rispetto ad altre forme di gestione dei rifiuti organici. E’ il caso dell’incenerimento diretto con recupero di energia, preferita ad altre forme di gestione del rifiuto indifferenziato residuo.

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